Il 21 novembre in collaborazione con la Style Coach Giovanna Vitacca terrò un WEBINAR sulla PSICOLOGIADELCOLORE, dal titolo “Colore & Psiche“
Tutto intorno a noi è colore
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Il progetto inizialmente nasceva come workshop in aula, a cui veniva dedicata un’intera giornata. Il Workshop era pensato per essere svolto dal vivo, nel Petit Atelier di Giovanna, ma vista la situazione pandemica generale, italiana, europea, e mondiale, che ci attanaglia come una morsa, abbiamo optato per farlo diventare un WEBINAR. Una vera e propria risorsa che permette di avere un pubblico più ampio, poiché è sul web. E quando la situazione sarà migliorata e finalmente ci potremmo vedere in serenità, lo faremo dal vivo, per l’intera giornata con tutte le sorprese che vi avevo preparato.
“COLORE&PSICHE ”
Viaggio attraverso la Psicologia del Colore per conoscere il vero potere delle varie tonalità cromatiche
Come i colori influenzano, condizionano e plasmano la nostra PSICHE. Riconoscere ed essere consapevoli di quali siano le sensazioni, le vibrazioni e le emozioni che ci stimolano
Il colore come elemento terapeutico in grado di influire positivamente sul sistema nervoso, sul nostro umore e quindi su tutto il nostro sistema psicofisico. Le varie nuance influenzano la nostra vita e le nostre relazioni, esserne consapevoli aiuta a vivere bene e a migliorare la nostra qualità di vita, promuovendo un benessere generale.
Il WEBINAR approfondisce e analizza quali siano realmente i colori in grado di infondere benessere e quali, viceversa disagio. Quando l’universo della psicologia incontra il mondo dei colori sorge un vero e proprio arcobaleno di percezioni, un caleidoscopio emotivo, variabile a seconda della diversità individuale e delle caratteristiche di ognuno.
A CHI SI RIVOLGE ?
Il WEBINAR si rivolge a coloro che ambiscono ad avere più consapevolezza dei propri meccanismi psicologici in riferimento ai colori e alle nuance che gravitano intorno alla propria vita. Quali sono i colori in grado di donare benessere e viceversa quelli in grado di destabilizzarci. Ci sono linee guida sui significati ma la soggettività la fa da padrona.
Alla scoperta dell’universo dei colori e della sua MAGIA.
Le partecipanti faranno un viaggio attraverso la psicologia del colore con aspetti TEORICI e PRATICI relativi alla propria consapevolezza.
L’ OBIETTIVO è che si portino a casa nozioni psicologiche, teoriche ed esperienziali su quello che di positivo e negativo può stimolare il colore a livello individuale. Spunti di riflessione per avere più consapevolezza degli effetti che la scala cromatica esercita sulla nostra vita. Tutto ciò per scegliere i colori in grado di donare benessere, a partire dalle mura domestiche, al make up e alle nuance degli abiti.
I BENEFICI di questo workshop saranno riscontrati nel quotidiano, a partire da una maggiore attenzione su quelle che sono le sensazioni e le emozioni che il colore è in grado di stimolare sulla psiche, dalle relazioni allo stato d’animo percepito. Questo al fine di promuovere un benessere psicofisico e avere un impatto importante sulla qualità di vita personale.
Consapevolezza psicologica e nozioni pratiche
Benefici reali, impattanti sulla propria vita
Come il colore incide positivamente o negativamente sulla nostra psiche.
Il colore è vita e senza di esso non si vive.
Ciascuno di noi ha i propri colori AMICI e quelli NEMICI. Tu sei consapevole di quali siano i tuoi? SCOPRILO
Il 10 ottobre è la Giornata mondiale della salute mentale. Questa giornata, è stata istituita nel 1992 dalla Federazione mondiale per la salute mentale (WFMH) insieme all’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).
Ma cos’è la SALUTE MENTALE?
Uno stato di equilibrio che tende al nostro benessere. La salute mentale perciò è essenziale per un sano funzionamento dell’individuo calato nella sua comunità specifica. E’ un costrutto che comprende molti fattori, anche diversi tra loro. Una complessa e mobile interazione tra tante e diverse variabili tra loro, che intervengono continuamente e ciclicamente, che conducono alla percezione che ognuno di noi, ha del proprio stato di salute mentale.
Le variabili in gioco sono molte, a partire dalle caratteristiche personali e innate dell’individuo, il suo patrimonio genetico e lo specifico vissuto individuale. Ma non solo ovviamente, la salute mentale dipende anche dal contesto esterno, il micro e macro cosmo intorno a noi, l’ambiente nel quale viviamo, la condizione socio-economica e culturale, le nostre frequentazioni e l’approccio che abbiamo sugli eventi che ci capitano. Una vera e propria ricerca costante verso un ideale di equilibrio che abbiamo in mente. Una permanente sfida che portiamo avanti ogni periodo, ogni anno, ogni mese e ogni giorno, insomma sempre. Come ho già detto, ogni cosa può influenzare il nostro stato di salute mentale, ogni situazione, ogni relazione, ogni circostanza. Per questo è di sacrosanta importanza cercare sostegno adeguato per avere e mantenere un buon equilibrio psichico.
10 OTTOBRE
Una ricorrenza importante e doverosa, per sensibilizzare, tutto il mondo circa la vasta tematica della salute mentale, purtroppo in Italia presa ancora poco in considerazione. Ahimè, nonostante sia il 2020, siamo ancora in un paese in cui vige una mentalità retrograda, caratterizzata dalla vecchia e triste associazione:
PSICOLOGIA = PAZZIA
Il dato sconcertante è che le psicopatologie oggi giorno, stiano velocemente diventando una piaga a livello mondiale, il dato tragico riguarda i suicidi, che sarebbero nettamente in crescente aumento. L’età media dei suicidi si è drasticamente ridotta, fino a colpire la fascia adolescenziale. Questo dato ci dovrebbe far correre ai ripari. La malattia mentale è vista come una piaga della quale vergognarsi, e nascondere a tutti i costi, stigmatizzata al pari di un reato o qualcosa da non far assolutamente trapelare. Finché ci sarà tale mentalità la situazione non potrà che peggiorare e così lo stato di salute dell’intera popolazione. Sebbene ci siano differenze legate agli aspetti socioculturali, la paura e il non riconoscere l’importanza della salute mentale, è abbastanza trasversale, sia in contesti elevati sia in quelli più poveri.
