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L’Autunno nell’immaginario comune

L’ Autunno non ha un compito ingrato, quello di subentrare dopo la spumeggiante, brillante e scanzonata stagione estiva, quella statisticamente preferita dalla maggior parte delle persone.

Nell’immaginario comune, l’ Autunno è da sempre una stagione triste, poiché ha a che fare con i rientri dalle ferie, il ritorno a lavoro e a scuola per la maggior parte della popolazione. Questa stagione ha sempre avuto un retrogusto un po’ amaro tipico dei rientri, stimolando nei più, malinconia, torpore, ottundimento e talvolta anche irritabilità. La spiegazione di tutto ciò la ritroviamo nella ciclicità biologica, che come ogni picco alto, inizia la discesa verso il picco più basso, come andamento globale di tutto il nostro ciclo vitale. Dopo la stagione calda, ci si prepara alla stagione fredda, attraversando le cosiddette vie di mezzo.

L’ Autunno è quella via di mezzo che porta verso il freddo inverno dopo la calda estate.
All’opposto la primavere è quella via di mezzo che porta dal gelo al tepore, ed è per questo, per la fioritura, per questo preludio all’estate, una tra le stagioni più belle e amate di sempre. Primavera infatti  in natura è sinonimo di risveglio, rinascita e crescita.

Tutto questo interferisce con il nostro umore e con la percezione della nostra quotidianità, influenzando la nostre psiche che è labile a tutti i cambiamenti metereologici e non solo. Non a caso in questa stagione e in inverno sono più frequenti i cosiddetti “cali di umore” o “umore deflesso” fino ad arrivare ad una depressione stagionale conclamata. La luce solare infatti è un importante fattore che insieme ad altri fattori predisponenti influisce a far mutare il nostro umore.

autunno Elisa Sergi psicologia
I frutti autunnali

Autunno e rinnovamento

Non tutti sanno però che il termine “autunno” deriva dal latino autumnus, che sta a significare  “aumento, arricchimento, incremento”. Tale stagione infatti se ci pensiamo bene è alla base del rinnovamento, dalle foglie che cadono, affinché alberi e piante si rigenerino, alla maturazione dei frutti autunnali in grado di farci fare scorte per la fredda stagione invernale.

L’autunno al contrario di ciò che è diffuso nell’immaginario comune è un periodo fertile e fondamentale nel quale si formano  semi e frutti che cresceranno rigogliosi nelle stagioni successive. Metaforicamente il seme è inteso come inizio di una vita nuova, che attecchisce dentro di noi come nuova consapevolezza che mette le basi per un cambiamento futuro.

Come nasce qualcosa, allo stesso tempo deve morire qualcosa. Le foglie che cadono, oltre ad aspetti di noi che perdiamo nel tempo, possono simboleggiare anche e soprattutto le persone che non fanno più parte (e menomale) della nostra vita, del nostro percorso, che lasciano il campo a nuovi germogli, qualcosa che verrà, nuovi incontri, nuove persone, nuove relazioni.

Le foglie cadute hanno duplice funzione, oltre al lasciare spazio per il nuovo, anche quello di fertilizzare il terreno, consentendo all’albero di fruire dei nutrienti nel terreno per continuare il suo ciclo e la sua vita. La metafora calzante quando la foglia secca e caduta diventa nutrimento per il terreno è quella degli insegnamenti che traiamo dalle relazioni passate. Ogni esperienza, anche e soprattutto le più negative, sono in grado di insegnarci tante cose e questo rappresenta il fertilizzante per l’albero, utile consapevolezza per noi.

Autunno come magia silenziosa

Questa stagione bistrattata da tutti, è invece magica, perché capace di grande trasformazione interiore, si taglia il vecchio che farà spazio al nuovo. Cambiamenti silenti e imponenti che a volte la natura manifesta e a volte no.

Accettare la caducità delle cose, imparare a fluire nella trasformazione perenne che è la nostra vita. Accogliete la nostalgia, malinconia, spossatezza, stanchezza, solitudine, ribellione, perché fan parte della nostra naturale ciclicità.

