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Psicologia del Giallo

Il giallo è il colore del sole, della luce in ogni sua forma, da quella naturale a quella artificiale. Luce è anche sinonimo di energia, perciò questo colore ha dentro di se una forte spinta energetica e vitale. Essendo il colore associato alla luce, è capace di irradiare e portare molta luminosità negli ambienti. E’ uno dei tre colori primari della scala cromatica, insieme al blu e al rosso.

Il giallo ha molti significati, può essere il colore dellottimismo, della gioia, della vivacità, un colore in grado di stimolare apertura mentale, un colore energico, che accoglie una qualche voglia di sperimentazione. Una sorta di reattività forte quella del giallo, che può essere paragonata a quella del rosso, anche se in maniera più leggera. E’ molto legato al rosso, come spinta all’azione, ma ha una levatura più alta più intellettuale rispetto al rosso, che è il colore delle passioni. Il giallo è il colore dell’energia che è capace di irradiarsi in ogni direzione. Un colore raggiante, che si lega anche al concetto di vitalità, forza energetica e creatrice. Può essere il colore dei creativi, degli artisti, di coloro che amano esprimersi e manifestare la loro forma artistica, anche in maniera audace.

Elisa Sergi gialloE’ il colore legato all’espansione, alla ricerca del nuovo, alla liberazione da schemi limitanti, nuove sfide e stimoli. Emana leggerezza, estroversione, crescita, vivacità e cambiamento. Può incentivare sentimenti di autonomia, indipendenza vede mencipazioni. Usato da coloro che amano scoprire nuovi orizzonti e che sono sempre in cerca di nuove avventure e nuovi stimoli o nuove sfide da vincere. Il giallo è un colore che spinge alla creazione di nuovi concetti, di nuove idee, rappresenta il futuro, e le aspettative positive.

Un cromia che porta all’apertura, all’estroversione, ma visto all’estremo, può anche stancare la vista. Portato all’estremo può disturbare, nella maniera in cui diventa troppo forte da contenere la sua forte luce, che si libera in ogni direzione, confusamente, un po’ come quando si consuma energia, facendo tante cose, non avendo ben chiari i nostri obiettivi. E’ il colore della dispersione. Nell’antica Grecia coloro che erano considerati e stigmatizzati, loro malgrado, come matti, erano obbligati a vestire di giallo. E’ stato un colore legato alla malattia, anche ai tempi della peste Inoltre, in epoca più recente, il colore giallo era usato quando si voleva avvertire della presenza di malati e appestati, veniva affissa un bandiera gialla. Quindi potremmo dire che questo colore è stato legato al concetto di malattia e di psicopatologia per molto tempo.

GLI AMANTI DEL GIALLO

Gli amanti del giallo sono persone estroverse che non hanno paura dei cambiamenti e delle novità che la vita propone loro. Sono persone tendenzialmente positive, e fortemente dotate di una fervente fantasia e immaginazione.  Sono creativi, artisti, pensiamo a Van Gogh.

Ogni colore agisce su differenti aspetti della nostra personalità e sulle nostre attitudini mentali. In questi specifico caso il giallo, facilita sia l’estroversione che la capacità di concentrazione. Essendo un colore molto dinamico  è spesso preferito da coloro che amano cambiare, evolvere e scoprire nuovi orizzonti.

Essendo il colore della vitalità, è indicato per coloro che presentano disturbi dell’umore, come ad esempio depressione, poiché le sue tonalità stimolano una sorta di rigenerazione, promuovendo gioia e buon umore. Utile in ambito scolastico e professionale poiché in grado di favorire la concentrazione in attività intellettuali.

Al tempo stesso il giallo è un colore che può essere contraddittorio, infatti può contenere al suo interno molti significati e non solamente positivi. Da sempre indica la gelosi, il tradimento, l’irrequietezza e la ribellione. In molti infatti non lo detestano, rifuggendo tutto ciò che rappresenta questo colore.

MARKETING E GIALLO

Questo colore nel marketing è molto usato. Indica chiarezza e ottimismo, ma va anche considerato che è uno tra i colori che stanca maggiormente, perciò è consigliabile usarlo con cautela.

E’ molto usato, per i marchi commerciali, così come il rosso, induce all’azione, ed è in grado di stimolare l’appetito. Per tale ragione è strategicamente impiegato nei loghi di ristorazione o che riguardano alimenti. È consigliabile nelle cucine perché induce il senso di fame.

Indicato anche quando si tratta di loghi dedicati allo studio, alla scuola e all’attività lavorativa, specie quella che riguarda la creatività.

Elisa Sergi gialloSconsigliato per gli ambienti nei quali si desidera dormire, calmarsi, riposare, in quanto propenso all’eccitamento e alla veglia. Non concilierebbe il sonno, infatti alcuni studi hanno dimostrato che le tonalità di giallo intenso stimolano il pianto nei bambini.

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PSICOLOGIA DEL BLU

Continua il mio viaggio attraverso la Psicologia del colore, stavolta è il turno del Blu e delle sue mille declinazioni di tonalità che vanno dal blu scuro, al blu elettrico, all’azzurro, al turchese per poi finire con il celeste.

Da sempre il colore blu simboleggia la tranquillità, la calma e l’equilibrio. Questo colore è in grado di generare in chi lo osserva, in chi lo indossa un generale senso di quiete. Un colore agli antipodi del rosso, che come abbiamo detto è un colore che ha una forte reattività, che induce all’azione, a volte anche alla compulsione. Il blu invece, al contrario, ha una grande capacità di rilassare mente e corpo, favorendo un senso di relax, aiutando anche ad allontanare l’ansia.

Il Blu è considerato un colore freddo, in grado di rafforzare l’intuito, raffreddando gli istinti passionali a favore di sentimenti più profondi ed emozioni più elaborate.

Le mille tonalità di blu, azzurro, celeste, turchese,  sono i colori della natura, del mare del cielo, dell’acqua. Acqua come elemento che nutre, disseta e purifica. Il blu è il colore della pace, del silenzio, della tranquillità, ma anche della conoscenza, dell’intelligenza e persino della creatività.

Questo colore si declina in  mille sfumature psicologiche, che vanno dalla calma, al distacco, all’introspezione, alla concentrazione, al sogno ma anche alla rimuginazione, alla freddezza, fino anche alla tristezza, non a caso il termine blues è associato a stati depressivi, o comunque di tristezza  o umore basso.

INFLUENZA DEL BLU

Un colore legato anche ad una forte spiritualità, alla contemplazione, alla meditazione, collegato anche all’idea  di inconscio e dell’infinito, si è visto come sia capace di incentivare le emissioni delle onde alfa del nostro cervello.

Il blu e le sue sfumature hanno proprietà calmanti, diminuiscono i battiti cardiaci, e  il ritmo respiratorio,  stimolando il sistema parasimpatico. Il colore ideale per coloro che soffrono di  di ansia, tachicardia, palpitazioni e nervosismo. Un colore che distende, perfetto in caso di stress, irritabilità e grande attivazione.
Attenua l’agitazione infatti è usato nei contesti dove si vuole indurre un certo stato di calma e tranquillità, come ad esempio nelle cliniche adibite alla salute mentale. Lo stesso effetto è identico anche negli animali, infatti spesso gli ambulatori veterinari sono di colore celeste. In una stanza con le tonalità del blu la sensibilità al freddo aumenta, e si placa l’appetito.

Indicato per le pareti della camera poiché concilia il sonno e la concentrazione, per questo è adatto anche per coloro che studiano.

GLI AMANTI DEL BLU

Questo colore è in grado di mettere d’accordo tutti,  è in assoluto il colore prediletto da ambo i sessi, che come sappiamo hanno statisticamente gusti diversi. Possiamo pensare al blu come ad un colore superpartes. Generalmente chi ama questo colore, è attratto dalla sua capacità di rilassare e trovare equilibrio.  Gli amanti del blu, non sono molto impulsivi, ma al contrario prediligono un comportamento calibrato e riflessivo. Tendenzialmente sono in contrapposizione con le persone istintive, coloro che ade esempio sono amanti del rosso,  che potrebbero essere troppo focosi, irascibili, vivaci, litigiosi e che potrebbero turbare il loro equilibrio.

Elisa Sergi bluI blu addicted sono persone pacifiche che cercano di scansare i conflitti, ricercando pace e armonia. Amano dedicarsi alla meditazione e alla profonda introspezione di sé, sono persone profonde, serene, e tendenzialmente equilibrate, fuggono dal tran tran e dal frastuono della vita frenetica. Onesti, tendenzialmente fedeli, empatici e sensibili all’umore altrui. Nostalgici, amano la compagnia di persone non combattive.

Sono persone tendenzialmente educate, gentili, dolci, romantiche, semplici e sensibili. Sono amanti della natura e quindi degli animali ma anche dei bambini. Sono persone genuine, che amano dedicarsi agli altri, sono cordiali, molto riflessivi, a volte anche introversi e attratti dal misticismo e dai misteri. Un compagno fedele, comprensivo, tollerante, non geloso, sia in amicizia sia in amore, dedito soprattutto ad attività intellettuali.

