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La psicologia del colore indaga la nostre reazioni agli stimoli cromatici. L’influenza che ha su di noi un determinato colore, piuttosto che un altro. E questo è strategico nelle nostre scelte di tutti i giorni.

Iniziamo il nostro viaggio all’interno dei colori, con quello che io reputo in assoluto il colore più forte di tutta la scala cromatica. O almeno quello che a me scatena una reazione potente, perché come ben sapete la componente soggettiva è molto importante. Sto parlando di uno dei colori primari per eccellenza, ovvero il Rosso!

IL ROSSO

Uno tra i colori primari insieme al blu e al giallo. Da sempre è considerato il re dei colori caldi, anche se in realtà come ormai sappiamo, la differenziazione caldo/freddo può facilmente  essere applicata ad ogni  colore. Il rosso caldo infatti è associato a tonalità tipo il rosso corallo, il rosso papavero, che è il risultato di rosso associato a toni del giallo, con sfumature quasi aranciate. Viceversa il rosso freddo contiene tracce di blu, il cosiddetto rosso ciliegia, rosso bordeaux.
Non esiste un concetto unico di rosso, ma tante sfumature a seconda delle sue tonalità… Essere attratti da una tonalità rispetto all’altra può essere indicativa delle nostre emozioni, di come ci sentiamo, e soprattutto di quello che vorremmo esprimere.

rosso capelliIl Rosso da sempre è un colore dinamico e seducente, associato al potere, all’eccitamento, alla passione, al coinvolgimento amoroso, e soprattutto al sesso, infatti basti pensare la dicitura: “film a luci rosse”.  Questo colore è in grado di smuovere sentimenti di forte  trasporto ed è capace di risvegliare il nostro lato più aggressivo. Un colore che ha uno stimolo accentuato, cattura la scena, simboleggia l’azione, l’avventura, l’energia, usato anche per segnalare pericolo o divieti, insomma è un colore molto versatile. Il rosso è il colore del sangue, connesso inevitabilmente a simboli che riportano alla vita. Il rosso è legato in bene e in male a tutta una serie di significati, che, chi si occupa di psicologia del marketing conosce molto bene. E’ il colore che più di tutti, è usato anche per fini commerciali.  Attira in modo preponderante l’attenzione, è un colore che crea una sensazione di urgenza. Il rosso è associato all’azione, all’istintualità, al bisogno, pensate ai loghi di colore rosso. Molti brand alimentari, sono contraddistinti da questo colore, perché stimola diverse aree tra le quali anche l’appetito, infatti è legato a doppio filo con l’istintualità, una sorta di determinismo emotivo. Il rosso perciò è sia il colore della passione, sia il colore dell’odio, del tormento, della perversione, dell’inferno, del fuoco, e del diavolo, legato con la violenza, l’aggressività, la rabbia, il peccato, il vizio  e la compulsione.

Quello che cambia è come noi lo percepiamo, quello che ci trasmette, e come lo associamo alle varie emozioni.
Il colore quindi è un vissuto psichico, che racchiude particolari simboli. I nostri colori preferiti, possono cambiare da periodo a periodo, e quelli dei quali amiamo circondarci, ci suggeriscono tutta una serie di sensazioni. Per questo è importante interrogarsi su quale sia il significato che i diversi colori possono avere nella nostra vita.

Indispensabile capire che uno stesso colore può avere significati diversi, positivi, negativi, persino opposti, tutto a seconda dell’ambito e della situazione psicologica del momento.

Per quanto riguarda gli aspetti negativi, ad esempio è stato riscontrato che il rosso è un colore detestato da persone che hanno in qualche modo subito una certa forma di violenza. Parlando di aspetti postivi, è stato riscontrato che sia utile in caso di tristezza e depressione, perché capace di risollevare l’umore. Indossare o essere semplicemente esposti a questo colore, infatti può indurre ad una reattività positiva  aumentata.

vestito rosso Elisa SergiLe persone che scelgono di indossare il rosso denotano un carattere deciso, una certa voglia di indipendenza, autonomia, desiderio di osare, emancipazione e forte determinazione.

Capire le varie sensazioni scaturite dai colori può aiutare, guidandoci a scegliere in maniera consapevole tutti quei colori che ci donano vibrazioni positive, e stati di benessere, allontanando quelli che non sono positivi per noi. Ogni colore ha una particolare frequenza, ma questa è vissuta in maniera completamente diversa da individuo a individuo. Essere consapevoli di tutto questo significa, scegliere i nostri acquisti, con un grado di consapevolezza in più. Dai vestiti, al make-up, agli accessori, agli oggetti, persino alla roba da mangiare.

E voi amate il rosso? Che sensazioni vi trasmette?

Vi aspetto nei commenti e nella mia pagina INSTAGRAM, nella quale ho video IGTV  inerenti ad ogni argomento.

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➡    Colore: percezione individuale
Colori caldi e colori freddi 
➡    Marketing e colore

COLORE: PERCEZIONE INDIVIDUALE

La psicologia del colore indaga sulla percezione, sulle sensazioni e sulle emozioni che i colori hanno su di noi. 
I colori influenzano il nostro stato psichico, perciò avere una maggiore consapevolezza di quelli che sono i nostri stati emotivi associati a determinate nuance, può essere rilevante e fare la differenza.
Questo al fine di poter scegliere con cura e consapevolmente tutti i colori che ruotano intorno alla nostra vita, a partire da quello che indossiamo, dalle pareti della nostra abitazione, ai colori del nostro make up, ai colori dei gli oggetti che scegliamo, per noi stessi, per gli altri.
Le sensazioni e le emozioni che ci trasmettono possono essere molte, sia positive sia negative.
Ognuno di noi ha le proprie preferenze, simpatie, inclinazioni verso particolari nuances. 
Le emozioni associate al colore sono sensibili alla nostra personalità
Quello che è sicuro è che la percezione del colore è soggettiva, dipende dalle nostre esperienze individuali. La percezione di quello che vediamo  è frutto dell’elaborazione del nostro cervello, varia da individuo a individuo è in grado di generare reazioni emotive anche molto differenti tra loro. La cosa importante è capire quelle che sono le nostre emozioni associate ad ogni colore, così da potersi contornare di quelli che sono i colori positivi per noi, accantonando quelli che ci scatenano sensazioni negative. psicologia del colore Elisa SergiLa percezione di un colore dipende dalle mille esperienze di nostra vita e dal contesto socio-culturale nel quale siamo immersi. E’ visione è sensibile alle tante variabili che l’individuo sperimenta nella sua vita. Educazione impartita, esperienze infantili, gusti personali, differenze culturali, ricordi particolarmente toccanti legati a specifiche emozioni. Tutto questo e molto altro ancora, plasma, modifica e altera la percezione del colore sul nostro inconscio.