Una stagione silenziosa e taciturna, ma che se vissuta e accolta nel verso giusto può darci tanto, come ogni momento della nostra vita. Da qui si pone le basi per uno sviluppo nei mesi che verranno.

Elisa Sergi autunno psicologia
The caldo, tisana, libro e relax

Vademecum autunnale

Come riuscire a viversi meglio possibile questa stagione? Con abitudini e routine sane e ben predisponenti.

Ecco i miei consigli :

Vediamo insieme come fare per restare “attivi”:

  • Tieni un diario. La scrittura è una potente arma terapeutica a nostro favore, provare per credere. Acquista PsicoAgenda 2025, dove grazie alle pagine del diario emotivo, potrai riversare tutti i tuoi stati d’animo e tracciarli, mettendoli nero su bianco nelle pagine dedicate.
  • Accogliere stati di malinconia transitoria che sono comuni e assolutamente funzionali per la nostra esistenza, è un ciclo.
  • Assecondare con saggezza il nostro corpo può darsi che possiamo essere stanchi e spossati, non forziamoci a far cose che sentiamo non esser il momento di fare, così come nel cibo. Autoregolamentiamoci da soli.
  • Riposiamo bene e più a lungo. Come sappiamo l’autunno è la stagione del torpore e del letargo, assecondiamo la natura.
  • Approfittiamo delle ore all’aria aperta. Passare del tempo fuori  è sempre un’idea eccellente, i benefici non importa che li elenchi, sono noti a tutti noi, stare all’aria aperta migliora l’umore e riduce il livello di stress percepito.
  • Non sovraccarichiamoci di cose da fare con la motivazione della ripartenza settembrina. Questa stagione ha i suoi delicati equilibri, specie in questa epoca di corsa alla performance perfetta.
  • Lasciamo andare tutte quelle situazione che ci appesantiscono e non ci fanno stare bene e non sono in linea con ciò che siamo e con ciò che vogliamo. Tutte le persone che non credono in noi e che puntualmente svalutano, criticano e giudicano ogni minimo dettaglio. Abbiamo bisogno di sorrisi e leggerezza.
  • Costruisci i tuoi buoni propositi 

Buon Autunno

➡    La giusta informazione: i LINK utili 
➡    Vademecum Psicologico

La giusta informazione: i LINK utili

Siamo chiamati tutti in causa per cercare di tamponare questa emergenza Coronavirus, una situazione estremamente complessa e delicata. Dobbiamo assolutamente attenerci ai dettami del Decreto entrato in vigore. Andate sul sito del Governo e leggetevi attentamente quanto scritto: 

Ecco il LINK del sito del Governo.

Oltre a questo link, ve ne segnalo altri due, poiché è di vitale importanza informarsi e capire bene la situazione, da fonti sicure e istituzionali:

– Ministero della Salute: http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus

– Istituto Superiore di Sanità: https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/

Un atteggiamento psicologico valido può aiutare non solo chi lo attua ma anche gli altri, innescando un circuito virtuoso, e aumentando il quoziente di resilienza dei singoli, della famiglia, della comunità.

VADEMECUM  PSICOLOGICO

Vorrei diffondere questo utilissimo VADEMECUM creato dall’Ordine degli Psicologi, al fine di gestire al meglio, in questa situazione di emergenza, lo stato psichico individuale e della collettività. Credo fortemente sia necessario per fronteggiare al meglio questo carico di stress al quale ovviamente non possiamo essere abituati.

La paura è un’emozione potente e utile.  E’ stata selezionata dall’evoluzione della specie umana per permettere di prevenire i pericoli ed è quindi funzionale a evitarli.

La paura funziona bene se è proporzionata ai pericoli. Così è stato fino a quando gli uomini avevano esperienza diretta dei pericoli e decidevano volontariamente se affrontarli oppure no.

Oggi molti pericoli non dipendono dalle nostre esperienze. Ne veniamo a conoscenza perché sono descritti dai media e sono ingigantiti dai messaggi che circolano sulla rete. Succede così che la paura diventi eccessiva rispetto ai rischi oggettivi derivanti dalla frequenza dei pericoli. In questi casi la paura si trasforma in panico e finisce per danneggiarci.