Coloro che amano il celeste, le tinte pastello tenderebbero all’ introversione e a una certa chiusura.

Viceversa solitamente chi non ama il blu, potrebbe essere una persona ansiosa, malinconica, con tratti depressivi. Questo colore indurrebbe e amplificherebbe, sensazioni che la persona avrebbe già dentro di sé.
In eccesso infatti, il blu potrebbe rendere passivi e inclini ad umore depresso.

BLU NEL MARKETING

Nella storia il blu ha significati diversi. Per gli Egizi era  il colore degli Dei, per i cinesi il colore legato all’immortalità e nella religione cattolica, è associato alla Madonna. In assoluto, insieme al rosso, è molto usato per fini di marketing. Il blu è un colore produttivo, non invasivo, che dona una sensazione di sicurezza e fiducia. E’ associato all’affidabilità, alla lealtà, all’armonia, alla fedeltà, alla simpatia, al soprannaturale, ma anche ai viaggi, perché ricorda il mare e gli orizzonti lontani, tipici delle destinazioni da sogno.

social
Pensiamo ai tanti loghi di colore blu. Questo colore è legato al simbolo della pace, pensiamo all’ONU e dall’UNESCO. Usato anche per svariate tematiche sociali, come il telefono azzurro, l’AIRC, la Fondazione Umberto Veronesi, tutti loghi che prediligono l’azzurro, il celeste o il blu.

Blu è anche il colore convenzionale del web, pensiamo anche al social network più usato al mondo, Facebook. Non solo, tale colore è usato anche nel mondo della finanza, poiché spesso associato all’intelligenza, alla precisione e all’affidabilità.

Tiffany ha creato, e poi brevettato, una sua tonalità di blu, mischiandolo con il verde, dando origine alla famosa tinta Blu Tiffany, famosa in tutto il mondo e legando indissolubilmente questo colore a tale marchio. 

Questo è un colore che placa la fame, perciò scansato per i loghi riguardanti alimenti o ristorazione.

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La psicologia del colore indaga la nostre reazioni agli stimoli cromatici. L’influenza che ha su di noi un determinato colore, piuttosto che un altro. E questo è strategico nelle nostre scelte di tutti i giorni.

Iniziamo il nostro viaggio all’interno dei colori, con quello che io reputo in assoluto il colore più forte di tutta la scala cromatica. O almeno quello che a me scatena una reazione potente, perché come ben sapete la componente soggettiva è molto importante. Sto parlando di uno dei colori primari per eccellenza, ovvero il Rosso!

IL ROSSO

Uno tra i colori primari insieme al blu e al giallo. Da sempre è considerato il re dei colori caldi, anche se in realtà come ormai sappiamo, la differenziazione caldo/freddo può facilmente  essere applicata ad ogni  colore. Il rosso caldo infatti è associato a tonalità tipo il rosso corallo, il rosso papavero, che è il risultato di rosso associato a toni del giallo, con sfumature quasi aranciate. Viceversa il rosso freddo contiene tracce di blu, il cosiddetto rosso ciliegia, rosso bordeaux.
Non esiste un concetto unico di rosso, ma tante sfumature a seconda delle sue tonalità… Essere attratti da una tonalità rispetto all’altra può essere indicativa delle nostre emozioni, di come ci sentiamo, e soprattutto di quello che vorremmo esprimere.

rosso capelliIl Rosso da sempre è un colore dinamico e seducente, associato al potere, all’eccitamento, alla passione, al coinvolgimento amoroso, e soprattutto al sesso, infatti basti pensare la dicitura: “film a luci rosse”.  Questo colore è in grado di smuovere sentimenti di forte  trasporto ed è capace di risvegliare il nostro lato più aggressivo. Un colore che ha uno stimolo accentuato, cattura la scena, simboleggia l’azione, l’avventura, l’energia, usato anche per segnalare pericolo o divieti, insomma è un colore molto versatile. Il rosso è il colore del sangue, connesso inevitabilmente a simboli che riportano alla vita. Il rosso è legato in bene e in male a tutta una serie di significati, che, chi si occupa di psicologia del marketing conosce molto bene. E’ il colore che più di tutti, è usato anche per fini commerciali.  Attira in modo preponderante l’attenzione, è un colore che crea una sensazione di urgenza. Il rosso è associato all’azione, all’istintualità, al bisogno, pensate ai loghi di colore rosso. Molti brand alimentari, sono contraddistinti da questo colore, perché stimola diverse aree tra le quali anche l’appetito, infatti è legato a doppio filo con l’istintualità, una sorta di determinismo emotivo. Il rosso perciò è sia il colore della passione, sia il colore dell’odio, del tormento, della perversione, dell’inferno, del fuoco, e del diavolo, legato con la violenza, l’aggressività, la rabbia, il peccato, il vizio  e la compulsione.

Quello che cambia è come noi lo percepiamo, quello che ci trasmette, e come lo associamo alle varie emozioni.
Il colore quindi è un vissuto psichico, che racchiude particolari simboli. I nostri colori preferiti, possono cambiare da periodo a periodo, e quelli dei quali amiamo circondarci, ci suggeriscono tutta una serie di sensazioni. Per questo è importante interrogarsi su quale sia il significato che i diversi colori possono avere nella nostra vita.

Indispensabile capire che uno stesso colore può avere significati diversi, positivi, negativi, persino opposti, tutto a seconda dell’ambito e della situazione psicologica del momento.

Per quanto riguarda gli aspetti negativi, ad esempio è stato riscontrato che il rosso è un colore detestato da persone che hanno in qualche modo subito una certa forma di violenza. Parlando di aspetti postivi, è stato riscontrato che sia utile in caso di tristezza e depressione, perché capace di risollevare l’umore. Indossare o essere semplicemente esposti a questo colore, infatti può indurre ad una reattività positiva  aumentata.

vestito rosso Elisa SergiLe persone che scelgono di indossare il rosso denotano un carattere deciso, una certa voglia di indipendenza, autonomia, desiderio di osare, emancipazione e forte determinazione.

Capire le varie sensazioni scaturite dai colori può aiutare, guidandoci a scegliere in maniera consapevole tutti quei colori che ci donano vibrazioni positive, e stati di benessere, allontanando quelli che non sono positivi per noi. Ogni colore ha una particolare frequenza, ma questa è vissuta in maniera completamente diversa da individuo a individuo. Essere consapevoli di tutto questo significa, scegliere i nostri acquisti, con un grado di consapevolezza in più. Dai vestiti, al make-up, agli accessori, agli oggetti, persino alla roba da mangiare.

E voi amate il rosso? Che sensazioni vi trasmette?

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➡    Colore: percezione individuale
Colori caldi e colori freddi 
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COLORE: PERCEZIONE INDIVIDUALE

La psicologia del colore indaga sulla percezione, sulle sensazioni e sulle emozioni che i colori hanno su di noi. 
I colori influenzano il nostro stato psichico, perciò avere una maggiore consapevolezza di quelli che sono i nostri stati emotivi associati a determinate nuance, può essere rilevante e fare la differenza.
Questo al fine di poter scegliere con cura e consapevolmente tutti i colori che ruotano intorno alla nostra vita, a partire da quello che indossiamo, dalle pareti della nostra abitazione, ai colori del nostro make up, ai colori dei gli oggetti che scegliamo, per noi stessi, per gli altri.
Le sensazioni e le emozioni che ci trasmettono possono essere molte, sia positive sia negative.
Ognuno di noi ha le proprie preferenze, simpatie, inclinazioni verso particolari nuances. 
Le emozioni associate al colore sono sensibili alla nostra personalità
Quello che è sicuro è che la percezione del colore è soggettiva, dipende dalle nostre esperienze individuali. La percezione di quello che vediamo  è frutto dell’elaborazione del nostro cervello, varia da individuo a individuo è in grado di generare reazioni emotive anche molto differenti tra loro. La cosa importante è capire quelle che sono le nostre emozioni associate ad ogni colore, così da potersi contornare di quelli che sono i colori positivi per noi, accantonando quelli che ci scatenano sensazioni negative. psicologia del colore Elisa SergiLa percezione di un colore dipende dalle mille esperienze di nostra vita e dal contesto socio-culturale nel quale siamo immersi. E’ visione è sensibile alle tante variabili che l’individuo sperimenta nella sua vita. Educazione impartita, esperienze infantili, gusti personali, differenze culturali, ricordi particolarmente toccanti legati a specifiche emozioni. Tutto questo e molto altro ancora, plasma, modifica e altera la percezione del colore sul nostro inconscio.