COLORI CALDI E COLORI FREDDI

La Psicologia del colore è importante perché numerose ricerche hanno scoperto che quando gli esseri umani sono esposti a vari colori, il cervello risponde in maniera differente, e nel nostro corpo avvengono cambiamenti fisiologici. I colori infatti possono stimolare diverse reazioni come ad esempio, eccitamento e rilassamento, perfino creare una sensazione di calore o di freddo e indurre o ridurre l’appetito.

I colori si dividono in colori caldi e colori freddi. ogni colore ha numerose tonalità che vanno dai colori più tenui, pastello, a quelli più scuri e vivaci.

Solitamente sappiamo che i colori caldi sono in grado di stimolare energicamente la nostra emotività, mentre i colori freddi al contrario, calmerebbero e rilasserebbero, anche se le sensazioni sono molto soggettive. Storicamente è risaputo che i colori caldi come il rosso, il giallo e l’arancione sono in grado di trasmettere e stimolare sensazioni positive ma allo stesso tempo racchiudono anche caratttersitiche quali irruenza e decisione. Viceversa i colori freddi come  il blu, il verde possono trasmettere rilassamento e tranquillità, ma anche freddezza e distacco.

Però ci sono delle linee guida, che possono generalizzare alcuni concetti, ma stiamo ben attenti a non incasellare tutto in dogmi preimpostati, sterili e paralizzanti. Non dimentichiamoci che la percezione di ogni colore, così come ogni altra cosa, è del tutto soggettiva, e dipendente dalle nostre inclinazioni personali, i nostri gusti, le preferenze che abbiamo.

psicologia del colore Elisa SergiDate un’occhiata al vostro armadio, guardate che colori ci sono al suo interno. Ogni giorno, nello scegliere un capo, piuttosto che l’altro, diamo anche inconsciamente la preferenza al colore che più ci fa sentire a nostro agio, che non necessariamente è quello che amiamo di più.

MARKETING e COLORE 

Nel marketing la scelta del colore è di vitale importanza. Pensate ai loghi, e a quello che questi evocano. I colori scelti, non sono certamente lasciati al caso, anzi, essi sono in grado di influenzare e rinforzare la percezione delle caratteristiche di un brand.

Le preferenze dei colori possono cambiare da uomo a donna. In linea di massima il sesso maschile predilige i colori più sgargianti, più vivaci, più energici e più scuri, mentre il sesso femminile predilige solitamente colori tenui e chiari. Da numerosi studi è emerso che il blu sia il colore prediletto da entrambi i sessi. Il viola sarebbe molto amato dalle donne, non dagli uomini.

Un altro aspetto che spesso trascuriamo ma che è parimenti importante è il nome del colore. Siamo più attratti da nomi accattivanti che descrivono qualcosa piuttosto che il nome del colore stesso. I nomi di fantasia associati al colore hanno molta più attrattiva. Anche nella moda scegliere un nome di un colore può fare la differenza, accattivare di più e conseguentemente vendere maggiormente. Idem nel settore alimentare.

Marketing a parte, i colori da sempre evocano diverse sensazioni e molte emozioni associate a tante variabili della nostra esistenza. Quello che possono rappresentare per uno, può non rappresentare per l’altro.

Nel mio prossimo articolo esplorerò i colori e il loro variegato e meraviglioso caleidoscopio emotivo.

Venite con me in questo viaggio magico e meraviglioso, alla scoperta di quelli che sono i colori e i loro simboli associati. Fatemi sapere quali sono i vostri colori del cuore, e quali invece detestate. 

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➡    La situazione attuale: quarantena  
➡    Isolamento
➡    Diffidenza 
➡    Evitamento
➡    Possibili vie d'uscita

La situazione attuale: quarantena

La situazione attuale mi porta ad una serie di riflessioni, cosa ci sta succedendo emotivamente?  Quali sono e soprattutto quali saranno gli effetti a lungo termine di questa quarantena.

Siamo in una situazione straordinaria, una situazione pandemica, in cui la paura del contagio è alle stelle, poiché rappresenta un vero e proprio pericolo. L’isolamento forzato ha scaturito tutta una serie di dinamiche negative, tra le quali la diffidenza reciproca, che porta ad un conseguente evitamento.

La diffidenza quindi è giusta in questo momento, diffidenza indotta da un meccanismo di salvaguardia per noi stessi e per il prossimo. Purtroppo nei processi di salvaguardia naturale, fanno da padrone gli istinti primordiali, con una sottomissione della componente logico-razionale-deduttiva. Il distanziamento sociale in questo caso è giusto e sacrosanto, ma come tutte le cose non va sottovalutato, perché il rischio è che ci faccia cadere in quella che potrebbe diventare una fobia sociale.

Distanti oggi per essere vicini domani…ma quando? Questo è lo slogan, che continuano a passare. Si parla di fase 1, fase 2, ma ancora non sappiamo quando realmente potremmo tornare ad abbracciarsi.
Indipendentemente da tutto, la domanda che mi faccio è questa: “Ma un domani, cessato l’allarme, finito lo stato d’emergenza, avremmo veramente voglia di riabbracciarsi? Saremmo davvero spensierati, come prima, nello stare insieme, nell’avere contatti sociali, nell’avere contatti fisici? Oppure avremmo qualche remora, risultante da questa situazione di isolamento e diffidenza?

Ecco io sono un’ottimista di natura, ma credo che la risposta sia no! Non sarà così facile, né scontato, né semplice, mandare via questa diffidenza appresa per ragioni di vita o di morte. Del resto parliamo di un’emozione e per quanto la nostra razionalità sia strutturata, l’emozione è più forte… si può fare tanto, ma non tutto!

Elisa Sergi isolamentoSono 3 i concetti che in questo momento vorrei analizzare

ISOLAMENTO  DIFFIDENZA  EVITAMENTO

ISOLAMENTO

L’ Isolamento è attualmente una condizione necessaria, obbligata, straordinaria, preventiva, alla quale non siamo abituati. Una condizione che ci mette a dura prova, che pur escogitando e tirando fuori tutte le strategie di fronteggiamento, sicuramente qualcosa smuove dentro. Una convivenza forzata, con le mura domestiche, con i nostri cari, con la nostra solitudine. Qualcuno mi ha paragonato la nostra situazione a quella dei monaci tibetani, che in solitudine vivono di più e meglio, ma la loro è una scelta, la nostra no! E soprattutto non hanno limitazioni nel raggiungere nessun luogo, non rischiano il contagio, noi si. Come si può ben capire, il paragone è fuori luogo. Uno studio che ho trovato sul sito della Fondazione Veronesi, sugli effetti dell’isolamento forzato, dimostrerebbe che questa solitudine forzata, può scatenare comportamenti anomali come ansia e aggressività. Leggi l’articolo qui.