Mi rendo conto che c’è tanta ignoranza, ovvero una reale mancanza di una conoscenza su tutto quello che riguarda la malattia mentale. I dati manifestano una crescente escalation e un drastico abbassamento dell’età media, circa l’insorgenza di psicopatologie. L’età è stata stimata intorno a 24 anni e purtroppo solo un terzo di questa crescente popolazione, tra cui molti giovani, corre ai ripari e si cura come dovrebbe.
Le psicopatologie sono tante e diverse tra loro, ma quelle più frequenti a livello statistico, ovvero quelle che colpiscono la maggior parte delle persone, sono quelle relative allo spettro dei disturbi d’ansia, disturbi dell’umore e anche disturbi alimentari, in netta crescita anche nella popolazione maschile. La depressione, è la causa principale delle morti da suicidio, ed è una grave disabilità che colpisce tutto il mondo, pensate che questa malattia ha forti ripercussioni anche sui feti, se ne soffre una mamma in gravidanza. Effetti che poi si ripercuoteranno sul figlio. Non è semplice accudire e stare accanto a persone che presentono una forma psicopatologica, perché il più delle volte i comportamenti espressi dalle persone vicine sono davvero controproducenti. Occorre assolutamente uscire dalla mentalità stigmatizzante di questo stupido imbarazzo e rivolgersi a specifici specialisti PSI. Per PSI intendo, psicologi, psicoterapeuti e psichiatri.
Noi PSI, dobbiamo quindi promuovere la cultura del “farsi aiutare” contro l’alone di imbarazzo e vergogna che ahimè contorna ancora questo argomento. Una vergogna ingiusta e controproducente che abbraccia mortalmente le diagnosi di psicopatologia. Facciamoci portatori di un messaggio positivo di speranza e apertura, incoraggiamo le persone verso una buona salute mentale.
LO SCENARIO FUTURO
Quanta strada ancora dovremmo fare? Quante vittime ancora dovranno esserci prima di considerare la salute mentale un vero e proprio traguardo? Sono domande a cui non so rispondere, ma posso sperare che la situazione si sblocchi, posso cercare di fare qualcosa, ovvero portare il mio messaggio, con il mio lavoro da psicologa e divulgatrice di contenuti, e seppur rappresento una goccia in mezzo all’ oceano, mi auguro almeno che questa piccola goccia, scaturisca qualche effetto, anche solo quello di sensibilizzare tu che stai leggendo….
per me sarebbe già meraviglioso.
Promuovere la cultura della salute mentale, vuol dire far sviluppare e incentivare non solo la figura dello psicologo ma far crescere anche la visione e l’importanza della Psicologia in ogni contesto di vita. La Psicologia è strettamente legata al concetto di salute mentale. La Psicologia dovrebbe essere insegnata fin dalla scuola elementare. Mi auguro che prima o poi ci arriveremo.
IL CONCETTO DI SALUTE
E’ giunto il momento di far veicolare questo messaggio:
PSICOLOGIA = BENESSERE
Benessere = salute. La salute è un concetto che per fortuna va molto oltre all’assenza di malattie. E’ un concetto a tutto tondo, nel quale vi è inserito anche il concetto di qualità di vita. Avere un alta qualità di vita, significa stare bene, semplicemente cercare un equilibrio psichico.
Trascrivo qui sotto alcuni spunti interessanti che vorrei sottoporre alla vostra attenzione. Tratto ripreso da Wikipedia.
“Con salute si intende comunemente una condizione di efficienza del proprio organismo corporeo che viene vissuta individualmente, a seconda dell’età, come uno stato di relativo benessere fisico e psichico caratterizzato dall’assenza di gravi patologie invalidanti. Questa situazione di salute psicofisica, per i progressi della medicina, viene oggi indicata[1] come il conseguimento della migliore qualità e durata della vita ottenibili preservando e ripristinando lo stato di benessere anche spirituale.
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia“, viene considerata un diritto e come tale si pone alla base di tutti gli altri diritti fondamentali che spettano alle persone. Questo principio assegna agli Stati e alle loro articolazioni compiti che vanno ben al di là della semplice gestione di un sistema sanitario. Essi dovrebbero farsi carico di individuare e cercare, tramite opportune alleanze, di modificare quei fattori che influiscono negativamente sulla salute collettiva, promuovendo al contempo quelli favorevoli.
«La salute è uno stato dinamico di completo benessere fisico, mentale, sociale e spirituale, non mera assenza di malattia.»
Promozione della salute
L’OMS ha cercato di rendere operative, a partire dagli anni ottanta, due strategie che vanno sotto il nome, rispettivamente, di “promozione della salute” e di “strategia della salute per tutti“. Ciò soprattutto nella consapevolezza che la salute è il risultato di una serie di determinanti di tipo sociale, ambientale, economico e genetico e non il semplice prodotto di una organizzazione sanitaria.
Negli ultimi anni l’attenzione è maggiormente rivolta al raggiungimento di due obiettivi strategici: promozione della salute e prevenzione della malattia, in modo tale da ridurre la spesa sanitaria nazionale, grazie ad una diminuzione degli accessi ospedalieri, ad un minor ricorso alle prestazioni sanitarie di cura e al consumo di farmaci.