COLORI CALDI E COLORI FREDDI

La Psicologia del colore è importante perché numerose ricerche hanno scoperto che quando gli esseri umani sono esposti a vari colori, il cervello risponde in maniera differente, e nel nostro corpo avvengono cambiamenti fisiologici. I colori infatti possono stimolare diverse reazioni come ad esempio, eccitamento e rilassamento, perfino creare una sensazione di calore o di freddo e indurre o ridurre l’appetito.

I colori si dividono in colori caldi e colori freddi. ogni colore ha numerose tonalità che vanno dai colori più tenui, pastello, a quelli più scuri e vivaci.

Solitamente sappiamo che i colori caldi sono in grado di stimolare energicamente la nostra emotività, mentre i colori freddi al contrario, calmerebbero e rilasserebbero, anche se le sensazioni sono molto soggettive. Storicamente è risaputo che i colori caldi come il rosso, il giallo e l’arancione sono in grado di trasmettere e stimolare sensazioni positive ma allo stesso tempo racchiudono anche caratttersitiche quali irruenza e decisione. Viceversa i colori freddi come  il blu, il verde possono trasmettere rilassamento e tranquillità, ma anche freddezza e distacco.

Però ci sono delle linee guida, che possono generalizzare alcuni concetti, ma stiamo ben attenti a non incasellare tutto in dogmi preimpostati, sterili e paralizzanti. Non dimentichiamoci che la percezione di ogni colore, così come ogni altra cosa, è del tutto soggettiva, e dipendente dalle nostre inclinazioni personali, i nostri gusti, le preferenze che abbiamo.

psicologia del colore Elisa SergiDate un’occhiata al vostro armadio, guardate che colori ci sono al suo interno. Ogni giorno, nello scegliere un capo, piuttosto che l’altro, diamo anche inconsciamente la preferenza al colore che più ci fa sentire a nostro agio, che non necessariamente è quello che amiamo di più.

MARKETING e COLORE 

Nel marketing la scelta del colore è di vitale importanza. Pensate ai loghi, e a quello che questi evocano. I colori scelti, non sono certamente lasciati al caso, anzi, essi sono in grado di influenzare e rinforzare la percezione delle caratteristiche di un brand.

Le preferenze dei colori possono cambiare da uomo a donna. In linea di massima il sesso maschile predilige i colori più sgargianti, più vivaci, più energici e più scuri, mentre il sesso femminile predilige solitamente colori tenui e chiari. Da numerosi studi è emerso che il blu sia il colore prediletto da entrambi i sessi. Il viola sarebbe molto amato dalle donne, non dagli uomini.

Un altro aspetto che spesso trascuriamo ma che è parimenti importante è il nome del colore. Siamo più attratti da nomi accattivanti che descrivono qualcosa piuttosto che il nome del colore stesso. I nomi di fantasia associati al colore hanno molta più attrattiva. Anche nella moda scegliere un nome di un colore può fare la differenza, accattivare di più e conseguentemente vendere maggiormente. Idem nel settore alimentare.

Marketing a parte, i colori da sempre evocano diverse sensazioni e molte emozioni associate a tante variabili della nostra esistenza. Quello che possono rappresentare per uno, può non rappresentare per l’altro.

Nel mio prossimo articolo esplorerò i colori e il loro variegato e meraviglioso caleidoscopio emotivo.

Venite con me in questo viaggio magico e meraviglioso, alla scoperta di quelli che sono i colori e i loro simboli associati. Fatemi sapere quali sono i vostri colori del cuore, e quali invece detestate. 

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➡    La situazione attuale: quarantena  
➡    Isolamento
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➡    Possibili vie d'uscita

La situazione attuale: quarantena

La situazione attuale mi porta ad una serie di riflessioni, cosa ci sta succedendo emotivamente?  Quali sono e soprattutto quali saranno gli effetti a lungo termine di questa quarantena.

Siamo in una situazione straordinaria, una situazione pandemica, in cui la paura del contagio è alle stelle, poiché rappresenta un vero e proprio pericolo. L’isolamento forzato ha scaturito tutta una serie di dinamiche negative, tra le quali la diffidenza reciproca, che porta ad un conseguente evitamento.

La diffidenza quindi è giusta in questo momento, diffidenza indotta da un meccanismo di salvaguardia per noi stessi e per il prossimo. Purtroppo nei processi di salvaguardia naturale, fanno da padrone gli istinti primordiali, con una sottomissione della componente logico-razionale-deduttiva. Il distanziamento sociale in questo caso è giusto e sacrosanto, ma come tutte le cose non va sottovalutato, perché il rischio è che ci faccia cadere in quella che potrebbe diventare una fobia sociale.

Distanti oggi per essere vicini domani…ma quando? Questo è lo slogan, che continuano a passare. Si parla di fase 1, fase 2, ma ancora non sappiamo quando realmente potremmo tornare ad abbracciarsi.
Indipendentemente da tutto, la domanda che mi faccio è questa: “Ma un domani, cessato l’allarme, finito lo stato d’emergenza, avremmo veramente voglia di riabbracciarsi? Saremmo davvero spensierati, come prima, nello stare insieme, nell’avere contatti sociali, nell’avere contatti fisici? Oppure avremmo qualche remora, risultante da questa situazione di isolamento e diffidenza?

Ecco io sono un’ottimista di natura, ma credo che la risposta sia no! Non sarà così facile, né scontato, né semplice, mandare via questa diffidenza appresa per ragioni di vita o di morte. Del resto parliamo di un’emozione e per quanto la nostra razionalità sia strutturata, l’emozione è più forte… si può fare tanto, ma non tutto!

Elisa Sergi isolamentoSono 3 i concetti che in questo momento vorrei analizzare

ISOLAMENTO  DIFFIDENZA  EVITAMENTO

ISOLAMENTO

L’ Isolamento è attualmente una condizione necessaria, obbligata, straordinaria, preventiva, alla quale non siamo abituati. Una condizione che ci mette a dura prova, che pur escogitando e tirando fuori tutte le strategie di fronteggiamento, sicuramente qualcosa smuove dentro. Una convivenza forzata, con le mura domestiche, con i nostri cari, con la nostra solitudine. Qualcuno mi ha paragonato la nostra situazione a quella dei monaci tibetani, che in solitudine vivono di più e meglio, ma la loro è una scelta, la nostra no! E soprattutto non hanno limitazioni nel raggiungere nessun luogo, non rischiano il contagio, noi si. Come si può ben capire, il paragone è fuori luogo. Uno studio che ho trovato sul sito della Fondazione Veronesi, sugli effetti dell’isolamento forzato, dimostrerebbe che questa solitudine forzata, può scatenare comportamenti anomali come ansia e aggressività. Leggi l’articolo qui.

DIFFIDENZA 

Questo isolamento da quarantena ci scatena molte emozioni, sentimenti anche contrasti. Ringraziando di avere la salute, tutto ciò in primis ci porta ad avere molta distanza sociale, (ci viene chiesto e giustamente imposto) ma tutto questo non pensate che non avrà ripercussioni a livello emotivo. Le emozioni in ballo sono molte, ma un concetto mi colpisce particolarmente, è la diffidenza. L’eccesso di diffidenza, a prescindere dalla causa, è sempre disfunzionale e negativo. La diffidenza ci porta a stare alla larga dalle situazioni, precludendosi molte opportunità di scambio e arricchimento. Inoltre la diffidenza rallenterebbe lo sviluppo psichico, allontanando occasioni e altre perone.

Un esempio concreto. Quando usciamo a fare la spesa, e siamo in fila per entrare, tutti, e dico tutti ci guardiamo, ci scrutiamo, stando attenti giustamente a mantenere la distanza di sicurezza. Ma è una sensazione più profonda, più intima, siamo diffidenti l’uno dall’altro. C’è una sorta di distanza emotiva l’uno dall’altro, è una sensazione crescente e sempre più radicata, come effetto collaterale di questa pandemia. La diffidenza è la mancanza di fiducia conseguente a timore o sospetto d’inganno. In questo caso direi la paura che il prossimo ci possa contagiare in primis, ma anche una sorta di mancanza di fiducia legata alla paura che l’altro non prenda le adeguate misure di sicurezza in grado di preservare la propria e soprattutto l’altrui salute.
L’eccesso di diffidenza implica sempre l’ansia da controllo.

EVITAMENTO

La diffiednza ci porta all’ evitamento. L’evitamento è uno dei meccanismi di difesa, più semplice e più immediato. Sappiamo benissimo cos’è, cosa rappresenta e cosa ci porta a fare, ovvero semplicemente ad evitare.
L’evitamento è alla base di diverse psicopatologie  e del mantenimento di credenze disfunzionali (convinzioni errate sul rischio).
Pur essendo un’ottimista di natura, mi sento di affermare molto serenamente che sarà molto difficile tronare alla spensieratezza di prima nei rapporti sociali, nella relazione fisica con le altre persone.
Sarà complicato una volta finito tutto questo, tornare alla situazione iniziale, sicuramente ci saranno diversi postumi.