DIFFIDENZA 

Questo isolamento da quarantena ci scatena molte emozioni, sentimenti anche contrasti. Ringraziando di avere la salute, tutto ciò in primis ci porta ad avere molta distanza sociale, (ci viene chiesto e giustamente imposto) ma tutto questo non pensate che non avrà ripercussioni a livello emotivo. Le emozioni in ballo sono molte, ma un concetto mi colpisce particolarmente, è la diffidenza. L’eccesso di diffidenza, a prescindere dalla causa, è sempre disfunzionale e negativo. La diffidenza ci porta a stare alla larga dalle situazioni, precludendosi molte opportunità di scambio e arricchimento. Inoltre la diffidenza rallenterebbe lo sviluppo psichico, allontanando occasioni e altre perone.

Un esempio concreto. Quando usciamo a fare la spesa, e siamo in fila per entrare, tutti, e dico tutti ci guardiamo, ci scrutiamo, stando attenti giustamente a mantenere la distanza di sicurezza. Ma è una sensazione più profonda, più intima, siamo diffidenti l’uno dall’altro. C’è una sorta di distanza emotiva l’uno dall’altro, è una sensazione crescente e sempre più radicata, come effetto collaterale di questa pandemia. La diffidenza è la mancanza di fiducia conseguente a timore o sospetto d’inganno. In questo caso direi la paura che il prossimo ci possa contagiare in primis, ma anche una sorta di mancanza di fiducia legata alla paura che l’altro non prenda le adeguate misure di sicurezza in grado di preservare la propria e soprattutto l’altrui salute.
L’eccesso di diffidenza implica sempre l’ansia da controllo.

EVITAMENTO

La diffiednza ci porta all’ evitamento. L’evitamento è uno dei meccanismi di difesa, più semplice e più immediato. Sappiamo benissimo cos’è, cosa rappresenta e cosa ci porta a fare, ovvero semplicemente ad evitare.
L’evitamento è alla base di diverse psicopatologie  e del mantenimento di credenze disfunzionali (convinzioni errate sul rischio).
Pur essendo un’ottimista di natura, mi sento di affermare molto serenamente che sarà molto difficile tronare alla spensieratezza di prima nei rapporti sociali, nella relazione fisica con le altre persone.
Sarà complicato una volta finito tutto questo, tornare alla situazione iniziale, sicuramente ci saranno diversi postumi.

POSSIBILI SOLUZIONI

Bisognerà imparare pian piano a tornare ad una socialità, consapevole, cercando di accantonare la diffidenza che ha portato all’evitamento (giusto e sacrosanto) che ci ha permesso di mantenere e preservare la salute individuale e collettiva. 

Qualche difficoltà iniziale sarà necessariamente all’ordine del giorno, saremo leggermente destabilizzati dal ritorno ad una socialità fatta di contatto fisico. Credo che si tratterà di un fare lento e costante che rispetti i tempi individuali.

Dovremo riabituarci a metterci in gioco, a partecipare, ad assumerci anche il rischio che sarà normale passarsi un banale raffreddore o un innocuo virus, come chi ha figli all’asilo già sa. Un passo alla volta e forse ritroveremo la spensieratezza la gioia e leggerezza, che adesso abbiamo inevitabilmente perso.

Qualche consiglio pratico potrebbe essere praticare del rilassamento, perticare yoga, mindfulness, pratiche di training autogeno. Prendersi del tempo libero per svagarsi e concentrarsi sulle sole attività, per quanto possibile, che ci piacciono e ci gratificano. Ci sono altre strategie utili, che possono essere efficaci a seconda delle diverse personalità.

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Dopo aver elencato, nel precedente articolo i 10 punti su come poter affrontare nella maniera migliore la quarantena, vorrei approfondirne uno in particolare, il primo, come DORMIRE BENE.

A questo punto, senza dilungarmi troppo, vengo subito al punto, elencando qualche utile e consiglio per un riposo il più possibile efficace, perché la salute passa anche e soprattutto dal sonno. Curare la qualità del nostro riposo notturno può fare la differenza per il nostro benessere psicofisico.
Ecco alcune semplici strategie, che il più delle volte dimentichiamo di mettere in atto, nonostante la loro semplicità. Se queste non funzionassero e l’ insonnia dovesse perdurare, consultate un medico per assicurarvi che non ci siano disturbi del sonno o altre condizioni cliniche.

Elisa Sergi dormire beneTOP 10
RIPOSO EFFICACE

1. GESTIONE EFFICACE DELLO STRESS
Prima di gestire lo stress dobbiamo imparare a conoscerlo, per questo è necessario capire quali sono le fonti di stress e qual è la nostra reazioni a tali eventi. Ho scritto un articolo sullo stress (leggi qui).
Una volta capito cos’è lo stress, le tecniche per gestirlo possono essere diverse a seconda delle vostre personali inclinazioni. Una delle mie tecniche preferite è il rilassamento tramite la meditazione.

2. LIMITARE L’USO DI CAFFEINA
Il caffè è un piacere, ma il suo abuso, stimola in maniera eccessiva il nostro corpo. Assumere troppi caffè,  può incidere sui disturbi del sonno. Un buon consiglio è limitare l’assunzione di caffè specialmente nel pomeriggio e soprattutto evitarlo la sera.

3. CREA UNA ROUTINE DEL SONNO
Fare la stessa cosa ogni sera permette di “allenare” corpo e mente a rilassarsi mentre apprende una risposta condizionata per abbandonarsi al riposo. Questa routine dovrebbe iniziare un’oretta prima di andare a dormire. Sarebbe l’ideale ripetere questa routine tutti i giorni, anche se nella realtà, specie con figli, questo diventa alquanto complicato, se non addirittura impossibile.

4. A LETTO PRESTO
Andare a letto presto la sera e svegliarsi con calma la mattina, dimenticando la sveglia, questa sarebbe una buona regola. Per chi lo può fare in questo momento, approfittate della quarantena e seguite queste indicazioni. Andando a letto presto, la mattina non avremo bisogno della sveglia, ci sveglieremo presto naturalmente.