Facciamo un esempio: dopo l’11 settembre il panico degli statunitensi per il volo in aereo fu tale che molti decisero di spostarsi in macchina. Nel periodo successivo sulle strade morì il doppio delle persone rispetto a quelle che viaggiavano sugli aerei catturati e abbattuti dai terroristi. Il panico si era tradotto in scelte individuali controproducenti che, aggregate, divennero un danno collettivo.

Si ha più paura dei fenomeni sconosciuti, rari e nuovi, e la diffusione del Coronavirus ha proprio queste caratteristiche.

A tutt’oggi, i decessi per influenza non da Coronavirus sono molto più frequenti. Di questi però non si ha paura perché ci siamo abituati a tal punto che molti italiani ignorano addirittura i benefici, in chiave preventiva, dei vaccini. Si ripete la differenza tra la paura dei voli in aereo e la scelta volontaria e sotto il nostro controllo di guidare un’automobile.

Per evitare che le paure siano sproporzionate e creino forme di ansia individuale e di panico collettivo proponiamo di condividere un “decalogo antipanico”. Alcune “chiavi di lettura” che possono aiutarci ad evitare due errori possibili: sopravvalutare o sottovalutare (negare) il problema.

Decalogo anti-panico

1. Attenersi ai fatti, cioè al pericolo oggettivo. Il Coronavirus è un virus contagioso ma come ha sottolineato una fonte OMS su 100 persone che si ammalano 80 guariscono spontaneamente, 15 hanno problemi gestibili in ambiente sanitario, solo il 5 hanno problemi più gravi e tra questi i decessi sono circa la metà ed in genere in soggetti portatori di altre importanti patologie.

2. Non confondere una causa unica con un danno collaterale. Molti decessi non sono causati solo dall’azione del coronavirus, così come è successo e succede nelle forme influenzali che registrano decessi ben più numerosi.  Finora i decessi legati al coronavirus sono stimati nel mondo sono cento volte inferiori a quelli che si stima causi ogni anno la comune influenza. E tuttavia questo 1% si aggiunge ed è percepito in modo diverso dai “decessi normali”. Finora nessuno si preoccupava di una forte variabilità annuale perché tutti i decessi venivano attribuiti all’influenza “normale”: nell’ultima stagione influenzale sono scomparsi 34.200 statunitensi e, l’anno prima, 61.099.

3. Se il panico diventa collettivo molti individui provano ansia e desiderano agire e far qualcosa pur di far calare l’ansia, e questo può generare stress e comportamenti irrazionali e poco produttivi.

4. Farsi prendere dal contagio collettivo del panico ci porta a ignorare i dati oggettivi e la nostra capacità di giudizio può affievolirsi.

5. Pur di fare qualcosa, spesso si finisce per fare delle cose sbagliate e a ignorare azioni protettive semplici, apparentemente banali ma molto efficaci (cfr. elenco qui sotto).

6. In linea generale troppe emozioni impediscono il ragionamento corretto e frenano la capacità di vedere le cose in una prospettiva giusta e più ampia, allargando cioè lo spazio-tempo con cui esaminiamo i fenomeni.

7. E’ difficile controbattere le emozioni con i ragionamenti, però è bene cercare di basarsi sui dati oggettivi. La regola fondamentale è l’equilibrio tra il sentimento di paura e il rischio oggettivo.

8. Questa semplice figura permette di vedere la paura del coronavirus in prospettiva.La figura mostra nella parte superiore i pericoli di cui si ha più paura di quanta se ne dovrebbe avere. In questi casi l’indignazione pubblica può suscitare panico e, di conseguenza, ansie sproporzionate e dannose. Nella parte inferiore, al contrario, ci sono i pericoli a cui siamo abituati e che non provocano paure. La sproporzione tra le aree dei due cerchi mostra quanta differenza c’è tra paure soggettive e pericoli oggettivi. (Fonte: Paolo Legrenzi, A tu per tu con le nostre paure. Convivere con la vulnerabilità, Il Mulino, 2019).