POSSIBILI SOLUZIONI

Bisognerà imparare pian piano a tornare ad una socialità, consapevole, cercando di accantonare la diffidenza che ha portato all’evitamento (giusto e sacrosanto) che ci ha permesso di mantenere e preservare la salute individuale e collettiva. 

Qualche difficoltà iniziale sarà necessariamente all’ordine del giorno, saremo leggermente destabilizzati dal ritorno ad una socialità fatta di contatto fisico. Credo che si tratterà di un fare lento e costante che rispetti i tempi individuali.

Dovremo riabituarci a metterci in gioco, a partecipare, ad assumerci anche il rischio che sarà normale passarsi un banale raffreddore o un innocuo virus, come chi ha figli all’asilo già sa. Un passo alla volta e forse ritroveremo la spensieratezza la gioia e leggerezza, che adesso abbiamo inevitabilmente perso.

Qualche consiglio pratico potrebbe essere praticare del rilassamento, perticare yoga, mindfulness, pratiche di training autogeno. Prendersi del tempo libero per svagarsi e concentrarsi sulle sole attività, per quanto possibile, che ci piacciono e ci gratificano. Ci sono altre strategie utili, che possono essere efficaci a seconda delle diverse personalità.

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Dopo aver elencato, nel precedente articolo i 10 punti su come poter affrontare nella maniera migliore la quarantena, vorrei approfondirne uno in particolare, il primo, come DORMIRE BENE.

A questo punto, senza dilungarmi troppo, vengo subito al punto, elencando qualche utile e consiglio per un riposo il più possibile efficace, perché la salute passa anche e soprattutto dal sonno. Curare la qualità del nostro riposo notturno può fare la differenza per il nostro benessere psicofisico.
Ecco alcune semplici strategie, che il più delle volte dimentichiamo di mettere in atto, nonostante la loro semplicità. Se queste non funzionassero e l’ insonnia dovesse perdurare, consultate un medico per assicurarvi che non ci siano disturbi del sonno o altre condizioni cliniche.

Elisa Sergi dormire beneTOP 10
RIPOSO EFFICACE

1. GESTIONE EFFICACE DELLO STRESS
Prima di gestire lo stress dobbiamo imparare a conoscerlo, per questo è necessario capire quali sono le fonti di stress e qual è la nostra reazioni a tali eventi. Ho scritto un articolo sullo stress (leggi qui).
Una volta capito cos’è lo stress, le tecniche per gestirlo possono essere diverse a seconda delle vostre personali inclinazioni. Una delle mie tecniche preferite è il rilassamento tramite la meditazione.

2. LIMITARE L’USO DI CAFFEINA
Il caffè è un piacere, ma il suo abuso, stimola in maniera eccessiva il nostro corpo. Assumere troppi caffè,  può incidere sui disturbi del sonno. Un buon consiglio è limitare l’assunzione di caffè specialmente nel pomeriggio e soprattutto evitarlo la sera.

3. CREA UNA ROUTINE DEL SONNO
Fare la stessa cosa ogni sera permette di “allenare” corpo e mente a rilassarsi mentre apprende una risposta condizionata per abbandonarsi al riposo. Questa routine dovrebbe iniziare un’oretta prima di andare a dormire. Sarebbe l’ideale ripetere questa routine tutti i giorni, anche se nella realtà, specie con figli, questo diventa alquanto complicato, se non addirittura impossibile.

4. A LETTO PRESTO
Andare a letto presto la sera e svegliarsi con calma la mattina, dimenticando la sveglia, questa sarebbe una buona regola. Per chi lo può fare in questo momento, approfittate della quarantena e seguite queste indicazioni. Andando a letto presto, la mattina non avremo bisogno della sveglia, ci sveglieremo presto naturalmente.

5. SPEGNI TUTTI GLI SCHERMI
Almeno 1 ora prima di andare a dormire, il consiglio è di spengere tutto, computer, tablet, telefono, c’è chi dice anche TV, comunque se proprio quella non volete spegnerla, almeno fatelo con gli altri dispositivi. E’ stato dimostrato infatti che la luce dei monitor è capace di interrompere la produzione di melatonina, l’ormone del sonno. La cosa migliore di tutte, sarebbe avvicendarsi al sonno, grazie ad un buon libro, un grande classico, ma sempre efficace.

6. LIMITARE L’ ALCOL E FUMO
Consumare alcol non è una buona abitudine, personalmente io non amo nessun tipo di vino, perciò non ne faccio neanche un uso sporadico a tavola. Molte persone usano l’alcool per rilassarsi, il problema è che l’alcol può compromettere la fase REM del sonno , che è essenziale per un riposo ottimale. Fumare, ormai è risaputo, è una pratica che nuoce gravemente alla nostra salute, abbassa le difese immunitarie e provoca tumori e altre gravi patologie, perciò, fatevi un favore, smettete, senza neanche diminuire. La vostra salute ne gioverà sicuramente.

7. STIMOLARE LA MELATONINA
La melatonina è l’ormone responsabile del ciclo sonno-veglia. Il nostro corpo produce naturalmente melatonina quando inizia a fare buio. Ma la vita moderna ha creato molte interruzioni a questo ciclo, che si tratti di luci artificiali come le lapadine o di luci blu di tutti i nostri device. Ci sono modi naturali per aumentare la melatonina, come ad esempio le mandorle, l’avena, il mais, il riso integrale, pomodori, ravanelli, cipolla, asparagi, cavoli, arance, mele, ciliegie, noci, banane e ananas.

8. AMBIENTE CALMO E TRANQUILLO
Il posto dove dormiamo, la camera da letto dovrebbe essere il più confortevole possibile. L’ambiente dovrebbe essere il più possibile buio, se così non fosse, aiutiamoci con le mascherine per gli occhi. Anche la temperatura è importante e dovrebbe essere di qualche grado meno, rispetto al resto della casa, poiché si riposa meglio in presenza di basse temperature. Ad alcune persone, piace il silenzio totale e ad altri il rumore di sottofondo, ma qualunque sia la preferenza, creare una stanza il più possibile confortevole è l’ideale.

9. SOGNARE COME TERAPIA
Il sogno è il linguaggio del nostro inconscio, i contenuti che liberiamo nel sogno sono elaborazioni di ciò che ci succede emotivamente dentro di noi durante il giorno. Per questo sono importanti i sogni, perciò ricordarli, scriverli e interpretarli può essere un ausilio per cercare di capire qualcosa in più sulle nostre emozioni e sul nostro stato psichico.

10. INFINE … RELAX
I consigli sopracitati sono importanti a tratti fondamentali ma se non si allontanato le tensioni accumulate, tutti questi accorgimenti funzioneranno ben poco. Occorre arrivare la sera, il più possibile rilassati, o comunque fare qualcosa per rilassarsi. Non occorrono grandi gesti, potremmo iniziare dalle piccole cose, come ad esempio una tazza di camomilla, una pratica meditativa, un po ‘di stretching, una preghiera o un buon libro.

Numerose ricerche secientifiche rivelano come siamo una popolazione che non dorme  abbastanza.  La privazione del sonno porta a diverse conseguenze negative, a lungo andare anche a qualche patologia. Perdere sonno vuol dire conseguentemente perdere concentrazione, produttività, creatività e chiarezza mentale.

Il periodo è delicato, molto difficile, svegliarsi ogni giorno con cattive notizie, mentre si cerca di gestire la routine in isolamento non favorisce un buon riposo. Per quelli di voi che sono già privati ​​del sonno dalla solita routine quotidiana, ora è il momento di concentrarsi davvero sulla costruzione di buone abitudini, perché dormire bene favorisce il buon umore e costruisce il nostro sistema immunitario. L’ American Academy of Sleep Medicine suggerisce che sono necessarie almeno sette ore di sonno per un benessere ottimale. In condizioni contrarie, quindi non avere un riposo qualitativamente quantitativamente adeguato è associato a esiti negativi  come ipertensione, ictus, obesità, diabete, malattie cardiovascolari e psicopatologie.

La situazione legata all’emergenza pandemia COVID-19 non durerà per sempre, ma un buon riposo è un requisito costante per una salute ottimale, per relazioni sane e per prestazioni lavorative efficaci.

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TOP 10
benessere in quarantena

Elisa Sergi psicologa10 consigli, dieci strategie, dieci buone prassi da seguire in quarantena al fine di mantenere un buon equilibrio psicofisico!