5. SPEGNI TUTTI GLI SCHERMI
Almeno 1 ora prima di andare a dormire, il consiglio è di spengere tutto, computer, tablet, telefono, c’è chi dice anche TV, comunque se proprio quella non volete spegnerla, almeno fatelo con gli altri dispositivi. E’ stato dimostrato infatti che la luce dei monitor è capace di interrompere la produzione di melatonina, l’ormone del sonno. La cosa migliore di tutte, sarebbe avvicendarsi al sonno, grazie ad un buon libro, un grande classico, ma sempre efficace.

6. LIMITARE L’ ALCOL E FUMO
Consumare alcol non è una buona abitudine, personalmente io non amo nessun tipo di vino, perciò non ne faccio neanche un uso sporadico a tavola. Molte persone usano l’alcool per rilassarsi, il problema è che l’alcol può compromettere la fase REM del sonno , che è essenziale per un riposo ottimale. Fumare, ormai è risaputo, è una pratica che nuoce gravemente alla nostra salute, abbassa le difese immunitarie e provoca tumori e altre gravi patologie, perciò, fatevi un favore, smettete, senza neanche diminuire. La vostra salute ne gioverà sicuramente.

7. STIMOLARE LA MELATONINA
La melatonina è l’ormone responsabile del ciclo sonno-veglia. Il nostro corpo produce naturalmente melatonina quando inizia a fare buio. Ma la vita moderna ha creato molte interruzioni a questo ciclo, che si tratti di luci artificiali come le lapadine o di luci blu di tutti i nostri device. Ci sono modi naturali per aumentare la melatonina, come ad esempio le mandorle, l’avena, il mais, il riso integrale, pomodori, ravanelli, cipolla, asparagi, cavoli, arance, mele, ciliegie, noci, banane e ananas.

8. AMBIENTE CALMO E TRANQUILLO
Il posto dove dormiamo, la camera da letto dovrebbe essere il più confortevole possibile. L’ambiente dovrebbe essere il più possibile buio, se così non fosse, aiutiamoci con le mascherine per gli occhi. Anche la temperatura è importante e dovrebbe essere di qualche grado meno, rispetto al resto della casa, poiché si riposa meglio in presenza di basse temperature. Ad alcune persone, piace il silenzio totale e ad altri il rumore di sottofondo, ma qualunque sia la preferenza, creare una stanza il più possibile confortevole è l’ideale.

9. SOGNARE COME TERAPIA
Il sogno è il linguaggio del nostro inconscio, i contenuti che liberiamo nel sogno sono elaborazioni di ciò che ci succede emotivamente dentro di noi durante il giorno. Per questo sono importanti i sogni, perciò ricordarli, scriverli e interpretarli può essere un ausilio per cercare di capire qualcosa in più sulle nostre emozioni e sul nostro stato psichico.

10. INFINE … RELAX
I consigli sopracitati sono importanti a tratti fondamentali ma se non si allontanato le tensioni accumulate, tutti questi accorgimenti funzioneranno ben poco. Occorre arrivare la sera, il più possibile rilassati, o comunque fare qualcosa per rilassarsi. Non occorrono grandi gesti, potremmo iniziare dalle piccole cose, come ad esempio una tazza di camomilla, una pratica meditativa, un po ‘di stretching, una preghiera o un buon libro.

Numerose ricerche secientifiche rivelano come siamo una popolazione che non dorme  abbastanza.  La privazione del sonno porta a diverse conseguenze negative, a lungo andare anche a qualche patologia. Perdere sonno vuol dire conseguentemente perdere concentrazione, produttività, creatività e chiarezza mentale.

Il periodo è delicato, molto difficile, svegliarsi ogni giorno con cattive notizie, mentre si cerca di gestire la routine in isolamento non favorisce un buon riposo. Per quelli di voi che sono già privati ​​del sonno dalla solita routine quotidiana, ora è il momento di concentrarsi davvero sulla costruzione di buone abitudini, perché dormire bene favorisce il buon umore e costruisce il nostro sistema immunitario. L’ American Academy of Sleep Medicine suggerisce che sono necessarie almeno sette ore di sonno per un benessere ottimale. In condizioni contrarie, quindi non avere un riposo qualitativamente quantitativamente adeguato è associato a esiti negativi  come ipertensione, ictus, obesità, diabete, malattie cardiovascolari e psicopatologie.

La situazione legata all’emergenza pandemia COVID-19 non durerà per sempre, ma un buon riposo è un requisito costante per una salute ottimale, per relazioni sane e per prestazioni lavorative efficaci.

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TOP 10
benessere in quarantena

Elisa Sergi psicologa10 consigli, dieci strategie, dieci buone prassi da seguire in quarantena al fine di mantenere un buon equilibrio psicofisico!

  1. DORMIRE BENE: cercare di mantenere o anche migliorare la qualità del sonno. Cercate di andare a letto ad un’ora decente e non mettendo la sveglia (chi può). Se la sera andiamo a dormire presto, non ci sarà bisogno della sveglia al mattino dopo, ci sveglieremo naturalmente presto. Provare per credere!
  2. ALIMENTARSI BENE: bene, non vuol dire tanto, bene vuol dire in una maniera sana, il più possibile (si lo so, fare dolci e poi mangiarli è anti-stress…e io adoroooo) ma non è una sana abitudine…Cerchiamo quindi di stare più possibile alla larga dagli zuccheri ( torte, biscotti home made, nutelle varie, uova di pasqua…etc etc… la lista è lunghissima ;-).
  3. CURARE LA PROPRIA PERSONA: non vi dico di truccarvi sempre, anche se c’è qualcuno che me lo suggerirebbe, ma se non altro vestirsi sempre, evitando di stare sempre in pigiama e mantenere buone routine inerenti al proprio corpo.
  4. FARE MOVIMENTO: per quanto possibile, fare le scale, fare un giro nel cortile, andare dove vi è concesso, e farlo attivando i muscoli. Se abitate in pochi mq non preoccupatevi, auricolari alle orecchie e musica sparata, possibilmente in 8D (meravigliosa scoperta che ho fatto da poco) e via di passi di danza…scatenetevi. Chiudete gli occhi e pensate di essere al tramonto, in una spiaggia a ballare al Jova beach party.
  5. PROGETTUALITA’ E INCOMBENZE: immaginarsi in attività, viaggi o situazioni post COVID-19, fa benissimo! Inoltre attuare tutte quelle cose, quelle incombenze, come ad esempio pulire la cantina, riordinare l’armadio, che puntualmente non facciamo per mancanza di tempo e voglia. Vi assicuro che sarete soddisfatti e gratificati, una volta svolti questi piccoli ma fastidiosi compiti.
  6. CAFFE’ E ALTRI STIMOLANTI: meglio assumerne meno possibile, la mattina consentito liberamente, diciamo anche a pranzo, ma nel pomeriggio e specialmente la sera meglio di no, potrebbe stimolarvi inutilmente, tanto poi non potete uscire, quindi inutile rimanere svegli.
  7. NO ALCOL E STOP FUMO: Ora più che mai è necessario abbandonare queste abitudini scorrette. Anche il vino, attenzione all’abuso casalingo! Sono sostanze che abbassano fortemente le difese immunitarie. Per quanto riguarda il fumo, meglio smettere fin da subito.
  8. LA COMPAGNIA: Si alla socialità se siete soli, quindi avanti con i social, si alle videochat. Se avete il problema opposto e siete in famiglia, cercate di tagliarvi degli spazi anche per voi stessi. Se potete, fate l’amore spesso, distende i nervi, allieta, stimola ormoni deputati al nostro benessere e rafforza il sistema immunitario. Nessuna controindicazione a tale pratica!
  9. SPEGNI LO SCHERMO: che sia del computer o del telefonino, ogni tanto prendi una pausa, specialmente prima di addormentarti. Questo perché hanno studiato che la luce dei monitor interrompe la produzione di melatonina, l’ormone necessario deputato al ciclo sonno-veglia.
  10. ACCOGLIERE LA NEGATIVITA’: E’ benefico accogliere i nostri stati negativi, la tristezza, la rabbia, la malinconia, la nostalgia, il malcontento, ogni forma di malessere è del tutto sana e va accolta, non va rifuggire o rinnegata, sennò tornerà più prepotentemente di prima e non vi lascerà facilmente.