La misura e l’educazione alla salute
Per accertare il grado di salute di una popolazione è necessario individuare degli indicatori, mediante i quali è possibile valutare lo stato di benessere della collettività presa in esame. I fattori che sono tenuti maggiormente sotto controllo per rilevare lo stato di salute di una persona sono:
l’alimentazione: dev’essere sana ed equilibrata. Deve contenere tutte le sostanze nutritive necessarie al nostro organismo per svolgere le sue funzioni, ovvero proteine, carboidrati, grassi, vitamine, acqua, fibre e sali minerali. In particolare, dovrebbero essere assunte almeno cinque porzioni tra frutta e verdura al giorno;
l’attività fisica: dev’essere svolta in modo regolare e non eccessivo. Il movimento influisce positivamente su vari aspetti del nostro organismo, apportando benefici a livello cardiovascolare, infatti migliora la funzionalità cardiaca, previene malattie cardiovascolari, quali ipertensione arteriosa e ictus; a livello muscolo-scheletrico incrementa la forza, la flessibilità, l’equilibrio e la coordinazione; a livello del metabolismo corporeo contribuisce a prevenire patologie quali diabete mellito e sindrome metabolica. Infine, apporta numerosi benefici anche dal punto di vista psicologico, riducendo lo stress e le tensioni nervose;
l’etanolo: rappresenta una sostanza tossica, responsabile di danni a carico del fegato, dello stomaco, del sistema nervoso e disturbi di tipo psicologico;
L’approccio preventivo e non solo curativo si avvale di un’azione di acculturazione e educazione alla salute: “L’educazione alla salute è l’insieme delle opportunità di apprendimento consapevolmente costruite, che comprendono alcune forme di comunicazione finalizzate a migliorare l’alfabetizzazione alla salute, ivi compreso l’aumento delle conoscenze e a sviluppare ‘life skills’ che contribuiscano alla salute del singolo edella comunità”
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Il mare è un infinito distributore di positività, di energia, di stimoli e di mille altre cose meravigliose. Si evince che adoro il mare vero? 😁
A parte il mio sviscerato amore per il mare, i benefici che esso ci regala a livello psicofisico sono indubbio. Mente e corpo beneficiano di una grande quantità di aspetti positivi.
Numerose ricerche hanno dimostrato che il mare rilascia sensazioni di rigeneramento su tutti i fronti. La cosiddetta aria di mare, sprigiona elementi preziosi come lo iodio e gli ioni negativi, utili a combattere i radicali liberi e a ripulirci dagli ioni positivi della tecnologia che noi usiamo e abusiamo quotidianamente.
A livello psicologico già Carl Gustav Jung approfondì il legame che intercorre tra l’uomo e il mare:
«La proiezione dell’imago materna sull’acqua conferisce a quest’ultima una serie di qualità numinose o magiche, peculiari della madre. Il simbolismo dell’acqua battesimale della Chiesa ne è un buon esempio. Nei sogni e nelle fantasie il mare, o una qualsiasi vasta distesa d’acqua, significa l’inconscio. L’aspetto materno dell’acqua coincide con la natura dell’inconscio, in quanto quest’ultimo (specialmente nell’uomo) può essere considerato madre o matrice della coscienza. In tal modo l’inconscio, quando interpretato in riferimento al soggetto, ha al pari dell’acqua significato materno».
Ecco alcuni benefici
Rilassa mente e corpo, infatti è una location adatta alla meditazione e ad ogni forma di rislassmento profondo, specialmente la mattina presto o nell’ora del tramonto. Mi è capitato la mattina prestissimo di immergermi in acqua, quando non c’era anima viva e di meditare in acqua, muovendomi dolcemente, un’esperienza che consiglio vivamente.
Migliora decisamente l’umore, grazie alle sue vibrazioni positive e all’effetto combinato anche della luce del sole, che infonde benessere, fissando la vitamina D.
Stimola il sistema immunitario, il metabolismo, la circolazione ed è un toccasana per la pelle (protetta adeguatamente).
Aiuta a rimanere in forma, contrastando il sovrappeso e mentendo il peso forma.
Aiuta ad avere un sonno migliore e più profondo.
Stimola la concentrazione e le attività cognitive, infatti aumenta il pensiero creativo e la capacità di problem solving.
Stimola e incentiva il desiderio sessuale.
Indicatissimo e super consigliato dai medici, soprattutto per:
disturbi dell’umore;
ansia;
allergie della pelle;
disturbi respiratori;
artrosi;
psoriasi;
anemia;
convalescenza dopo malattie delle vie respiratorie;
L’importanza dei dettagli nello studio di una psicologa
L’ ambulatorio psicologico è molto importante nella pratica terapeutica, è anch’esso uno strumento che va a far parte, insieme ad altre caratteristiche, di quello che poi viene definito setting terapeutico.
Ma cos’ è il setting? Il setting psicologico è un costrutto indispensabile nella pratica terapeutica, e come riassume bene Wikipediasi divide in:
comportamenti (componente sociale) messi in atto al suo interno;
un programma di setting, rappresentato dall’insieme delle sequenze prescritte e ordinate nel tempo, per le attività e gli scambi tra le persone e gli oggetti all’interno del setting stesso; questo programma attribuisce al setting stesso il carattere organizzato e l’interdipendenza delle componenti fisiche e sociali.
Queste sono le caratteristiche del setting, in cui rientra ovviamente l’ambulatorio lo studio dello psicologo.
L’ambulatorio infatti gioca un ruolo fondamentale sulla percezione del cliente/paziente che si forma dai primi momenti in cui si viene in contatto con tale ambiente. Quando entriamo in un ambiente subito ci rendiamo conto, anche a livello inconscio, del luogo in cui siamo, e immediatamente elaboriamo dei giudizi postivi e negativi. L’importanza della prima impressione. L’ ambulatorio riflette il terapeuta e condiziona ampiamente la visione che noi abbiamo di lui. Già dai primi attimi la nostra mente seleziona dei contenuti da catalogare qualitativamente, che andranno a influenzare la professionalità dello psicologo che abbiamo difronte.
Un’ opinionequindi, che si forma e si plasma fin dai primi minuti, nella quale ogni dettaglio riveste un ruolo importante e soprattutto è in grado di fare la differenza. In primis le caratteristiche personali dello psicologo, sono assolutamente fondamentali, gradevolezza estetica, cura personale, abbigliamento e accessori, oltre che ovviamente atteggiamenti, comportamenti e l’empatia dimostrata.