  1. DORMIRE BENE: cercare di mantenere o anche migliorare la qualità del sonno. Cercate di andare a letto ad un’ora decente e non mettendo la sveglia (chi può). Se la sera andiamo a dormire presto, non ci sarà bisogno della sveglia al mattino dopo, ci sveglieremo naturalmente presto. Provare per credere!
  2. ALIMENTARSI BENE: bene, non vuol dire tanto, bene vuol dire in una maniera sana, il più possibile (si lo so, fare dolci e poi mangiarli è anti-stress…e io adoroooo) ma non è una sana abitudine…Cerchiamo quindi di stare più possibile alla larga dagli zuccheri ( torte, biscotti home made, nutelle varie, uova di pasqua…etc etc… la lista è lunghissima ;-).
  3. CURARE LA PROPRIA PERSONA: non vi dico di truccarvi sempre, anche se c’è qualcuno che me lo suggerirebbe, ma se non altro vestirsi sempre, evitando di stare sempre in pigiama e mantenere buone routine inerenti al proprio corpo.
  4. FARE MOVIMENTO: per quanto possibile, fare le scale, fare un giro nel cortile, andare dove vi è concesso, e farlo attivando i muscoli. Se abitate in pochi mq non preoccupatevi, auricolari alle orecchie e musica sparata, possibilmente in 8D (meravigliosa scoperta che ho fatto da poco) e via di passi di danza…scatenetevi. Chiudete gli occhi e pensate di essere al tramonto, in una spiaggia a ballare al Jova beach party.
  5. PROGETTUALITA’ E INCOMBENZE: immaginarsi in attività, viaggi o situazioni post COVID-19, fa benissimo! Inoltre attuare tutte quelle cose, quelle incombenze, come ad esempio pulire la cantina, riordinare l’armadio, che puntualmente non facciamo per mancanza di tempo e voglia. Vi assicuro che sarete soddisfatti e gratificati, una volta svolti questi piccoli ma fastidiosi compiti.
  6. CAFFE’ E ALTRI STIMOLANTI: meglio assumerne meno possibile, la mattina consentito liberamente, diciamo anche a pranzo, ma nel pomeriggio e specialmente la sera meglio di no, potrebbe stimolarvi inutilmente, tanto poi non potete uscire, quindi inutile rimanere svegli.
  7. NO ALCOL E STOP FUMO: Ora più che mai è necessario abbandonare queste abitudini scorrette. Anche il vino, attenzione all’abuso casalingo! Sono sostanze che abbassano fortemente le difese immunitarie. Per quanto riguarda il fumo, meglio smettere fin da subito.
  8. LA COMPAGNIA: Si alla socialità se siete soli, quindi avanti con i social, si alle videochat. Se avete il problema opposto e siete in famiglia, cercate di tagliarvi degli spazi anche per voi stessi. Se potete, fate l’amore spesso, distende i nervi, allieta, stimola ormoni deputati al nostro benessere e rafforza il sistema immunitario. Nessuna controindicazione a tale pratica!
  9. SPEGNI LO SCHERMO: che sia del computer o del telefonino, ogni tanto prendi una pausa, specialmente prima di addormentarti. Questo perché hanno studiato che la luce dei monitor interrompe la produzione di melatonina, l’ormone necessario deputato al ciclo sonno-veglia.
  10. ACCOGLIERE LA NEGATIVITA’: E’ benefico accogliere i nostri stati negativi, la tristezza, la rabbia, la malinconia, la nostalgia, il malcontento, ogni forma di malessere è del tutto sana e va accolta, non va rifuggire o rinnegata, sennò tornerà più prepotentemente di prima e non vi lascerà facilmente.

Questi sono i miei 10 punti, riassunti anche in un video IGTV Instagram all’interno della mia rubrica, PSICOPUB! qui il link per vederlo. 

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E voi avete qualcun altro spunto da consigliarmi? Vi aspetto qui sotto nei commenti.

➡    Cos' è lo stress?
➡    La natura dello stress
➡    Gli stressor
➡    Sintomi fisici
➡    Sintomi emotivi 
➡    Sintomi cognitivi
➡    Sintomi comportamentali

Cos’è lo stress

Con il termine stress indichiamo la nostra personale risposta psicofisica ad input emotivi, cognitivi o sociali, percepiti come eccessivi.Elisa Sergi coronavirus

In questo periodo di pandemia da Covid-19, siamo tutti sottoposti ad un carico stressogeno molto elevato. Per questa ragione ho scritto precedentemente un articolo che vi invito a leggere su come affrontare questo delicato momento: Leggi qui 

VADEMECUM PSICOLOGICO PER AFFRONTARE L’EMERGENZA DA CORONAVIRUS

Nel 1936 Hans Selye definì lo stress“risposta aspecifica dell’organismo” che si suddivide in 3 fasi specifiche ben distinte.

1 – Fase di allarme, un segnale che manifesta che gli stimoli sono eccessivi per la propria portata.
2 – Fase di resistenza, il momento nel quale si cerca di resistere a questi input eccessivi.
3 – Fase di esaurimento, questo è l’ultimo step nel quale possono iniziare a comparire sintomi fisici, cognitivi vede emotivi.

A seconda della durata l’evento stressante può essere sia acuto che cronico. In presenza di stress momentaneo e delimitato si parla di stress acuto, viceversa quando lo stress si prolunga nel tempo siao in presenza di stress cronico.

La natura dello stress

Elisa Sergi stress mentaleLo stress cronico può essere anche intermittente, nel senso che si presenta ad intervalli regolari nel corso del tempo. Invece lo stress cronico propriamente detto si manifesta per un lungo periodo di tempo. Lo stress cronico diventa invalidante poiché diventa un vero e proprio ostacolo al al perseguimento degli obiettivi individuali.

La durata non è l’unico fattore da tenere in considerazione, importante è capire la qualità dello stressor, ovvero dell’evento stressogeno. Gli stressor si dividono così in Eustress: stressor positivi, in gradi di eccitare e attivare l’organismo e Distress, stress negativi e nocivi per il nostro corpo, portando anche ad un abbassamento delle nostre difese immunitarie.

Gli stressor

Elisa Sergi coronavirus

Gli stressor possono essere:

  • eventi di vita, che siano piacevoli o spiacevoli ( matrimonio, nascita di un figlio, morte di una persona cara, divorzio, pensionamento, problemi sessuali)
  • cause fisiche, come la temperatura climatica, caldo estremo o freddo, abuso di sostanze come droghe fumo e/o alcol, gravi impedimenti fisici
  • il contesto di vita in cui una persona è calata, mancanze economiche ad ampio raggio, povertà, ambienti inquinanti da ogni punto di vista
  • malattie, sia lievi che gravi, calo delle difese immunitarie, comparsa di nuovi sintomi negativi, come quelli emotivi e cognitivi
  • Fenomeni straordinari, improvvisi e estremi come cataclismi. Sconvolgimento dovuto a cause naturali (terremoti, eruzioni vulcaniche, inondazioni, maremoti)

Sintomi dello stress

I sintomi dello stress sono emotivi, cognitivi, comportamentali e fisici

Sintomi emotivi

  • Ansia in ogni sua sfaccettatura
  • Sentimenti di rabbia, ira, irrequietezza
  • nervosismo
  • Senso di oppressione
  • Pianto
  • Agitazione
  • Senso di impotenza
  • Tristezza e malinconia
  • Depressione
  • Solitudine
  • Tensione
  • Apatia e abulia
  • E molto altro ancora a seconda della personalità dell’individuo

Sintomi cognitivi

  • Continue preoccupazioni
  • Rimuginazioni
  • Pensare alla fuga
  • Dimenticanze e problemi di memoria
  • Distrazione
  • Mancanza di lucidità
  • Difficoltà nel prendere le decisioni
  • Perdita di creatività
  • Perdita dell’umorismo
  • E molto altro ancora

Sintomi comportamentali

  • Bruxismo
  • Incocludenza
  • Prepotenza
  • Aumento dell’uso di sostanze
  • Aumento dell’alimentazione
  • Giudizi e critiche altrui
  • E molto altro ancora

Sintomi fisici

  • Problemi al cuore come tachicardia, extrasistole
  • Problemi di stomaco
  • Problemi alla schiena
  • Problemi alla testa come cefalee
  • Problemi sessuali
  • Vertigini
  • Intensa sudorazione
  • Irrequietezza e agitazione
  • Stanchezza
  • Disturbi del sonno
  • Perdita di appettito
  • Tinnitus
  • E molto altro ancora

Le psicopatologie associate allo stress possono essere:

  1. Disturbo post traumatico da stress.
  2. Tutti i disturbi d’ansia.
  3. disturbi dell’umore, depressione, disturbo bipolare.
  4. Disturbi psicosomatici come as esempio: asma bronchiale, ipertensione arteriosa, colite, eczema cutaneo, alopecia psicogena, ulcera gastro-duodenale.
  5. Disturbi dell’alimentazione.
  6. Disturbi sessuali.

Terapie

Le cure  possono essere diverse a seconda del paradigma che si sceglie.
Buona risposta hanno dato le tecniche di rilassamento come Yoga, meditazione, mindfulness.

Queste tecniche di meditazione e rilassamento, mirano a controllare lo stress, gestendo le diverse riposte psicofisiologiche.

Ho scritto un articolo sulla differenza tra psicosi e nevrosi, relativa al coronavirus: leggi qui

CORONAVIRUS, PSICOSI O NEVROSI?