Questi sono i miei 10 punti, riassunti anche in un video IGTV Instagram all’interno della mia rubrica, PSICOPUB! qui il link per vederlo. 

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E voi avete qualcun altro spunto da consigliarmi? Vi aspetto qui sotto nei commenti.

➡    Cos' è lo stress?
➡    La natura dello stress
➡    Gli stressor
➡    Sintomi fisici
➡    Sintomi emotivi 
➡    Sintomi cognitivi
➡    Sintomi comportamentali

Cos’è lo stress

Con il termine stress indichiamo la nostra personale risposta psicofisica ad input emotivi, cognitivi o sociali, percepiti come eccessivi.Elisa Sergi coronavirus

In questo periodo di pandemia da Covid-19, siamo tutti sottoposti ad un carico stressogeno molto elevato. Per questa ragione ho scritto precedentemente un articolo che vi invito a leggere su come affrontare questo delicato momento: Leggi qui 

VADEMECUM PSICOLOGICO PER AFFRONTARE L’EMERGENZA DA CORONAVIRUS

Nel 1936 Hans Selye definì lo stress“risposta aspecifica dell’organismo” che si suddivide in 3 fasi specifiche ben distinte.

1 – Fase di allarme, un segnale che manifesta che gli stimoli sono eccessivi per la propria portata.
2 – Fase di resistenza, il momento nel quale si cerca di resistere a questi input eccessivi.
3 – Fase di esaurimento, questo è l’ultimo step nel quale possono iniziare a comparire sintomi fisici, cognitivi vede emotivi.

A seconda della durata l’evento stressante può essere sia acuto che cronico. In presenza di stress momentaneo e delimitato si parla di stress acuto, viceversa quando lo stress si prolunga nel tempo siao in presenza di stress cronico.

La natura dello stress

Elisa Sergi stress mentaleLo stress cronico può essere anche intermittente, nel senso che si presenta ad intervalli regolari nel corso del tempo. Invece lo stress cronico propriamente detto si manifesta per un lungo periodo di tempo. Lo stress cronico diventa invalidante poiché diventa un vero e proprio ostacolo al al perseguimento degli obiettivi individuali.

La durata non è l’unico fattore da tenere in considerazione, importante è capire la qualità dello stressor, ovvero dell’evento stressogeno. Gli stressor si dividono così in Eustress: stressor positivi, in gradi di eccitare e attivare l’organismo e Distress, stress negativi e nocivi per il nostro corpo, portando anche ad un abbassamento delle nostre difese immunitarie.

Gli stressor

Elisa Sergi coronavirus

Gli stressor possono essere:

  • eventi di vita, che siano piacevoli o spiacevoli ( matrimonio, nascita di un figlio, morte di una persona cara, divorzio, pensionamento, problemi sessuali)
  • cause fisiche, come la temperatura climatica, caldo estremo o freddo, abuso di sostanze come droghe fumo e/o alcol, gravi impedimenti fisici
  • il contesto di vita in cui una persona è calata, mancanze economiche ad ampio raggio, povertà, ambienti inquinanti da ogni punto di vista
  • malattie, sia lievi che gravi, calo delle difese immunitarie, comparsa di nuovi sintomi negativi, come quelli emotivi e cognitivi
  • Fenomeni straordinari, improvvisi e estremi come cataclismi. Sconvolgimento dovuto a cause naturali (terremoti, eruzioni vulcaniche, inondazioni, maremoti)

Sintomi dello stress

I sintomi dello stress sono emotivi, cognitivi, comportamentali e fisici

Sintomi emotivi

  • Ansia in ogni sua sfaccettatura
  • Sentimenti di rabbia, ira, irrequietezza
  • nervosismo
  • Senso di oppressione
  • Pianto
  • Agitazione
  • Senso di impotenza
  • Tristezza e malinconia
  • Depressione
  • Solitudine
  • Tensione
  • Apatia e abulia
  • E molto altro ancora a seconda della personalità dell’individuo

Sintomi cognitivi

  • Continue preoccupazioni
  • Rimuginazioni
  • Pensare alla fuga
  • Dimenticanze e problemi di memoria
  • Distrazione
  • Mancanza di lucidità
  • Difficoltà nel prendere le decisioni
  • Perdita di creatività
  • Perdita dell’umorismo
  • E molto altro ancora

Sintomi comportamentali

  • Bruxismo
  • Incocludenza
  • Prepotenza
  • Aumento dell’uso di sostanze
  • Aumento dell’alimentazione
  • Giudizi e critiche altrui
  • E molto altro ancora

Sintomi fisici

  • Problemi al cuore come tachicardia, extrasistole
  • Problemi di stomaco
  • Problemi alla schiena
  • Problemi alla testa come cefalee
  • Problemi sessuali
  • Vertigini
  • Intensa sudorazione
  • Irrequietezza e agitazione
  • Stanchezza
  • Disturbi del sonno
  • Perdita di appettito
  • Tinnitus
  • E molto altro ancora

Le psicopatologie associate allo stress possono essere:

  1. Disturbo post traumatico da stress.
  2. Tutti i disturbi d’ansia.
  3. disturbi dell’umore, depressione, disturbo bipolare.
  4. Disturbi psicosomatici come as esempio: asma bronchiale, ipertensione arteriosa, colite, eczema cutaneo, alopecia psicogena, ulcera gastro-duodenale.
  5. Disturbi dell’alimentazione.
  6. Disturbi sessuali.

