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giornata mondiale contro la violenza sulle donne

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Oggi 25 novembre è la Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne. Purtroppo i numeri sono sempre più preoccupanti, solo in Italia ogni 72 ore viene uccisa una donna e nel 2018 le vittime di femminicidio sono state 142, di cui solo una, sarebbe stata troppa! Questi tremendi numeri (fonte: Istat ), sono addirittura in crescita rispetto all’anno scorso, all’inizio del 2019, 94 sono stati i femminicidi. Questi numeri non hanno bisogno di commenti.

Oggi più che mai, in questa Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne, è importante informare, educare e promuovere tutte le iniziative per sensibilizzare su questa tematica, al fine di provare a stoppare questo aberrante fenomeno. Questo trend tragicamente in aumento è figlio di questa società, sempre più violenta, aggressiva ed esposta a contenuti sempre più forti.

La violenza è una parola che racchiude al suo interno una sequela innumerevole di significati, in quanto come sappiamo, non c’è solo quella fisica o verbale, ma anche quella più subdola e taciuta, ovvero quella psicologica.
Le forme più invasive di violenza racchiudono entrambe. Se in Italia i dati sono allarmanti in altri paesi la cosa non va meglio, anzi…in certi luoghi le bambine vengono vendute o date in spose (e questo mi fa rabbrividire, da madre!), in alcuni luoghi le donne vengono private degli organi interni, nello specifico, l’utero, per evitare il ciclo mestruale, in altre parti del mondo vengono ridotte in schiave, trucidate e uccise con regolarità, quasi fosse un diritto dell’uomo.

Il Passato

Voltandosi indietro pensiamo alla caccia alle streghe, all’epoca dell’Inquisizione, uno dei più grandi femmnicidi di massa ad opera della chiesa. Mamma mia, quanto orrore, vedo.
Un’umanità disumana, il passato non ha insegnato niente, se questo è il presente.
La violenza è ovunque, specialmente tra le mura domestiche. E’ una forma di violenza più sofisticata, più subdola, in grado di abbattere la dignità e l’autostima della donna, anche senza che questa venga sfiorata fisicamente. Talvolta la donna non ha la consapevolezza immediata della violenza subita.

Leggi l’articolo dell’anno scorso sulla Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne (leggi qui)

Nella Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne, dobbiamo analizzare il paradigma della violenza, che è molto complesso, cercando di capire le sue mille sfaccettature. Infatti siamo soliti pensare, ingiustamente, che questa venga perpetrata solo in contesti socio economici svantaggiati, invece la violenza non ha confini né razza né età.

Perché proprio il 25 novembre?

Il 25 novembre del 1960, nella Repubblica Dominicana di Trujillo, vennero assassinate brutalmente, con torture e strangolamento, le tre sorelle  Mirabal, rivoluzionarie. Una volta massacrate, furono gettate 
in un dirupo, simulando un incidente. 

Le varie forme di violenza

Il femminicidio è solo l’aberrante culmine di questo straziante fenomeno. Ma come ho scritto già, le forme di violenza, sono moltissime, alcune anche celate e nascoste, perciò subdole, tremende e spesso perpetrate tra le mura domestiche. Alcuni esempi:

  • Essere controllate sistematicamente, in maniera ossessiva dal compagno.
  • Essere costrette a rapporti sessuali, non consenzienti, anche da parte del compagno o marito.
  • Essere denigrate, svalutate, insultate e derise sia in privato che in pubblico dal partner.
  • Impedire l’accesso alle risorse economiche, da parte del marito o compagno, in caso di famiglia.
  • Essere estromesse dalle decisioni inerenti i propri figli.

Questi sono solo alcuni esempi di quello che significa fare violenza su una donna. Ripeto: la violenza non è solo fisica, non si rivela solo con botte e le percosse, ma c’è un sottobosco di violenza che non si vede, ma ugualmente dolorosa e lesiva.