Il focus sul terapeuta è fondamentale e sacrosanto, perché nella relazione terapeutica, più che in ogni altro mestiere, lo strumento del trattamento è lo psicologo stesso, per questo ha una rilevanza importantissima. Sulle caratteristiche del terapeuta “ideale”, visto l’argomento molto vasto oltreché interessante, farò un articolo dedicato alla figura dello psicologo e alle caratteristiche che a mio avviso dovrebbe avere.
Subito dopo il focus sulle caratteristiche generali del terapeuta si passa all’osservazione dell’ambiente circostante, ovvero la stanza in questione. Il primo approccio percettivo è importante e prende in considerazione come sempre molti fattori, ad esempio se l’ambiente è grande o piccolo se luminoso o meno, se asettico o accogliente, se ha pareti colorate e quali e quanti sono gli oggetti presenti all’interno. Tutto prende significato.
L’arredamento dello studio
Sono molte le evidenze scientifiche che dimostrano come siano correlate tra loro l’arredamento e la qualità percepita dell’appuntamento terapeutico. Avere uno studio curato e calibrato in base a ciò che si vuol comunicare e soprattutto che rispecchi, senza controsensi ed eccessi, la personalità e lo stile del terapeuta è rilevante per una qualità migliore, nella relazione terapeutica e nella riuscita dell’intervento psicologico.
Gli aspetti che vengono apprezzati dai pazienti, sono sensibili alle loro caratteristiche soggettive, ma in generale, un ambiente luminoso, ben dosato di oggetti, pulito e confortevole, capace di infondere un senso di professionalità, serietà ma al tempo stesso accoglienzaè quello che ogni paziente desidera.
Quali dovrebbero essere i mobili dell’ambultorio psicologico? Ovviamente non c’è una risposta univoca, bensì una sorta di buon senso comune che possiamo tramandare ai neo-psicologi per districarsi in questa tematica. Parola d’ordine: buongusto, a cui deve seguire buonsenso e moderazione. Lo stile personale ci deve essere, non eccessivamente, ma con quel tocco che ci rappresenti. Tenere ovviamente la vita privata, lontana dal setting terapeutico, quindi niente foto di famiglia, niente che riporti o distragga la persona sulla vita familiare/relazionale del terapeuta. Un arredamento moderno o classico? Io preferisco il moderno, lo trovo più attuale e fresco, ma questa è la mia preferenza soggettiva, qui ovviamente dipende dalla personalità e dai gusti del terapeuta. Quello che mi sento di dire è che lo stile classico, forse può appartenere un po’ alla vecchia scuola, a colleghi di elevata esperienza e con un’età sicuramente superiore alla mia. Mentre lo stile moderno secondo me è preferibile per noi, nuova generazione di psicologi.
Uno spazio accogliente con divani e/o delle poltrone comode e esteticamente gradevoli, meglio se vicine senza interporre altri mobili nel mezzo, secondo me è l’ideale come base di partenza. La classica Chaise Longue, non è necessaria se non fa parte del vostro stile e del vostro approccio terapeutico. Io, ad esempio, ho deciso di non metterla nel mio studio. Vi consiglio di inserire una libreria, mobile che adoro particolarmente e magari ricca di libri inerenti la psicologia. Una scrivania, anche minimal, dove poter firmare il consenso informato o qualsiasi altro documento o ricevuta fiscale. Personalmente mi piacciono molto anche le mensole, sulle quali appoggiare o libri o piante o quadri, proprio come indica la tendenza attuale, in quanto ad arredo pareti.
Il colore delle pareti è importante, perché capace di trasmettere sensazioni e vibrazioni a seconda della scelta effettutata. Sapete bene, come sia importante il colore intorno a noi e come sia in grado di influenzarci sia positivamente sia negativamente. In linea di massima la funzionalità dovrebbe sposarsi con stile e accostamenti azzeccati, specie per quanto riguarda i colori.
Il colore, lo ribadisco, gioca un ruolo centrale su di noi, influenza le nostre percezioni e quindi le nostre considerazioni su una situazione, su una persona su una situazione. Io opterei per colori neutri, come il bianco, il grigio chiaro, ma anche un celeste chiarissimo o un verde pastello, insomma tonalità soft, che in ogni caso tendano al bianco, proprio per donare un senso di neutralità, pulizia e professionalità.
Ogni singolo dettaglio è utile che sia studiato nei minimi termini e con meticolosità. L ‘arredo alle pareti è di vitale importanza in questo caso, perché è lì che si focalizzerà lo sguardo e volte l’attenzione del paziente. Non è facile scegliere i quadri da appendere nel nostro ambulatorio. Non siamo a casa, siamo in un ambiente terapeutico, perciò vi consiglio di porre molta attenzione a quello che attaccate alle pareti.
Per arredare le pareti del mio studio, io mi sono affidata al sito Bimago, nel quale è possibile trovare una vasta gamma di arredo pareti, dalla carta da parati, ai quadri, ai poster ed altre forme decorative. Il mio consiglio è di cercare su questo sito, quale sia lo stile che più vi rappresenta e che pensate sia utile ai fini di un setting adeguato.
Io mi sono innamorata dei poster, forniti di cornice, ( con la scelta bianca o nera) con diverse scritte motivazionali. Le trovo illuminati e ottimi spunti riflessivi dai quali poter partire, per riflettere e approfondire importanti concetti.
Inoltre a me piacciono le composizioni, perciò invece che prendere un poster grande, ho optato per una composizione di 6 piccole stampeda affiancare l’una con l’altra.
La mia scelta dunque è ricaduta, inevitabilmente su qualcosa che mi rappresentasse e che al tempo stesso fosse adatto ad un ambulatorio psicologico. Dopo aver passato in rassegna tutto il sito, ho deciso di soffermarmi su grafiche e messaggi motivazionali. Devo dire che sul sito ce ne sono moltissime di grafiche ma io ho scelto queste sei stampe che rappresentano bene alcuni spunti importanti che racchiudono un senso molto positivo.