Terapie

Le cure  possono essere diverse a seconda del paradigma che si sceglie.
Buona risposta hanno dato le tecniche di rilassamento come Yoga, meditazione, mindfulness.

Queste tecniche di meditazione e rilassamento, mirano a controllare lo stress, gestendo le diverse riposte psicofisiologiche.

Ho scritto un articolo sulla differenza tra psicosi e nevrosi, relativa al coronavirus: leggi qui

CORONAVIRUS, PSICOSI O NEVROSI?

 

➡    Cos'è la Resilienza
➡    Chi sono le perone con Resilienza 
➡    Caratteristiche della Resilienza
➡    Top 5 sviluppo Resilienza

Cos’ è la Resilienza

Elisa Sergi resilienzaIn questo periodo di emergenza da Coronavirus, si parla spesso di resilienza, a volta anche  impropriamente, perciò facciamo chiarezza e analizziamo nel dettaglio questo costrutto a livello psicologico.

Per resilienza si intende capacità di fronteggiare in maniera attiva e positiva agli eventi catastrofici che capitano nel corso della vita. Un adattamento alle avversità, una sorta di autoriparazione e riorganizzazione nonostante la difficoltà. La capacità di di rigenerarsi rimanendo sensibili a opportunità, non alienando l’ identità.

Reslieinza si usa anche in ambito delle scienze tecniche, fisiche. Alcuni elementi, quelli resilienti, sono chiamati così proprio perché in grado di riacquistare o mantenere la propria struttura originaria dopo aver subito un trauma o un qualche danneggiamento.

In biologia e in ecologia, si indica la capacità di un sistema di tornare ad un certo stato di equilibrio successivamente  un evento sconvolgente.

La resilienza è  la capacità di autoripararsi dopo un danno di qualsiasi tipo, facendo fronte, resistendo, o costruendo e riuscendo ad organizzare positivamente le situazioni in seguito a eventi negativi perturbanti.

Chi sono le persone con Resilienza

Elisa Sergi resilienzaLe persone resilienti sono coloro che in circostanze non proprio piacevoli per usare un eufemismo, fronteggiano, anche inaspettatamente, le avversità che gli si pongono davanti nonostante le contrarietà del destino. Coloro che sono dotati di resilienza sono capaci di alzarsi dopo una caduta e di infondere nuovo slancio, alla propria vita, raggiungendo anche mete ambiziose.

Va precisato che la persona resiliente non è esente dal provare difficoltà o stress, è solo che queste situazioni vengono affrontate in un modo costruttivo.

Resilienza non vuol dire unicamente opporsi alle pressioni ambientali, ma indica una tendenza ad andare avanti nonostante tutto, crisi, catastrofi, traumi, forti delusioni, ricostruendo e a volte riformando nuovi percorsi della propria vita. Essere resilienti infatti non vuol dire essere invincibili e imperturbabili alle situazioni, questo non esiste neanche nei film, ma attuare determinate strategie che possono essere innate o apprese per fronteggiare al meglio gli eventi negativi che si frappongono nella nostra vita.

La resilienza ha un circolo virtuoso che si autoalimenta, infatti più la persona è resiliente più sarà in grado in futuro di riapplicare quelle strategie di resilienza che l’hanno portato a superare i momenti di crisi. L’esperienza di riuscita informa l’individuo di essere forte e capace di farcela.

Innata o appresa, è senza dubbio importante affrontare questo concetto e svilupparlo al meglio con le strategie che abbiamo a disposizione.

Caratteristiche della Resilienza

Chi sono le persone relsilienti? che caratteristiche presentano? Sono quasi sempre individui dotati di ottimismo, creativi, flessibili che non hanno difficoltà a lavorare in equipe e apprendono velocemente gli aspetti positivi della vita. Essere resilienti significa modificare i propri atteggiamenti per adattarsi in maniera funzionale all’ambiente. Resilienza come funzione psichica capace di modellare i vissuti le esperienze e gli aspetti non propriamente piacevoli in copioni da riorientare in altro modo.

Le caratteristiche di tali persone:

  1. Alte strategie di Coping
  2. una buona dose di impegno,  tendenza a svolgere diverse attività:
  3. Locus of control interno, ovvero convinzione di poter dominare le situazioni che si presentano, senza essere in bali di queste
  4. Gusto per le sfide, predisposizione ad accettare di buon grado i diversi e spesso difficili cambiamenti, vivendoli con positività.

Questi fattori, come si capisce bene, sono tutti legati ad una buona consapevolezza di sé, quindi possono essere appresi coltivati e incoraggiati.

Resilienza non significa non provare alcuna difficoltà nel corso della propria vita, ma avere le risorse per fronteggiare le catastrofi senza farsi sopraffare da queste. Non vuol dire non fallire mai, ma rialzarsi dopo una caduta, anche brutta e pesante. Sbagliare ma ritentare.

Top 5 sviluppo Resilienza

Elisa Sergi resilienza

  1. Autostima. La considerazione che abbiamo di noi stessi, se alta è un fattore di sviluppo e protettivo per la persona. La persona resiliente ha una buona o alta autostima.
  2. Ottimismo. Saper cogliere il lato buono nelle situazioni, è fondamentale caratteristica individuale per promuove un benessere personale, preservando da disagio e sofferenza psicofisica. L’ ottimista infatti ha la tendenza a sminuire i momenti negativi mantenendo lucidità per scoprire le diverse soluzioni
  3. Hardiness psicologica (robustezza). Concetto che al suo interno conta altre tre caratteristiche, ovvero: Locus of control, impegno e sfida.  Costrutti già descritti precedentemente.
  4. Emozioni positive, cogliere aspetti positivi invece che quelli negativi.
  5. Supporto sociale, una positiva presenza di altre persone, disponibili ad un ascolto attivo, ad una comprensione e soprattutto all’empatia.
  6. La resilienza è una caratteristica psichica che si trasforma e varia nel tempo, in base a molte caratteristiche tra le quali il vissuto personale e l’interpretazione che diamo a questo. Sono risorse personali che possono essere ampliate e sviluppate nel tempo.