 L’obiettivo di questa giornata

E’ giusto informare ed educare correttamente la popolazione quando si parla di questi temi così importanti. Spesso sento dire che il femminicidio è solo un raptus momentaneo. Io ritengo che alla base di questo tremendo gesto ci sia un percorso di avvicendamento a tale atto. L’odio maturato, cresciuto e reso tangibile. Perciò è di fondamentale importanza riconoscere tutte quelle emozioni negative, tutti gli atteggiamenti sentinella, per poter intervenire prima possibile, senza che la situazione degeneri. L’obiettivo è cercare di abbandonare la cultura della violenza, promuovendo fin dalla tenera età, con interventi nelle scuole, una sana e proficua educazione affettiva.

 

L’origine della violenza

Ma cosa c’è all’origine del gesto violento? Una carenza di controllo, chiamato anche discontrollo degli impulsi, in psicologia. Il non riuscire a gestire le emozioni in un’altra maniera, facendole veicolare in una modalità lesiva verso l’altra persona. Viene interrotta la consapevolezza dei gesti compiuti. In questo contesto, quando non si ha una buona e sana educazione emotiva che supporta la personalità, è facile vedere scivolare la parola nel gesto violento, che appare l’unica risposta in grado di manifestarsi.

La vita di ogni giorno, la nostra routine quotidiana, della perfetta efficenza, del mostrare un’ impeccabile immagine di noi, spesso ci porta ad indossare maschere verso l’esterno, quelle stesse maschere che poi fanno scaturire reazioni esagerate. Reazioni  di sfogo inappropriate e fuori controllo spesso manifestate all’interno del contesto familiare, perché questa estrema cura per la nostra immagine e per la produttività che dobbiamo avere, ci rende schiavi. In questo contesto frenetico, nel quale se non si produce, scatta un meccanismo di ansia, se non siamo ben supportati psicologicamente, il rischio è quello di perdere di vista la realtà e e trascendere. Ogni maschera da portare è un grande peso, e questo purtroppo ha un caro prezzo.

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[vc_row][vc_column][vc_column_text]Il 25 novembre oltre ad essere il compleanno di mio marito è una ricorrenza importante a livello internazionale. In questa data, infatti ricordiamo la lotta alla violenza sulle donne, su quel fenomeno consumato in special modo tra le mura domestiche, ad opera di quelle persone che dovrebbero, sopra ogni altra cosa, amare e rispettare la propria compagna, spesso anche madre dei loro figli. Questa ricorrenza non dovrebbe esistere, perché non dovrebbe esserci tale fenomeno, come in generale ogni altra forma di violenza e aggressione. Purtroppo si è resa necessaria, come strumento di sensibilizzazione verso un fenomeno troppo spesso protagonista della cronaca nera dei nostri tempi.

I numeri sono raccapriccianti, in quanto, secondo una stima calcolata da Eures, fino ad ottobre ci sono stati 106 casi di femminicidio, con una media di un assassinio ogni 72 ore, un dato spaventoso. Poi ci sono altri numeri, quelli legati alle violenze e alle aggressioni, intorno ai 7 milioni, numeri incredibili. Perciò si è dovuta istituire una giornata che faccia riflettere ognuno di noi e che sensibilizzi l’opinione pubblica verso questo urgente problema.

Giornata istituita nel 17 dicembre del 1999 dall’assemblea delle Nazioni Unite. Da allora in tutta Italia, ogni anno, nelle diverse città, si organizzano manifestazioni, laboratori e mostre sull’argomento. Quest’anno ad esempio, a Milano viene organizzata la 9 edizione del “WeWorld Festival”, inoltre si inaugureranno,  due panchine rosse in due parti diverse della città. A Roma ieri c’è stata la manifestazione “NonUnaDiMeno” con un corteo per la città. A Napoli si è tenuto l’iniziativa “Mai più sola”,  organizzata dall’Assessore allePari Opportunità della Regione Campania.  

Nella nostra città, a Firenze, il Movimento Sportivo Popolare (MSP ITALIA) organizza domenica 25, in Via Vamba Bertelli numero 23 dalle ore 10:30, una serie di eventi, come laboratori per bambini, donne e genitori,  e un seminario aperto a tutti sull’uso di uno strumento utilizzato come dissuasore per le violenze, ovvero lo spray urticante. Sarà un’ occasione per proporre il corso di auto-difesa per tutte le donne, organizzato dall’MSP ITALIA. Per tutte le informazioni e conoscere i dettagli dell’evento e del corso Difesa Donna, contattare il numero: 335 6200313.

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