La mia scelta è caduta su poster dal colore iridescente, perché come sapete bene io adoro i colori e sono uno strumento che uso abitualmente nelle mie terapie psicologiche. Il contenuto dei poster è rilevante alla mia forma mentis e al mio approccio terapeutico.
Goditi il momento, qui ed ora! Le cose migliori nella vita sono gratis! Solleva l’ancora! Vivi i tuoi sogni e condividi le tue passioni! Razionalità! Emotività!
Il nero così come il bianco è considerato un non-colore o un colore neutrale, ma al suo interno racchiude innumerevoli significati. E’ sicuramente il colore più amato per la scelta dell’abbigliamento elegante e non. Il nero suscita da sempre emozioni forti, è il colore più scuro e profondo di tutta la scala cromatica. Può essere considerato come la totale assenza di colore oppure l’insieme stesso di tutti i colori. Il nero è spesso usato per favorire il contrasto e il distacco dalle altre tonalità.
Nero come simbolo di prestigio, potere, serietà, distacco e anaffettività. E’ così contrapposto al bianco da assomigliargli, da essere il suo esatto complementare. Sono colori agli antipodi, che al tempo stesso si fondono, presentando quindi caratteristiche comuni.
In questo particolare colore, che personalmente non amo, ci sono sensazioni positive e negative. Le connotazioni positive potrebbero essere eleganza, mistero, profondità, autorevolezza, quelle negative, opposizione, contrasto, potere, estrema riservatezze, controllo, persino qualcosa di oscuro e tenebroso. Infatti è un colore legato alle ombre, a territori sconosciuti, inesplorati, al mistero, al misticismo, e anche alla parte nascosta di noi, al nostro inconscio.
Il nero è molto usato nella scelta degli abiti, di tutti i generi, per tutte le età. E’ ampiamente abusato perché in grado di donare un alone di eleganza e mistero, nascondendo le forme del nostro corpo e proteggendo la figura.
GLI AMANTI DEL NERO
Gli amanti di tale colore sono persone decise, riflessive, credibili, razionali, serie, ma che al tempo stesso hanno bisogno di rassicurazione e protezione. Sono persone che amano sedurre e hanno un qualche aspetto legato al mistero.
Il nero, nell’abbigliamento poi, è diventato un vero e proprio cult, quale donna non ha all’interno del suo armadio un tubino nero, come Audrey Hepburn mostra nel celeberrimo film: “Colazione da Tiffany”.
In effetti questo è uno stile che sprigiona classe, eleganza, raffinatezza, sicurezza e molta femminilità.
E’ anche considerato una nuance in grado di comunicare, intelligenza, fascino e affidabilità.
Insomma il nero è in grado di avvolgere, nascondere, preservare dalla realtà esterna tutte le nostre insicurezze e fragilità, dovute a diversi fattori psicologici. La nostra shilouette appare meno marcata e più uniformata. Il nero offre conforto perché scherma dalla realtà esterna, copre fragilità e insicurezze, tutelando la nostra comfort zone.
Coloro che non amano il nero è perché intravedono in questo colore, pessimismo, chiusura, distacco, tenebre, segretezza, controllo e tristezza. Il nero in effetti uniforma tutto così da far sparire tutto nella sua ombra.
Nell’immaginario comune, il nero mantiene sempre una connotazione negativa, pensiamo ad esempio al discorso delle superstizioni, che personalmente trovo ampiamente anacronistiche e stupide, specie quelle legate ad animali e persone. Pensiamo ai poveri gatti neri, e alle torture che hanno dovuto subire e che subiscono tutt’oggi, a causa del loro colore. Ma il nero occupa una connotazione negativa anche in altri ambiti, come ad esempio quello professionale, infatti si parla di lavoro nero, quando le cose non sono alla luce del sole. Una lista nera, la classica black list è qualcosa di brutto, ma anche una giornata nera, quando va tutto storto, per poi passare alla cronaca nera, eventi tragici e notizie funeste.
Ma la storia del nero, così come quello degli altri colori, non si ferma qui ma si evolve continuamente. Infatti ad oggi il nero rimane e si consacra un vero e proprio must nel campo dello stile, regalando un senso di autorevolezza e prestigio in chi lo indossa.
NERO E MARKETING
Nella psicologia del marketing spesso il nero è associato agli altri colori per creare dei contrati forti, o per far spiccare ancora di più l’altro colore, donandogli ancora più personalità.
In occidente il nero è legato al concetto di morte, di lutto, di perdita, di oscurità, di buio, di tenebre, di tristezza, dolore e fine. Al contrario in Oriente, il simbolo della fine del lutto e della morte è il bianco, ed è esattamente contrapposto alla nostra cultura, nella quale il bianco assume l’ideale di purezza e vita.
In Oriente il nero racchiude molti altri significati come malvagità, inganno, ipocrisia e altre caratteristiche negative.
Per quanto riguarda la psicologia del marketing, il nero evoca raffinatezza, profondità e a volte superiorità. Pensiamo ai brand internazionali, e al loro packaging. Il nero viene accostato al lusso, e agli oggetti costosi.
Il bianco è il colore della purezza, della luce, della positività, della pace, contrapposta alla forza oscura del nero. Questo colore esprime speranza, semplicità, leggerezza, chiarezza mentale e armonia, sentimenti nobili e spirituali. Le tonalità di bianco ce ne sono moltissime, che vanno dalle più fredde a quelle più calde e meno algide.
Quando ad un colore si aggiunge del bianco, esso si rende più positivo e vicino alla purezza, stemperando e mitigando ogni altro significato. Pensiamo al rosso. Alla forza e la vitalità di tale colore, e poi aggiungiamoci del bianco: cosa viene fuori? Il ROSA, il colore dell’inclusione, del romanticismo, di un amore più puro. Potrei fare un altro esempio, pensiamo al BLU scuro, se aggiungiamo del bianco, verrà fuori un bellissimo tono di celeste, che racchiude significati diversi rispetto al colore di partenza. Il bianco è in grado di rendere più soft ogni colore , rendendolo più incline alla purezza, alla pace alla calma e al relax.