E tu in una scala da 1 a 10, quanto sei Resiliente?

➡    In primis noi adulti...
➡    Come spiegare il coronavirus ai bambini
➡    Attività per bambini 
➡    Video per bambini

In primis noi adulti…

Elisa Sergi dubbiSiamo ormai difronte ad una situazione critica ampiamente consolidata, una situazione nuova alla quale non eravamo abituati e che ci destabilizza non poco. Non possiamo nasconderlo o negarlo, dobbiamo sforzarci di essere positivi, ma la situazione è complessa non semplice e molto preoccupante. Questa è un’emergenza mondiale.

Per questo è di fondamentale importanza, curare, oltre che gli aspetti materiali, i consigli e le precauzioni dettate dagli obblighi civici, anche degli aspetti psicologici, che a mio avviso sono come sempre troppo sottovalutati.

In primis è importante capire che siamo difronte ad una situazione stressante, per tutti, quindi anche per noi adulti, genitori, è fondamentale avere una buona dose di equilibrio e tranquillità, poiché è impossibile riuscire a trasmettere messaggi positivi se in primis siamo noi stessi negativi e super ansiosi. Sappiate che l’ansia si trasmette anche non essendone consapevoli, perciò imparare a riconoscerla, è il primo passo anche per iniziare a gestirla. I bambini sono spugne ricettive al massimo, assorbono molto più di quanto pensiamo, captano come radar tutti i nostri stati psicologici. Hanno una spiccata dote di sintonia con i vari stati dell’umore, specie quelli dei loro genitori.

Elisa Sergi ideePerciò, faccio un appello a tutti i genitori, ovvero cercare di gestire lo stress, che normalmente svilupperemo nel corso delle nostre giornate. Vi faccio un piccolo elenco, dal quale potrete prendere spunto.

  • Prendersi dei momenti solo per noi
  • Quando e se possibile, stare all’aria aperta,  soprattutto al sole, perché migliora l’umore
  • Staccare dai compiti domestici
  • Immaginarsi nelle attività post-quarantena
  • Ascoltare musica e ballare (da soli)
  • Leggere un bel libro, del genere prediletto
  • Esprimere le proprie emozioni e i propri stati d’animo
  • Non trascurare la propria socialità, tramite social e telefono
  • Non vergognarsi di chiedere aiuto, se necessario

Sono tutti punti che io stessa, cerco di non tralasciare. Piccole strategie, piccoli accorgimenti capaci di far abbassare il livello di stress quotidiano. Piccoli aiuti, banali, semplici ma spesso non occorrono grandi cose per rimanere a galla.

Come spiegare il coronavirus ai bambini

bambini e coronavirus Elisa SergiLe spiegazioni, dovrebbero essere il più semplice e realistiche possibile, ma senza sminuire l’entità della cosa. La trasparenza del messaggio dovrebbe essere mantenuta, la verità addolcita e calibrata in base all’età del bamnino. Il messaggio chiaro, che dovrebbe essere veicolato, è che non tutto è sotto il nostro controllo e soprattutto che in questo momento così particolare, ognuno di noi, anche i più piccoli dovrebbero fare del loro meglio.  Cercare di far vivere ai bambini questo momento difficile e critico, il più serenamente possibile, anche se non è facile, ma cercando di tirare fuori da ogni momento, quel pizzico di ottimismo che può fare la differenza.

Per i bambini l’aspetto sociale è importante, perciò mantenere un contatto sociale con gli amichetti, con video, audio vocali e videochiamate può essere un accorgimento in più, in questo momento di isolamento obbligato.

La nostra priorità dovrebbe essere non trasmettere a loro, piccole spugne assorbenti, tutta l’ansia provata in questo periodo, giustificata o meno, non importa, l’ansia é una caratteristica che si può trasmettere molto facilmente. Fargli capire che le giuste preoccupazioni sono normali, l’estrema paura no. Già non è semplice confrontarsi con la realtà dei giorni nostri, fatta di distacco sociale, scuole chiuse, mascherine, guanti, strade deserte e mille altre preoccupazioni, se poi aggiungiamo anche i nostri comportamenti negativi, i bambini possono destabilizzarsi non poco.

  • Parlargli in maniera serena ma diretta, non nascondendo la serietà della situazione
  • Trasmettere loro fiducia, affinché non si facciano idee sbagliate
  • Fargli capire le buone prassi da tenere e le norme igieniche

Per iniziare a fargli capire la situazione, potremmo partire dalla situazione influenzale che già conoscono. Infatti i bambini, conoscono raffreddore, tosse, mal di gola, febbre e vari malesseri influenzali, perché in primis li hanno passati in prima persona e poi hanno visto altri, come genitori e amici, soffrirne periodicamente, perciò sono situazioni già conosciute.

“Una brutta influenza, una nuova malattia chiamata “coronavirus” che spinge tutti noi a fare qualche piccolo sacrificio. Le scuole sono chiuse per evitare che questo virus, passi da bambino a bambino, facendovi stare male e contagiandovi tutti. I Dottori stanno cercando la giusta medicina in grado di poter sconfiggere questo brutto coronavirus, ma anche noi possiamo fare qualcosa.

Questo virgolettato, potrebbe rappresentare un buon punto di partenza per introdurre ai bambini questi delicata situazione. La cosa fondamentale, come ho già detto, parlargli in base alla loro età, non drammatizzando, né al tempo stesso sminuendo la situazione, ma facendogli capire che nel loro piccolo, possono contribuire anche loro. Come? Intanto rispettando i dettami e le norme igieniche imposte dal decreto e soprattutto dal buon senso.

bambini coronavirus Elisa SergiDare ai bambini, anche piccoli incarichi, fa sentire loro importanti e responsabili, attivi e fieri, coinvolgendoli attivamente, facendoli sentire parte del sistema, che vuole debellare questo brutto virus. Importante anche evidenziare aspetti positivi legati alla nostra coesione, al nostro senso civico, lodando e ponendo l’accento su aspetti come la nostra efficiente sanità pubblica, e i tanti eroi che sono ben rappresentati nelle figure di medici, infermieri, volontari e operatori sanitari. Figure fondamentali, sempre sul pezzo, che si sta adoperando al massimo per cercare di sconfiggere queso male.