 

-      Lato infantile 
-      Elisir di giovinezza
-      Controsensi e società 
-      Maschere
-      Giudice interiore
-      Smascheriamoci

Lato infantile

Il nostro lato infantile può salvarci! Si proprio così, ed è anche facile capire il perché!Elisa Sergi

Mi è venuta l’ispirazione per scrivere questa riflessione in seguito ad un episodio accaduto domenica al parco. Ero in compagnia di un’altra mamma, ci siamo messe in coda per far salire le nostre bimbe su una giostra, particolarmente divertente per entrambe. Scese le bambine, abbiamo pensato bene di salirci anche noi. Ecco, appena salite, siamo tornate un po’ bambine, era troppo divertente, ci siamo lasciate andare, liberando, senza troppe maschere, il nostro lato infantile.
Tutto, sotto gli occhi attoniti di diverse persone che forse non approvavano tale giocosità, da parte di due mamme.

Perciò la mia settimana si è aperta con questa riflessione:

Perché ci teniamo così tanto a nascondere (a volte anche a soffocare) il nostro lato infantile?

Elisa Sergi lato infantileNascondiamo il nostro lato infantile perché temiamo che possa metterci in cattiva luce, non solo con gli altri, ma anche con noi stessi. Abbiamo paura di mostrare questa parte di noi, perché crediamo erroneamente che questo faccia vacillare la nostra immagine, costruita con anni e anni di sacrifici.
Madri diligenti, mogli integerrime, serie professioniste, donne e uomini tutti d’un pezzo, non possono cedere a comportamenti infantili, sennò perderebbero parte della loro reputazione.

Partiamo dall’inizio. Perché non è visto di buon occhio il nostro lato infantile? E’ come se la gioia, il divertimento e la spensieratezza fossero solo ed esclusivamente appannaggio dei bambini. Una volta divenuti adulti, con responsabilità, impegni e maturità,  è come se questi aspetti dovessero, per forza tacere o peggio ancora cessare, come se avessero un influsso negativo sulle nostre vite.
Ciò è frutto di un antico retaggio, duro a morire, che la società continua ad avvallare.

Elisa Sergi lato infantileSiamo stati catapultati, nostro malgrado, in un mondo che ci insegna a stare in determinati binari con rigidi schemi comportamentali, reprimendo la nostra emotività. Perché ahimè l’essere adulto, in questa mentalità retrogada condivisa, consiste nell’abbandonare tutte le nostre velleità fanciullesche, per fortificarsi in altre aree, quella professionale e relazionale. Paradossalmente è la cosa più deleteria che si possa fare. Tralasciare, occultare, soffocare e censurare il nostro lato infantile, è controproducente perché mina il nostro stato psicologico.

Elisir di giovinezza

Benefici del nostro lato infatile

Elisir di giovinezzaPerché è giusto valorizzarlo? Perché è in grado di far sviluppare molte cose tra le quali la nostra produttività e soprattutto la nostra creatività.. come diceva Einstein: "La creatività è l'intelligenza che si diverte". Con questo lato infatile è possibile avere una visione del mondo più a colori, ci dona una freschezza e un entusiasmo capace di appassionarci. Mantenere e coltivare questo lato infantile, vuol dire riuscire a cogliere il bello nelle cose, anche le sfumature più semplici.Valorizzare questo aspetto infantile, che ognuno ha, vuol dire sviluppare parte della nostra personalità, quella più spontanea, più fresca, legata alla gioia e alla leggerezza. Non scambiate mai la leggerezza con la superficialità! Sono cose ben diverse.il lato infantile viste le sue caratteristiche aiuta nella nostra sfera relazionale, veicolando una comunicazione meno filtrata, più semplice, senza sovrastrutture, quindi più mirata e efficace nell'instaurare legami ed empatizzare. Una potente risorsa che ci permette di riscoprire le cose sotto la loro angolatura più positiva, con passione ed entusiasmo. Questo è importante nella vita affettiva ma anche nella vita professionale, poiché apre la mente a visioni innovative e con un ampio spettro. Una visione ottimistica, quasi fantastica, dove l'immaginazione non viene soggiogata alle rigide regole adulte, ma può esser capace di dare i suoi frutti. La curiosità è un aspetto importante che è alla base di questo lato infantile. La spinta verso la comprensione delle cose, la curiosità che può essere il volano per creare qualcosa di grande. La creatività è la più grande spinta naturale che abbiamo e che purtroppo non viene abbastanza sostenuta nei bambini. I bambini hanno per natura un pensiero divergente che fa loro dare innumerevoli soluzioni per un problema e questa è una risorsa che da adulti spesso perdimo. Perciò mantenere forte il nostro lato infantile vuol dire essere più ... sia nelle relazioni sia nella vita professionale.Invece di boicottare il nostro prezioso lato infantile, sarebbe utile per la nostra salute psicofisica valorizzarlo e svilupparlo nel modo corretto.
Ancora dei dubbi? Questo prezioso alleato, è in grado di far sviluppare molte cose tra le quali la nostra produttività e soprattutto la nostra creatività. Come diceva Einstein: “La creatività è l’intelligenza che si diverte”. Con il nostro lato infatile è possibile avere una visione del mondo a colori,  esaltandone tutte le sfumature. Esso è in grado di donare freschezza, entusiasmo, passione  verso le cose e le situazioni più semplici, più banali. Mantenere e coltivare questo lato, vuol dire riuscire ancora a cogliere il bello delle cose, anche i dettagli più comuni.

Il mio consiglio è quello di non soffocare, ma accettare e promuovere il bambino che c’è in noi. Questo vuol dire sviluppare parte della nostra personalità, quella più spontanea, più fresca, legata alla gioia e alla leggerezza. Non scambiate mai la leggerezza con la superficialità! Sono cose ben diverse.
Provare per credere! Vi renderete conto come il lato infantile aiuti nella  sfera relazionale, a veicolare una comunicazione meno filtrata, senza sovrastrutture, più mirata ed efficace a instaurare legami. Una potente risorsa che ci permette di riscoprire le cose sotto la loro angolatura più positiva, con passione ed entusiasmo. Questo è importante nella vita affettiva ma anche nella vita professionale, poiché apre la mente a visioni innovative e con un ampio spettro. Una visione ottimistica, quasi fantastica, dove l’immaginazione non viene soggiogata alle rigide regole adulte, ma può esser capace di dare i suoi frutti. La curiosità è un aspetto importante che è alla base di questo lato infantile. La spinta verso la comprensione delle cose, può essere il volano per creare qualcosa di grande. La creatività è il più grande input che abbiamo e che purtroppo non viene abbastanza valorizzato. I bambini hanno per natura un pensiero divergente che fa loro dare innumerevoli soluzioni per un problema e questa è una risorsa che da adulti spesso perdiamo. Mantenere forte il nostro lato infantile può aiutarci in ogni ambito della nostra vita.

Controsensi della società

La voglia dell’eterna giovinezza e le relative maschere

Elisa Sergi lato infantileViviamo in una società ossessionata dall’eterna giovinezza, con un’ansia legata all’invecchiamento che fa la fortuna di chirurghi plastici, centri estetici e palestre. Vogliamo tutti rimanere giovani, belli, in forma, scongiurando rughe e vecchiaia. L’insicurezza e la non accettazione del proprio corpo, omologa donne e uomini a stereotipi di bellezza, (del tutto opinabili), livellandoli con precisi requisiti.  Capite bene, che tutto ciò si scontra con il desiderio di nascondere il nostro lato infantile, come fosse qualcosa di cui vergognarsi. Uno dei più grandi controsensi che possa esistere. Perché tutto questo?

Per la paura di essere giudicati! La società, i nostri genitori, gli amici, il partner, persino noi stessi ci incaselliamo sterilmente in ruoli già preconfezionati e standardizzati. Ruoli fissi che non lasciano spazio, al nostro lato bambino, istintivo, naturale, gioioso e spensierato. Temiamo che la nostra immagine venga terribilmente compromessa. Ed è vero… se viviamo senza il filtro della censura, quello che trasmettiamo a noi stessi e agli altri, è una figura più sfumata, con contorni meno netti e meno identificabili che può scompensarci. E questo spaventa, in primis noi, e poi agli altri… Non identificare, catalogare, etichettare, ci destabilizza, non riuscire ad agguantare una definizione non ci rende sicuri. L’obiettivo quindi è avere una spiegazione per tutto, anche per cose che non possono averla.