9. La figura mostra il fenomeno delle paure nel loro complesso: l’indignazione pubblica sui media accentua alcune paure, come quelle per gli attacchi terroristici e i criminali armati, e induce a sottovalutare altri pericoli oggettivi a cui siamo abituati. Le caratteristiche del panico per coronavirus lo avvicinano ai fenomeni improvvisi e impressionanti che inducono panico perché sollevano l’indignazione pubblica.

10. Siamo preoccupati della vulnerabilità nostra e dei nostri cari e cerchiamo di renderli invulnerabili. Ma la ricerca ossessiva dell’invulnerabilità è contro-producente perché ci rende eccessivamente paurosi, incapaci di affrontare il futuro perché troppo rinchiusi in noi stessi.

 

Tre buone pratiche per affrontare il coronavirus

1. Evitare la ricerca compulsiva di informazioni.

Abbiamo visto che è normale e funzionale, in chiave preventiva, avere paura davanti ad un rischio nuovo, come l’epidemia da coronavirus: ansia per sé e i propri cari, ricerca di rassicurazioni, controllo continuo delle informazioni sono comportamenti comprensibili e frequenti in questi giorni. E tuttavia la paura si riduce se si riflette sul suo rapporto con i pericoli oggettivi e quindi si sa con chiarezza cosa succede e cosa fare.

2. Usare e diffondere fonti informative affidabili.

E’ bene attenersi a quanto conosciuto e documentabile. Quindi: basarsi SOLO su fonti informative ufficiali, aggiornate e accreditate.

Al Ministero della Salute, alla Protezione Civile, e al Sistema sanitario nazionale e regionale lavorano specialisti esperti che collaborano per affrontare con grande rigore, attenzione e con le risorse disponibili la situazione in corso e i suoi sviluppi.

3. Un fenomeno collettivo e non personale.

Il Coronavirus non è un fenomeno che ci riguarda individualmente. Come nel caso dei vaccini ci dobbiamo proteggere come collettività responsabile. I media producono una informazione che può produrre effetti distorsivi perché focalizzata su notizie in rapida e inquietante sequenza sui singoli casi piuttosto che sui dati complessivi e oggettivi del fenomeno. E’ importante tener conto di questo effetto.

 

Dopo i pensieri e le emozioni, i comportamenti

L’Istituto Superiore di Sanità indica semplici azioni di prevenzione individuale.

Eccole qui riassunte:

  • Evita il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute.
  • Il lavaggio e la disinfezione delle mani sono la chiave per prevenire l’infezione.
  • Bisogna lavarsi le mani spesso e accuratamente con acqua e sapone per almeno 20 secondi, fino ai polsi. Se acqua e sapone non sono a portata di mano, è possibile utilizzare anche un disinfettante per mani a base di alcol con almeno il 60% di alcol.
  • Il virus entra nel corpo attraverso gli occhi, il naso e la bocca, quindi evita di toccarli con le mani non lavate.
  • Copri bocca e naso se starnutisci o tossisci; usa fazzoletti monouso.
  • Usa la mascherina solo se sospetti di essere malato o assisti persone malate.
  • Non prendere farmaci antivirali né antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico.
  • Contatta il numero verde 1500 se sei tornato dalla Cina da meno di 14 giorni e hai febbre o tosse.
  • Se stai male e hai sintomi compatibili con il Coronavirus, contatta telefonicamente il tuo medico di base o il 118, senza recarti direttamente in ambulatorio o in Pronto Soccorso (per ridurre eventuali rischi di contagio a terzi o al personale sanitario).
  • Rispetta rigorosamente solo i provvedimenti e indicazioni ufficiali delle Autorità di Sanità Pubblica: sono una tutela preziosa per te e per tutti.

L’uso regolare di queste azioni elementari riduce significativamente i rischi di contagio per sé, chi ci è vicino e la collettività tutta.

 

A chi si deve badare nella marea delle notizie

E’ stata chiamata “infodemia” il contagio e la diffusione delle notizie: guardando la tv, aprendo i giornali o andando in rete si viene sommersi da una marea di informazioni di ogni tipo sul Coronavirus: veri esperti e finti esperti, specialisti improvvisati, persone che riportano il “sentito” dire o il “sentito” letto. In questo campo ragionare con il “buonsenso” porta a conclusioni spesso errate.