Esattamente come il nero, il bianco può essere anche considerato come un non-colore, ma anche viceversa, l’unione di tutti i colori insieme. Infatti non a caso sia il bianco sia il nero, sono spesso considerati colori neutri, anche se in realtà contengono moltissimi significati.
In linea generale, il bianco è assolutamente un colore positivo, anche se al suo interno, come ogni colore della scala cromatica, può presentare anche qualche connotazione negativa. I significati più negativi sono la freddezza, il vuoto, il distacco, l’estremo perfezionismoche può generare questo colore, insomma una totale assenza di calore e di emozione.
GLI AMANTI DEL BIANCO
Gli amanti del bianco sono tendenzialmente persone positive, vitali, senza tante dietrologie e molto attente alla sensibilità propria e altrui, a volte possono risultare fredde e distaccate, per un’estrema forma legata ad un modo di fare educato ed elegante.
Generalmente presentano una forte spinta al cambiamento e alla ricerca della perfezione in qualche ambito della loro vita, sono persone che non si accontentano e tendono ad eccellere e ad avere una vita il più ordinata possibile. Proprio per questi aspetti, legati ad un esterno perfezionismo sono persone a volte troppo critiche con se stesse e con gli altri, anche se al tempo stesso con un costante bisogno di semplicità e leggerezza.
Coloro che non amano questo colore, tenedenzialmente amano il suo opposto, ovvero il nero. In ogni modo coloro che hanno delle sensazioni negative dal bianco potrebbero essere persone che non hanno una grande fiducia nel futuro e persone poco inclini alla forma. Persone che non amano le novità e i cambiamenti, ma risultano piuttosto abitudinarie, inoltre tendenzialmente molto razionali, non incline a troppi sentimentalismi e ad aprirsi, probabilmente a causa di un po’ di insicurezza.
BIANCO E MARKETING
La psicologia del marketing indica come il bianco sia un colore legato alla perfezione, alla freschezza, all’igiene, alla pulizia, al candore, all’innocenza, all’infanzia, al pudore, alla bontà, alla semplicità, alla verità assoluta, ma anche al minimalismo, alla sterilità, alla freddezza e al distacco. Per tali ragioni è usato nei contesti legati al clero, alla medicina, pensiamo anche agli ospedali e ai camici dei medici, ma anche ad oggetti di design e tecnologici.
Se ci fate caso, il bianco non stanca mai, ed è per questo che è il colore delle pareti domestiche per antonomasia.
In Asia è legato alla simbologia della morte e dell’aldilà, mentre nella cultura occidentale, questo colore è legato a simbolo di rinascita, di consacrazione, pensiamo ai matrimoni, ai battesimi e a tutte le funzioni religiose all’interno del quale c’è del bianco. Gli abiti da sposa, sono bianchi, anche se in antichità le spose erano vestite con tinte accese e vivaci.
Chi non ha mai sentito la necessità di indossare del bianco? Questo vuol dire desiderio di cambiamento, di risveglio, di libertà e persino creatività.
Anche solo la classica t-shirt bianca, capo intramontabile emana una sorta di luminoso desiderio di semplicità e leggerezza. Oppure la camicia bianca indossata dall’uomo, classico simbolo di eleganza ma anche di un elegante e formale distacco.
Il grigio è il risultato dell’unione del nero e del bianco, ma si può ottenere mescolando anche quantità simili di tre colori primari, giallo, blu e rosso.
Il grigio, stando nel mezzo tra bianco e nero è considerato il colore dell’incontro, della media, della via di mezzo. Una specie di neutralità, prudenza, saggezza e buon senso appartengono a questo colore. Non è solo bianco o nero, ma il risultato di entrambi. Il tutto connotato da una nota di impersonalità, freddezza e distacco.
Questo colore che può apparire anche un non-colore, proprio come il bianco e il nero, può anche avere connotazione negativa, sporcando la purezza del bianco, avvicinandolo a connotazioni tetre e scure, al nero, ma anche sbiadendo e stemperando la forza del colore più profondo e scuro della scala cromatica, ovvero il nero. Il grigio è associato all’intelligenza e alla capacità di riuscire, basti pensare al termine materia grigia.
Il grigio quindi, come ogni colore ha una duplice valenza, sia positiva sia negativa, può essere un colore che denota eleganza, e che nelle sue tonalità più accese, dona fascino e discrezione, ma può risultare anche un colore che appartiene a basse tonalità emotive, tristezza e depressione. Quando il tempo è grigio, lo è anche il nostro umore.
Questo colore è associato alla vecchiaia, al colore dei capelli nelle persone anziane e al tempo che passa inesorabile. Malinconia, nostalgia e tristezza possono essere associati a questa tonalità, che varia da più scura a più chiara, a seconda della sua gradazione.
GLI AMANTI DEL GRIGIO
Il grigio può denotare paura, timore nello schierarsi da una parte ben precisa, perciò può indicare ansia nelle decisioni, tensioni emotive, e indecisione. Questa connotazione psichica può facilmente esprimersi in apparente autocontrollo, calma, imperturbabilità, efficenza e impassibilità. Il grigio può denotare paura nel lasciarsi andare, nell’esprimersi in pieno e nel tirare fuori e manifestare tutte le emozioni. Il grigio è il colore dell’uomo di successo, dell’imprenditore, di colui che eccelle in campo lavorativo e che raggiunge i propri obiettivi professionali, anche molto ambiziosi. Una specie di compensazione in ambito lavorativo di alcune lacune relazionali ed emotive. Il grigio può denotare e mascherare egregiamente timidezza, introversione, senso di vuoto, magari dietro ad atteggiamenti duri, rigidi, severi, sicuramente poco spontanei.
Questa caratteristica di chi predilige il grigio, spesso non ha consapevolezza di questi meccanismi interni. Anche perché tendenzialmente sono personalità che non hanno grandi doti introspettive e che non si mettono in discussione facilmente.