Elisa SergiPer quanto mi riguarda è tutta la vita che cerco di definirmi, e ancora non ci sono riuscita. In molti mi hanno etichettata in diversi modi, chi per gli aspetti legati alla mia personalità, chi per il lavoro che faccio, chi per il mio aspetto fisico, io stessa ho cercato invano di farlo… fortunatamente non ci sono riuscita. In molti si identificano in quello che è il loro lavoro, o il proprio ruolo familiare. La nostra essenza è molto più ampia, prende caratteristiche da tanti aspetti della nostra vita, della nostra psiche, dai nostri desideri, dai nostri bisogni. Definirsi è difficile, perciò quando chiedono di farlo non mi piace mai. Un tremendo bisogno di identificazione e di uniformarsi agli altri, che ci fa indossare maschere su maschere. Un tempo le maschere erano psicologiche adesso sono anche fisiche e manifeste. Pensate alla chirurgia estetica, in quante persone si cambiano i connotati per identificare loro stesse, a canoni estetici imposti dalla società e da un concetto di bellezza pressoché standard.
Invece la vera bellezza è la diversità, la differenza, l’unicità, l’intelligenza.

Maschere

Tutti le indossiamo!

Elisa SergiTutti portiamo maschere. E’ un meccanismo che ci salvaguarda da situazioni equivoche che reputiamo pericolose. Perciò per certi aspetti la maschera aiuta a destreggiarsi in diversi aspetti della vita. L’aspetto negativo è quando la maschera prende il sopravvento su di noi, portando a negare i nostri aspetti più naturali e positivi. Una maschera quindi è l’immagine che vogliamo dare al mondo e dietro la quale ci nascondiamo. La maschera quindi nasconde diversi conflitti, uno su tutti, quello del controllo e della libertà che sono ai poli opposti. La maschera ha la funzione di offuscare le frustrazioni, i timori, il dolore, la rabbia, la mancanza di soddisfazione e di gratificazione.

Le maschere sono i nostri meccanismi di difesa, che cercano di controllare le nostre emozioni/pulsioni/desideri, e nello stesso tempo ci imprigionano in schemi rigidi autolimitanti con un medesimo copione, che mettiamo in atto continuamente.

Maschere indossate anche inconsciamente, per l’ansia di non essere accettati, amati, riconosciuti, di rimanere da soli o di essere discriminati. Siamo impressionati dalle nostre ombre, abbiamo paura di lasciarci andare e di manifestare al mondo che a volte le nostre responsabilità sembrano troppo grandi, troppo impegnative e vorremmo abbandonarle. Desideriamo salvarci e vorremmo che qualcuno lo facesse.

Giudice Interiore

Severo controllore

Elisa SergiLe maschere sono create dal nostro Giudice interiore. Questo controllore psichico è frutto di esperienze e di vissuti che ci portiamo dietro sin dall’infanzia. Subendo esperienze negative, e non potendo modificare l’ambiente esterno, cerchiamo di adeguarci, modificando le nostre riposte, modulando e manipolando noi stessi. Tutto ciò, che appartiene alla nostra parte più istintiva e più profonda, viene man mano che cresciamo censurato e giudicato inaccettabile, per questo relegato segretamente dentro di noi. Non possiamo liberare la nostra parte più profonda, quella legata alla nostra vera natura, altrimenti per noi ci sarebbero punizioni, umiliazioni e frustrazioni. Questo giudice da una parte rende la nostra vita socialmente consona alle regole e ad uno stile di vita il più pacato possibile, dall’altro ci impedisce di manifestare in pieno la nostra vera natura, limitandoci fortemente in quelle che sono le nostre azioni e le nostre emozioni. Un senso di malcontento generale, impotenza, costrizione, insoddisfazione, apatia, noia, in certi casi anche depressione. Queste sono alcune emozioni dovute al sopravvento del nostro giudice interno, che si adopera per non far perdere l’equilibrio dello status quo.

Elisa SergiSpesso questo conflitto tra la nostra vera natura e il nostro giudice interno crea ansia. Ansia legata a quello che desideriamo fare o essere e quello che la società e le nostre regole morali ci impediscono. Come risolvere questo contrasto? Domanda da un milione di dollari!! Se ci abbandonassimo alle nostre pulsioni, ai nostri desideri, lasciando le nostre maschere, poi dovremmo fare i conti con le tutte le conseguenze del caso.
Tutto sta nel capire se ne vale davvero la pena.

E se facessimo tacere il nostro giudice interiore?  Come se fosse facile!
Non è semplice togliersi la maschera. C’è la paura di non piacere, la paura dei giudizi e la paura di provare emozioni negative. L’ansia anticipatoria è legata al presunto pericolo nel far tacere il nostro giudice, smascherandoci. La nostra esperienza in tal senso, ci ha insegnato che certi  impulsi, certe azioni legate ai nostri desideri, possono essere fortemente pericolose per la nostra psiche. Punizioni, critiche, giudizi, disapprovazione, umiliazione, vergogna e senso di colpa. Si salvi chi può!

Smascheriamoci 

Facile a dirsi, meno a farsi

Elisa SergiLe maschere spesso includono anche la percezione che abbiamo di noi stessi, del nostro aspetto fisico, del nostro aspetto psichico. Spesso confondiamo quello che realmente siamo con quelle che sono le nostre maschere. Arriviamo perfino a pensare di essere le nostre stesse maschere. Perché vogliamo dare a noi stessi e a gli altri una stabile immagine di noi, quando nella vita ho capito che non c’è niente di stabile, è tutto un moto perpetuo.

Si crea nella nostra mente una situazione di dualità tra bene e male, buono e cattivo, giusto e sbagliato, in cui il nostro giudice sentenzia in maniera netta una data situazione. Quindi la scelta spesso è fortemente condizionata da una serie di emozioni legate all’ansia di sbagliare con tutte le conseguenze del caso.
Questo conflitto, se forte e esasperato,  si può anche manifestare a livello psicofisico, facendoci ammalare. Stupido pensare che mente e corpo siano divisi. Ci ammaliamo a livello psicofisico, ormai chi non capisce questo non ha capito un bel nulla!

Elisa SergiMa quale è la strada giusta da percorrere? Siamo sempre alla ricerca della perfezione, di fare la cosa più giusta e saggia rispetto alla situazione, per farci sentire corretti e apprezzati. Ma a volte dimentichiamo che è il nostro giudice interno a decidere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.

Forse provando a risolvere e andare oltre i nostri conflitti passati, quelli che ci intrappolano in dinamiche dualistiche di giusto/sbagliato. Ricercare le nostre vere inclinazioni, assumerci la responsabilità di andare oltre il nostro giudice interno, esprimendo il nostro potenziale in maniera naturale, a seconda delle situazioni e delle emozioni del momento.
Cosa vogliamo davvero? Di cosa abbiamo paura? Cosa perdiamo? Cosa guadagnamo a rimanere fedeli alle dinamiche del nostro giudice?

La consapevolezza di questi meccanismi è già un bel passo in avanti. Riconoscere le nostre emozioni, ciò che davvero proviamo, abbandonare il rigido controllo e decidere liberamente se è il caso di agire o solo di rimanere nella consapevolezza del nostro stato. Capire quello che la situazione ci suscita, senza farsi suggestionare da altre forze che siano esterne o interne.
Capire il lavoro del nostro giudice, osservarne le dinamiche e prenderne le distanze. Capire i sintomi specifici scaturiti da questo conflitto: ansia, stress, senso di oppressione, sensi di colpa, vergogna, confusione.

Elisa SergiAllenarsi ad ascoltare le nostre emozioni e attendere il momento migliore per agire. Non si tratta di boicottare il nostro giudice interno ma di estendere i nostri orizzonti oltre gli schemi delle regole autoimposte.
Confrontarsi con il nostro giudice, instaurando una relazione di scambio, proficua e paritaria, senza gerarchie di ruoli, forse così potremmo destreggiarci per cercare di avere un buon equilibrio.
Accettare il dolore, i fallimenti, le insoddisfazioni e tutte le nostre imperfezioni senza giudicarsi troppo severamente.

Consapevolezza, volontà, forza, determinazione, accettazione e pazienza.
Ottimi spunti per iniziare a calmare le acque dentro di noi.

➡  La natura del sogno
➡  Sogno e neuroscienze
➡  Ricordare il sogno
➡  Interpretare il sogno
➡  Freud e la sua teoria 
➡  Conclusioni

La natura del sogno

Il sogno è qualcosa di totalmente nostro, “materiale mentale” che produciamo ogni notte. Nel precedente articolo ho parlato ampiamente dei benefici che sognare ha sulla nostra psiche, sia a livello conscio sia a livello inconscio. Il sogno agisce come terapia per la nostra mente.

Per sapere tutti i benefici del sogno Leggi qui

Nella fase REM il sogno solleva la nostra mente dallo stress, e dai traumi di varia natura che accumuliamo durante il giorno, mentre tutto il nostro corpo è rilassato.
I contenuti emotivi vengono abilmente rielaborati in un ambiente sicuro e tranquillo. Nel sogno abbiamo la sicurezza di non compiere azioni delle quali potremmo pentirci, possiamo fare tutto quello che il nostro inconscio ci sussurra. Possiamo liberamente dare sfogo a tutte le nostre pulsioni, desideri più proibiti, lontano da raziocinio e moralità.
Esperienze positive o negative, belle o brutte, nel sogno hanno un effetto quasi “catartico”.