Va bloccato o ignorato uno stato di “allarme psicologico permanente” che si traduce in “indignazione pubblica”. Si tende così a aumentare la percezione dei rischi e siamo spinti a cercare ossessivamente informazioni più rassicuranti. I media però sono fatti per attirare l’attenzione e ci espongono per lo più a cronache allarmanti facendo cresce la sproporzione tra pericoli oggettivi e paure personali.

Conclusione: riduci la sovraesposizione alle informazioni dei media. Le semplici informazioni sopra riportate sono sufficienti. Una volta acquisite le informazioni di base su che cosa succede e che cosa fare, è sufficiente verificare gli aggiornamenti sulle fonti affidabili sopra indicate.

Si hanno così tutte le informazioni necessarie per proteggersi, senza farsi sommergere da un flusso ininterrotto di “allarmi ansiogeni”. E’ bene proteggere anche i bambini. Se ci interrogano, daremo sempre la nostra disponibilità a parlare serenamente di quello che possono aver sentito e li spaventa correggendo un quadro statisticamente infondato.

E’ meglio non esporli alle informazioni allarmistiche di cui sopra.

 

Agisci collettivamente per un fenomeno collettivo

Anche se tu ti sei fatto un’idea corretta del fenomeno e non provi alcuna paura infondata, è bene cercare di aiutare gli altri raccontando in parole semplici il nostro decalogo e le raccomandazioni qui elencate.

Devi supplire cioè all’indignazione e panico pubblici suscitati da molti canali media e social fornendo le semplici informazioni sopra indicate e ragionando con calma e pazienza invece di ignorare o, peggio, disprezzare chi non sa e si rifiuta di pensare.

Bisogna ricordarsi delle parole di Alessandro Manzoni in relazione alla peste di Milano del Seicento: “Il buon senso se ne stava nascosto per paura del senso comune”.

Andiamo a scalzare il senso comune ma non con il buon senso di Manzoni ma con la scienza e la razionalità. La psicologia permette di capire in modo razionale anche quel che non si presenta come tale ma che va capito e rispettato.

Agire tutti in modo informato e responsabile e aiutarsi reciprocamente a farlo, aumenta la capacità di protezione della collettività e di ciascuno di noi.

 

Non ti vergognare di chiedere aiuto

Se pensi che la tua paura ed ansia siano eccessive e ti creano disagio non avere timore di parlarne e di chiedere aiuto ad un professionista.  Gli Psicologi conoscono questi problemi e possono aiutarti in modo competente.

Tutti possiamo avere necessità, in certi momenti o situazioni, di un confronto, una consulenza, un sostegno, anche solo per avere le idee più chiare su ciò che proviamo e gestire meglio le nostre emozioni, e questo non ci deve far sentire “deboli”.

Non è debole chi chiede aiuto per aumentare le proprie risorse e quelle dei suoi cari.

David Lazzari – Presidente CNOP – 26 febbraio 2020

Estrapolato dal sito del Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi
www.psy.it

➡     Prendersi cura di sé
➡     Ricominciare da noi
➡    Regalarsi una coccola 
➡    Terapie olistiche
➡    Trattamenti e Promo

PRENDERSI CURA DI SE’

Elisa SergiIn un immaginario comune, che è figlio di vecchie credenze popolari, prendersi cura di sé, può venire confuso con egoismo, e questo è totalmente sbagliato.  Infatti dedicare tempo a noi stessi, significa non solo aver cura della qualità della nostra vita ma migliorare anche molti aspetti della vita che riguardano gli altri, e quindi approcciarsi in una maniera più positiva verso le relazioni socio-affettive. La cosa centrale a mio avviso è cambiare mentalità. La priorità è mettersi al primo posto, il concetto di egoismo, va rivisto e approfondito, perché ampiamente confuso. Non mettersi al centro, e dedicarsi solo ed esclusiavemte agli altri, figli, partner, lavoro e amici, non solo non è sano per noi ma è deleterio anche per gli altri.
Il concetto di autopercezione è importante e riflette la visione che abbiamo di noi stessi. (leggi qui)

Quante volte arrivate al week end stremate? Quante volte riguardando indietro nelle vostre settimane, notate che non avete minimamente avuto un po’ di tempo per voi? Scommetto che molte di voi, si ritrovano in queste righe. Il passo dopo è provare sentimenti di inadeguatezza, di insoddisfazione, talvolta anche con la sensazione che vi state spegnendo.