Indossare abiti di questo colore, per ambo i sessi, può simboleggiare una volontà, più o meno conscia di non emergere, di rimanere nell’ombra, non schierandosi da nessuna parte, di rimanere neutrali e rimanere nell’anonimato. In ambito professionale è molto usato, proprio per questo motivo, ovvero per silenziare la parte emotiva della personalità e limitare lo scambio relazionale, quindi abbassare le vibrazioni forti, energetiche e stimolanti degli altri colori. Pensate ad una maglia grigia, e ad una rossa, e provate ad accostarle, subito noterete la differenza di sensazioni in grado di evocarvi questo contrasto. E’ un ottimo colore per svolgere attività nelle quali non serve intuito ed energia, ma solo tempo per eseguire un compito ben definito e semplice, è un colore che sicuramente non distrae.
Al tempo dei Romani, il grigio simboleggiava la morte, un lutto, anche perché associato alla cenere, alla fine di tutto. Questo colore fu adottato sin dall’antichità dai preti, infatti per identificare l’oscuro potere clericale si soleva dire “L’ eminenza grigia.” Per tali motivi, il grigio assunse significati oscuri, non sempre positivi legati alla povertà, alla morte ma anche al potere.
Oggi il grigio è un colore che associamo al tempo nuvoloso, quando non splende il sole e il cielo è oscurato dalle nubi. E’ anche il colore delle città, indica l’urbanizzazione e la smisurata cementificazione raggiunta nelle nostre città. E’ il colore dello smog, dell’inquinamento e del fumo. Molti sono i significati negativi associati a questo colore.
Mi sento di affermare che il grigio sia un colore di passaggio, in quanto nessuno a mio avviso può rimanere per tanto tempo, o a vita in una situazione in cui si è sospesi, in cui non ci sia una decisione, una scelta, una presa di posizione tra bianco e nero. Non è questione di essere drastici ma di scegliere una via, quella più adatta a noi.
Credo che a livello emotivo questo colore sia una cromia di passaggio, di stallo, che consenta di riflettere da che parte stare, o meglio quale via è meglio intraprendere per noi. Un periodo di grigio è importante per riflettere e capire bene le situazioni e decifrare le nostre emozioni.
GRIGIO E MARKETING
Questo colore in generale adesso si associa alla vecchiaia, alla malinconia, alla piattezza emotiva, alla nostalgia, alla mancanza di energia e vivacità, ma anche alla sobrietà e all’eleganza.
Nonostante i molteplici significati negativi di tale colore, da ricerche sociologiche nell’ambito della psicologia del colore, è emerso che il grigio sia molto amato, e sicuramente indossato dalle persone, specialmente dalla categoria maschile.
Gli esperti di marketing sanno bene che il colore grigio non induce all’acquisto, perché non emerge, non sprigiona emozioni intense, come ad esempio un rosso o un giallo, ma esso si mantiene piuttosto neutro. Unico universo a parte è quello del design, in cui il grigio è ampiamente usato, poiché in grado di donare quell’alone di modernità, elegante e neutra. I prodotti Apple sono per la stragrande maggioranza grigi, di un grigio, argentato e moderno.
L’arredamento grigio è ideale per tutti colori che non vogliono stimoli, ne altre sensazioni rilassanti. In generale chi attua questo colore tra le mura domestiche è molto raffinato ma tende ad dare un valore impersonale e distaccato alle cose e alle situazioni.
Da sempre il rosa è legato alla femminilità al romanticismo, all’amore gentile e delicato, infatti il rosa è derivato dalla passione del rosso stemperata con il sollievo e il distacco del bianco.
Il rosa è anche associato alla dolcezza e all’innocenza. Questo colore è in grado di evocare sensazioni positive come gentilezza, accoglienza, empatia, calore e serenità, specialmente nelle tonalità pastello.
Il rosa è indissolubilmente legato al mondo femminile, e questo ha fatto si che intorno a questo colore si creassero stereotipi di genere molto radicati. Per certi aspetti, questo colore si trascina dietro questo pesante fardello. Purtroppo è stato rilevato che, all’interno di una visione sessista, a tale colore, è stata data una connotazione negativa relativa a superficialità, frivolezza e stupidità.
Adesso è un colore legato al mondo femminile collegato alla maternità e all’infanzia, ma non è sempre stato così, in tempi antichi il colore dedicato all’universo donna, era il blu nelle sue varie tonalità, dal turchese al celeste, proprio perché associato alla purezza e agli aspetti di tranquillità e pace. Infatti nelle rappresentazioni religiose legate alla Madonna, questa è sempre o quasi abbigliata di blu o celeste.
Audrey Hepburn nella sua innata eleganza e grandissimo stile, affermava: “I believe in pink. I believe that laughing is the best calorie burner. I believe in kissing, kissing a lot. I believe in being strong when everything seems to be going wrong. I believe that happy girls are the prettiest girls. I believe that tomorrow is another day and I believe in miracles.”
(Io credo nel rosa. Io credo che ridere sia il modo migliore per bruciare calorie. Io credo nei baci, molti baci. Io credo nel diventare forte quando tutto sembra andare storto. Io credo che le ragazze felici siano le ragazze più belle. Io credo che domani sarà un altro giorno, e io credo nei miracoli).
Ancora oggi il rosa appartiene ad un determinato stile e modo di pensare, e come dice Miley Cyrus: “Pink isn’t just a color, it’s an attitude!” (Il rosa non è un colore ma un atteggiamento).
GLI AMANTI DEL ROSA
Gli amanti del rosa sono persone che presentano tendenzialmente una grande apertura ed estroversione. Sono persone rassicuranti e tendenzialmente pacifiche, specie chi predilige toni delicati e pastello di questo colore. La personalità che ama il rosa ha voglia di amare, e soprattutto di donare se stessa senza compromessi, per questo sono persone che generalmente vivono grandi amori.
Un colore che emana positività, gentilezza, perdono, slancio verso il prossimo, indipendentemente da chi esso sia. E’ il colore dell’inclusione, della positività e della dolcezza.