Interpretare i sogni è una cosa affascinante, si può entrare in un universo nel quale la ragione, la logica, la razionalità non sussistono, ma lasciano spazio ad emozioni, pulsioni e desideri.

Sogno e neuroscienze

Elisa Sergi blogGrazie ai diversi strumenti nel campo delle neuroscienze, abbiamo potuto studiare quello che succede nel nostro cervello durante il sogno. Tomografia a emissione di positroni e risonanza magnetica, sono tecnologie in gradi di visualizzare il funzionamento del cervello umano. I ricercatori hanno studiato come il cervello in una prima fase, riordini le informazioni apprese durante il giorno e in una  seconda fase come le elabori per collegarle a contenuti già esistenti in memoria.

Il nostro cervello nel sonno, è in grado di ordinare il complesso meccanismo della memoria, immagazzinando le nuove informazioni apprese durante il giorno. Nella fase del sonno profondo si sviluppano nuove sinapsi, che elaborano i contenuti archiviati. Gli studiosi ipotizzano che con questo meccanismo si formi la memoria a lungo termine. Come si capisce bene, la qualità del sonno in questo caso è fondamentale alle nostre funzionalità cognitive.

Neurologicamente parlando, i sogni sono il riassunto dell’attività cerebrale, che è in continua elaborazione e che non si ferma mai. Psicologicamente parlando i sogni rappresentano la proiezione più intima e profonda dei contenuti quotidiani che affrontiamo in maniera logica e razionale. Il sogno in questo caso aiuta una maggior consapevolezza dei nostri stati emotivi e conseguentemente della nostra situazione psichica.

Ricordare il sogno

Elisa Sergi blogMolte persone pensano di non sognare, questa è una falsa credenza, infatti sognamo eccome e lo facciamo più volte in una stessa notte. Le persone che raccontano di non sognare, vuol dire che non si ricordano i sogni. in effetti non è così banale la faccenda. Spesso abbiamo dei barlumi di ricordi, altre volte appena svegli il sogno lo ricordiamo bene, poi come per magia svaniscono i particolari fino a quasi non ricordarlo più. Persino quando il sogno è chiaro e lo stiamo raccontando ci sembra che qualcosa ci sfugga e sicuramente qualche particolare ce lo siamo persi davvero. Inoltre diamo per scontato che sia semplice tradurre a parole, emozioni e sensazioni provate nei sogni, ma ciò non lo è affatto! Alcune volte sappiamo di aver sognato ma proprio non riusciamo a ricordare il contenuto del sogno.

E’ più semplice ricordarsi il sogno la mattina al risveglio, anche se alcuni sogni rimangono particolarmente in memoria perché ci coinvolgono emotivamente. Atre volte invece può capitare che alcune cose o situazioni durante il giorno siano in grado di farci ricordare il contenuto del sogno, altrimenti dimenticato.

Per ricordare i sogni sarebbe utile andare a letto con la volontà di voler ricordare il sogno al mattino seguente. Il momento del risveglio è molto importante in quanto, in quel momento il ricordo, può tornare alla memoria più facilmente. Perciò sarebbe opportuno avere un risveglio il più possibile calmo, tranquillo, una volta aperti gli occhi, rimanere fermi e concentrarsi sul ricordo, focalizzando cosa abbiamo sognato. Non è un processo immediato, ci vuole un po’ di tempo e un piccolo sforzo di memoria, però ne vale davvero la pena.

Una volta ricordato il sogno, trascriverlo subito su un diario, cercando di scrivere ogni dettaglio anche quello più insignificante.Elisa Sergi blog

Interpretare il sogno 

  1.  Scrivere il proprio sogno possibilmente su un diario, meglio se lo teniamo sul comodino o vicino al letto.
  2.  Appuntare tutte le sensazioni e i dettagli del sogno;
  3.  Evidenziare i contenuti a noi rilevanti che predominano nel sogno;
  4.  Rileggere lo scritto e trascrivere le emozioni provate in sogno;
  5. A questo punto possiamo provare ad estrapolare una nostra interpretazione, provando ad usare le “libere associazioni” (vedi sotto).
    Rileggendo le cose evidenziate, iniziare a verbalizzare le prime cose che ci vengono spontanee, pensieri, ricordi, emozioni, tutto quello che ci salta in mente.
  6. Concedersi del tempo per riflettere  sui diversi  significati attribuibili al sogno, spesso sono molteplici, come molteplici sono gli aspetti di noi stessi.
  7. Per approfondire questa tematica, oltre a seguirmi sul mio profilo Instagram, nel quale esamino alcuni significati di sogni più ricorrenti, rivolgersi ad uno specialista, psicologo, psicoterapeuta, psicanalista per sedute dettagliate di interpretazione del vostro materiale onirico.
Libera associazione 
Tecnica Freudiana che consiste nel verbalizzare e riferire ogni pensiero, parola, emozione, 
sensazione, desiderio o impulso che venga in mente durante la seduta, 
facendo esprimere il paziente liberamente, senza la minima censura, senza il minimo 
controllo. Questo al fine di cercare di portare alla mente qualche dato dell'inconscio.

Freud e la sua teoria 

Elisa Sergi blogFreud ha avuto il grande merito di far conoscere l’importanza del sogno e della sua interpretazione. Già nella Grecia antica, si dava grande risalto al sogno, ma secondo Freud non vi era un teoria completa ed esaustiva che spiegasse “la teoria del sogno”, così ne ha creata una lui.

Durante il sogno l’inconscio libera le sue rappresentazioni, frutto di pulsioni e desideri repressi spesso non consapevoli. Sono il più delle volte contenuti inaccettabile per la nostra sfera razionale. Per Freud nel sogno vi è una specie di sdoganamento di forze primitive e potenti che sono inibite dalla nostra logica, razionalità e soprattutto dalla nostra morale.

Per Freud ci sono due tipi di contenuti. Un contenuto manifestociò che ricordiamo e al quale possiamo dare un’interpretazione. E un contenuto latente, che racchiude al suo interno elementi celati e mascherati.

Attraverso l’interpretazione analitica degli elementi dell sogno, secondo Freud è possibile giungere a ricostruire quei contenuti inconsci che, in nessun altro modo , potrebbero essere riconosciuti.

Le leggi che regolano i sogni

Secondo Freud ci sono 5 leggi che regolano la formazione del contenuto manifesto di un sogno. Queste leggi sono usate anche per capire e decifrare il contenuto latente del sogno.Elisa Sergi blog

  1. Condensazione: idea, immagine del sogno fusa insieme con vari pensieri.
  2. Spostamento: processo per cui la carica emotiva è separata dal suo oggetto reale ed è riferita ad un oggetto differente.
  3. Drammatizzazione: in cui i pensieri e le emozioni alla base dei sogni si presentano in successione densa e movimentata, molto più amplificata.
  4. Simbolizzazione: consiste nell’utilizzo da parte dell’inconscio di simboli sostitutivi delle cose.
  5. Rappresentazione per l’opposto: si verifica nel momento in cui ci si risveglia, cioè quando la censura, rientrata in azione con tutte le sue forze, ostacola il ricordo della trama del sogno.

Conclusioni

Ricordare i sogni è l’unico modo per poterli interpretare, non è però così semplice ricordarsi quello che sognamo durante la notte. E’ una questione di allenamento, volontà e predisposizione.
A volte durante un sogno siamo consapevoli che stiamo sognando e abbiamo quasi una percezione di noi stessi ultraterrena, ovvero ci vediamo durante il sonno, in altri casi il sogno appare assolutamente come reale.

Elisa Sergi blogMi viene in mente lo spot di un noto analgesico per l’influenza che dice: “sembra incredibile ma i sintomi dell’influenza femminile e maschile sono gli stessi”. Ecco a parte lo stereotipo sessista a cui ormai siamo tristemente abituati e che tralascio di commentare, per quanto riguarda il materiale onirico,  non è così. Infatti c’è una grande differenza tra i due sessi. E’ stato possibile osservare questo dato grazie a strumenti specifici usati nell’analisi dell’attività cerebrale. Nel sogno durante la notte, si attivano nei due sessi, connessioni diverse. Noi donne tendiamo a fare sogni più intimi, incentrati più sul nostro profondo, sognamo situazioni personali, emozioni intense, mentre nell’uomo è più frequente che il contenuto sia riferito a situazioni esterne, leggermente più distaccate, quasi osservatori non coinvolti.
Nei bambini i sogni sono spesso una rielaborazione di quello che è successo durante il giorno, per questo è opportuno non stimolarli troppo la sera prima di andare a letto.

Insomma i sogni sono il frutto dei nostri vissuti, delle nostre esperienze che vanno a intrecciarsi con stati emotivi, desideri, pulsioni, paure e quant’altro. Il sogno è un mezzo meraviglioso in grado di aiutarci attivamente sia perché ci libera sia perché ci rende consapevoli della nostra situazione psichica.