RICOMINCIAMO DA NOI 

Sembra banale, ma per alcune persone non lo è affatto. Cercare di cambiare propspettiva, se una persona è completamente dedita agli altri non è una cosa così semplice. A volte ci si butta anima e corpo sugli altri, sul lavoro, su qualcosa di esterno a noi, per non approfondire quelle che sono le nostre dinamiche interne, quelli che sono i nostri bisogni, desideri, aspettative e volontà.

Può succedere che dopo un lungo periodo di tempo nel quale ci siamo dimenticati di noi stessi, delle nostre passioni, dei nostri bisogni, della cura della persona e del nostro corpo in generale, ci troviamo spaesati, e non sappiamo da dove iniziare per ritrovarsi.

Questa volta io suggerisco di partire dall’esterno, dalla cura del corpo e dal nostro aspetto fisico.
Chi pensa che il nostro aspetto fisico non sia importante, sbaglia di grosso.

REGALATEVI UNA COCCOLA

Ippocrate aveva ragione quando disse:
Il corpo è il mio tempio  perciò avere cura del nostro aspetto fisico è parte integrante del nostro benessere psichico.
Chi non vuole avere un aspetto ordinato, pulito, gradevole per non dire bello?
L’aspetto fisico e la gradevolezza percepita, è molto importante, direi quasi essenziale ed è così per ogni individuo, indipendentemente dalla vita e dal lavoro che svolge.

La cosa fondamentale è avere cura del proprio corpo per piacere prima di tutto a se stessi. Amare il nostro corpo vuol dire rispettarlo e capire quali sono i nostri punti forti, quelli che ci piacciono di più e che vogliamo mettere in mostra. Avere un bell’aspetto, un look curato è un biglietto da visita per tutti coloro che ci circondano, perché noi comunichiamo anche con l’immagine del nostro corpo.

Curarsi esteticamente aumenta l’equilibrio psichico e migliorail nostro umore, conseguentemente  anche l’autostima. Insomma un circolo virtuoso di emozioni positive attivate da semplici mosse.

Perciò siate indulgenti con voi stessi, regalatevi una coccola, concedendovi del tempo solo per voi, curando il vostro aspetto fisico.

TERAPIE OLISTICHE

Elisa Sergi
La stagione aiuta, perché dal 20 marzo, giorno del mio compleanno, inizia la primavera, e entriamo in questa stagione meravigliosa, (la mia preferita) capace di far sbocciare fiori e far rinascere la nostra voglia di scoprirci e mostrarci. In primis per piacere a noi stessi e poi anche per piacere agli altri.

Perché allora non concedersi un momento di relax tutto nostro, un po’ di tempo solo per noi, per fare qualcosa di positivo per il corpo e per la mente?

Iniziate da un bel massaggio rilassante ad esempio, uno degli strumenti più usati nelle terapie olistiche. Come risaputo il massaggio è in grado, di abbassare i livelli di cortisolo, riducendo stress e tensioni anche muscolari, quindi è ideale per rilassarsi e concedersi un momento solo nostro.

Le cure olistiche hanno l’obiettivo di favorire un ripristino dell’ equilibrio psicofisico, orientando l’individuo verso un percorso di consapevolezza. L’approccio olistico è molto efficace verso quelle persone che sono attente al loro stato di benessere non solo al loro aspetto fisico.

Le discipline olistiche sono molte, tra le quali:

  • Biodinamica craniosacracrale
  • Fiori di bach
  • Riflessologia plantare
  • Shaitsu
  • Naturopatia
  • Ayurveda
  • Meditazione
  • E molto altro ancora…

Mi sento di consigliarvi di non affidarvi a chi vi capita, poiché sono convinta che anche per fare un minimo gesto, come una carezza, sia importante affidarsi a professionisti e specialisti nel settore. Anche per il settore estetica è così. Affidarsi a professioniste qualificate, in grado di capire le vostre esigenze e che abbiano a cuore non solo la vostra soddisfazione ma il vostro benessere è fondamentale. Qualcuno che vi sappia consigliare spassionatamente anche a costo di non seguire il proprio interesse. Questo per me è il valore aggiunto che fa la differenza.