Generalmente gli amanti del rosa sono persone molto sensibili, rivolte agli altri e capaci di andare oltre, ed entrare in empatia. Tutti i sensisono molto sviluppati, compreso il sesto.
Sembra che il rosa alleggerisca le tensioni, allontanando i pensieri che provocano malessere, le rimuginazioni e le vibrazioni negative. Pare infatti che sia in grado di alleviare ansia, paure e tristezza.
Chi non sopporta il rosa probabilmente per una questione legata a stereotipi di genere, associati alla femminilità, con una deformata visione maschilista, ovvero frivola, sciocca, banale, stupida, superficiale, e leggera. Ovviamente purtroppo questi tremendi e maledetti stereotipi vivono ancora tra noi. Per questo, ancora oggi, è difficile che un uomo, ammetta di essere attratto da tale colore.
Coloro che non amano il rosa solitamente sono persone rivolte molto su stesse, sul lavoro, sull’ambizione e che tendono a dare più spazio al contenuto che alla forma. A primo acchito, potrebbero sembrare persone rigide, dure e apparentemente forti, ma questo potrebbe rivelare tutt’altro. In fondo potrebbero essere persone che hanno alcune fragilità, debolezze, come tutti, ma che questo causa loro forte malessere e quindi la volontà di nascondere tali aspetti della loro psiche. In realtà potrebbe essere una grande paura di rimanere scottati dalle relazioni, paura di soffrire, paura di essere feriti. Spesso infatti sono persone introverse o che non amano (o non riescono) a mostrare il loro lato dolce e affettuoso.
Comunquesia chi non sopporta il rosa è una persona estremamente logica, inquadrata e razionale.
ROSA E MARKETING
Nella psicologia del marketing, il rosa è un simbolo femminile legato alla speranza. Dona positività, leggerezza, rassicurazione, è confortevole e calmante.
E’ stato dimostrato che questo colore, specie nelle sue tonalità più chiare, sia in grado di placare le nostre emozioni forti, allontanando tensione, tristezza e aggressività.
Per questo si consiglia di contornarsi di questo colore, anche tra lue mura domestiche perché capace di calmare il sistema nervoso.
Il marrone è il risultato dell’unione di tre colori primari, rosso, giallo e blu. Al suo interno contiene la forza del rosso, l’energia del giallo e la pacatezza del blu.
Il marrone può venir considerato come una variante dell’arancione, ma al suo interno ha significati ben diversi, infatti è un colore a se stante. La prima cosa evidente è il collegamento con aspetti naturali, legati alla terra, all’autunno, al legno e alle foglie che cadono.
I suoi significati sono contrastanti, se da un lato possiamo trovare simboli legati indissolubilmente alla natura, alla maternità, alla calma, dall’altro possiamo trovare significati non molto positivi, legati a cose terrene, alla cupezza, ai vizi e alla sporcizia.
Insieme al verde è il colore della natura, che ovviamente presenta molteplici aspetti, contrastanti tra loro. Madre terra, accogliente, rigogliosa, in grado di donarci la vita e tutti i suoi frutti, e dall’altro lato una specie di matrigna, che con i suoi fenomeni naturali climatici, è in grado di porre fine a tutto sterminando flora e fauna.
A seconda della cultura di appartenenza i simboli dei colori possono cambiare, in questo caso il marrone nella cultura giapponese simboleggia la seduzione romantica e raffinata, in Cina invece tale colore viene associato a qualcosa di finito, ovvero al passato.
Nel Cristianesimo, tale tinta, viene legata al concetto di povertà, infatti è il colore del saio di diversi ordini monastici, come ad esempio i frati Francescani.
Ricerca sociologiche mostrano che il marrone sia uno dei colori meno amati, soprattutto dal sesso femminile.
Michel Pastoureau, è lo storico più famoso nello studio dei colori, afferma che nel marrone ci siano le sfumature più sgradevoli e volgari del bruno.
GLI AMANTI DEL MARRONE
Gli amanti del marrone sono generalmente persone semplici che apprezzano l’essenza della natura, e provano piacere dalle piccole cose. Sono tendenzialmente appagati con una vita tranquilla, probabilmente perché hanno interpretato nella maniera più naturale possibile il senso della loro esistenza. Persone serenee appagate della loro vita, senza inutili sovrastrutture mentali.
Ma in molti non amano questo colore, io in primis, forse perché legato a significati legati all’autunno alla nostalgia, ad un ciclo concluso. Solitamente chi rifugge il marrone offusca i propri bisogni terreni, e il proprio benessere fisico.
Il marrone è anche legato ad aspetti concreti della nostra esistenza. ll concetto di corporalitàcon i suoi prodotti. Gli escrementi sono di colore marrone e le diverse sensazioni, di benessere, piacevolezza e disgusto legate alla loro produzione (Freud docet), può indicarci molto della nostra indole.
MARRONE E MARKETING
Come abbiamo già detto, il marrone viene associato alla semplicità, alla terra, alla natura, agli alberi, al legno e quindi al concetto benevolo di protezione naturale, al nido domestico, alla maternità, ma è anche legato alla materialità, alla sporcizia, al fango, alla povertà, persino all’infelicità.
Nella psicologia del marketing il marrone è usato quando si vuole comunicare semplicità, naturalezza, autenticità e qualità. Gli ambiti nei quali viene maggiormente usato sono l’arredamento, l’antiquariato e nei prodotti alimentari, specialmente quelli legati agli ortaggi, alle verdure e a tutto il mondo del BIO.
Una delle prime associazioni, è quella con il legno, infatti il marrone è indissolubilmente legato a questo materiale e a tutto ciò che lo riguarda. Il legno emana calore, semplicità e accoglienza.
E’ un colore che può stimolare l’appetito, infatti è spesso usato nei ristoranti ma anche nelle cucine, perché pare che stimoli la voglia di cucinare. E’ il colore del caffè e del cioccolato, perciò induce sensazioni di piacevolezza.
In Oriente il nero racchiude molti altri significati come malvagità, inganno, ipocrisia e altre caratteristiche negative.
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