Il centro olistico, Il Tocco di Catia, per me è tutto questo, e mi sento di consigliarvelo spassionatamente. Ho conosciuto Catia, quattro anni fa nella mia trasmissione sulla salute a Italia7 e da subito ho avuto un’ ottima impressione a pelle. Mi colpì piacevolmente perché la sua offerta non riguardava solo l’estetica ma includeva magistralmente molti servizi olistici, portati avanti tutt’ora,  con passione e personale qualificato. Ho avuto il piacere di toccare con mano i diversi trattamenti e servizi che Catia mette sapientemente a disposizione della sua clientela, e ne sono rimasta molto soddisfatta. Ho apprezzato molto la riflessologia plantare che mi ha apportato benefici su tutto il corpo, magari su questo potremmo approfondire l’argomento insieme a lei, dedicandogli un intero articolo. I servizi che Catia nel suo centro offre, non sono solo olistici, ma includono anche trattamenti puramente estetici, come depilazione, pulizia viso, manicure, pedicure, make-up e tutto ciò che un centro estetico può mettere a disposizione per la sua clientela. Anche le semplici manicure e pedicure da Catia, hanno un sapore diverso, speciale, sono trattamenti completi di scrub e massaggio, nei quali è possibile stendersi comodamente sul lettino e godersi il famoso “Tocco di Catia”, il rilassamento è assicurato, provare per credere!

TRATTAMENTI e PROMO

Elisa SergiAppurato che nel centro olistico, c’è la possibilità di sbizzarrirci con i servizi che ho elencato precedentemente, in questo articolo e per questo mese di marzo vorrei suggerirvi oltre alle promozioni interessanti che vi segnalo, un trattamento SPA, veramente magnetico.
Il Piacere dei sensi” è così che si chiama questo trattamento con oli essenziali e sale rosa   in grado di regalare relax immediato e duraturo, riequilibrando diversi aspetti. In questo trattamento infatti sono ben miscelati i benefici di questi due importanti presidi olistici che sono il sale e gli oli essenziali.

BENEFICI DEL SALE ROSA

  • Controllo dei livelli d’acqua nell’organismo
  • Promozione dell’equilibrio del PH a livello cellulare
  • Lotta ai segni dell’invecchiamento
  • Riduzione crampi muscolari
  • Miglioramento della circolazione
  • Miglioramento dell’assorbimento di elementi nutritivi presenti nel cibo

BENEFICI OLI ESSENZIALI

  • Aumento dei livelli di energia
  • Riduzione stress
  • Miglioramento della pelle
  • Riduzione dei dolori
  • Miglioramento della digestione
  • Stimolazione del sistema immunitario

Elisa Sergi

Oltre a questo trattamento particolare, vi segnalo alcune interessanti promozioni, presenti per tutto il mese di marzo nel centro olistico “Il Tocco di Catia”.

  1. Due trattamenti di smalto semipermanente a scelta tra mani e piedi= 25 euro
  2. Trattamento SPA di pedicure + due trattamenti smalto semipermanente =25 euro
  3. Trattamento “Pedicure SPA” non la semplice pedicure ma un vero trattamento, completo di scrub e massaggio rilassante nella zona del piede e sulla gamba + manicure SPA  =38 euro
  4. Due depilazioni complete (gambe, inguine, ascelle, viso) =39 euro
  5. Trattamento viso disintossicante + pulizia viso =50 euro

Per ogni trattamento che effettuerete nel centro, Catia e il suo staff vi coccoleranno con un tisana rilassante, per farvi godere ancora di più del vostro momento di relax.

Non hai tempo per te stessa? TROVALO!
Ne va della tua salute.

IL TOCCO DI CATIA
Via Lungo l’Affrico 82
Firenze
tel. 392 5821881