Attività per bambini

Genitori, ci dobbiamo rimboccare le maniche e farci forza. Le scuole con le loro attività didattiche sono chiuse e ora spetta noi non immobilizzare la fantasia , creatività e l’intelligenza dei nostri piccoli davanti ad uno schermo, che sia quello della tv, del tablet o peggio ancora dello smartphone. Perciò spazio alla nostra fantasia e adoperiamoci per fare da insegnanti, educatori e formatori, per questo (si spera breve) periodo di tempo nel quale le scuole sono chiuse. So che alcune scuole, hanno attivato alcuni servizi online per continuare la didattica da casa, questo a discrezione dell’istituto scolastico.Elisa Sergi bambini coronavirus

Per chi ha la possibilità, fate stare più possibile i bambini all’aria aperta, che sia il proprio giardinetto, terrazzo o cortile. La luce del sole fa benissimo, fissa la vitamina D e favorisce il buon umore. E quando siamo in casa cosa facciamo? Spazio alle attività.

  • Attività manuali con il cibo, impastare, pasticciare, creare e aiutare a cucinare: i bambini vanno matti per elaborare cose da mangiare, commestibili o meno. Quindi aprite la cucina anche a loro, se non l’avete già fatto, anche se questo significa ripulire i loro eventuali disastri.
  • Attività di scrittura, carta penna e fantasia. In base all’età dei bambini si possono fare quadernini di disegni e di paroline, o per i bambini più grandi, piccoli pensierini sul tema coronavirus e magari sui loro desideri e sulle cose che vorrebbero fare dopo la quarantena.
  • Attività di disegno creativo, non solo matite e pennarelli, ma anche cere, tempere e acquerelli. La pittura poi si può esprimere in diversi modi, sia con i pennelli, ma con le mani, con le dita, con diversi metodi.
  • Attività motoria, ginnastica ballo e persino yoga. Interessante creare un percorso, per quanto possibile, ricco e pieno di ostacoli da superare, con cuscini, sedie, panchetti e quello che avete a disposizione. Anche qui spazio alla vostra fantasia. Tutto in linea con l’età dei bambini.
  • Attività di gioco simbolico, ad esempio giocare alla scuola, improvvisarsi nel ruolo di maestre e cercare di mimare la routine di tutti i giorni in classe. Interessante anche fare viceversa, ovvero far fare l’insegnante al nostro bambino e noi fare gli alunni, vi assicuro che vengono fuori  spunti molto interessanti.
  • Racconto di storie e lettura libri con figure. Immagino che ognuno di voi a casa abbia una piccola o grande libreria con diverse letture per loro, magari con libri mai ancora aperti. Ecco questa è l’occasione giusta per approfittare delle letture, un po’ come facevano i nostri genitori con noi. A tal proposito vi vorrei segnalare un racconto che ho trovato online, sul sito del policlinico di Milano a cura di Francesca Dall’Ara, psicologa e psicoterapeuta, Neuropsichiatria infantile, Policlinico di Milano. Di seguito il link

Video per bambinivideo Elisa Sergi

Infine vorrei segnalarvi, una raccolta video per spiegare questa delicata situazione e utili per fare capire le buone prassi igieniche ai più piccoli

Questa raccolta è estrapolata dal sito: www.savethechildren.it

Infine vorrei ricordarvi di affidarvi sempre a fonti autorevoli e ufficiali per monitorare la situazione. Attenzione alla fake news, che alcuni stupidi mettono in giro.

Elisa Sergi informazione

#IORESTOACASA
#ANDRATUTTOBENE

 

➡    La giusta informazione: i LINK utili 
➡    Vademecum Psicologico

La giusta informazione: i LINK utili

Siamo chiamati tutti in causa per cercare di tamponare questa emergenza Coronavirus, una situazione estremamente complessa e delicata. Dobbiamo assolutamente attenerci ai dettami del Decreto entrato in vigore. Andate sul sito del Governo e leggetevi attentamente quanto scritto: 

Ecco il LINK del sito del Governo.

Oltre a questo link, ve ne segnalo altri due, poiché è di vitale importanza informarsi e capire bene la situazione, da fonti sicure e istituzionali:

– Ministero della Salute: http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus

– Istituto Superiore di Sanità: https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/

Un atteggiamento psicologico valido può aiutare non solo chi lo attua ma anche gli altri, innescando un circuito virtuoso, e aumentando il quoziente di resilienza dei singoli, della famiglia, della comunità.

VADEMECUM  PSICOLOGICO

Vorrei diffondere questo utilissimo VADEMECUM creato dall’Ordine degli Psicologi, al fine di gestire al meglio, in questa situazione di emergenza, lo stato psichico individuale e della collettività. Credo fortemente sia necessario per fronteggiare al meglio questo carico di stress al quale ovviamente non possiamo essere abituati.

La paura è un’emozione potente e utile.  E’ stata selezionata dall’evoluzione della specie umana per permettere di prevenire i pericoli ed è quindi funzionale a evitarli.

La paura funziona bene se è proporzionata ai pericoli. Così è stato fino a quando gli uomini avevano esperienza diretta dei pericoli e decidevano volontariamente se affrontarli oppure no.

Oggi molti pericoli non dipendono dalle nostre esperienze. Ne veniamo a conoscenza perché sono descritti dai media e sono ingigantiti dai messaggi che circolano sulla rete. Succede così che la paura diventi eccessiva rispetto ai rischi oggettivi derivanti dalla frequenza dei pericoli. In questi casi la paura si trasforma in panico e finisce per danneggiarci.

Facciamo un esempio: dopo l’11 settembre il panico degli statunitensi per il volo in aereo fu tale che molti decisero di spostarsi in macchina. Nel periodo successivo sulle strade morì il doppio delle persone rispetto a quelle che viaggiavano sugli aerei catturati e abbattuti dai terroristi. Il panico si era tradotto in scelte individuali controproducenti che, aggregate, divennero un danno collettivo.

Si ha più paura dei fenomeni sconosciuti, rari e nuovi, e la diffusione del Coronavirus ha proprio queste caratteristiche.

A tutt’oggi, i decessi per influenza non da Coronavirus sono molto più frequenti. Di questi però non si ha paura perché ci siamo abituati a tal punto che molti italiani ignorano addirittura i benefici, in chiave preventiva, dei vaccini. Si ripete la differenza tra la paura dei voli in aereo e la scelta volontaria e sotto il nostro controllo di guidare un’automobile.

Per evitare che le paure siano sproporzionate e creino forme di ansia individuale e di panico collettivo proponiamo di condividere un “decalogo antipanico”. Alcune “chiavi di lettura” che possono aiutarci ad evitare due errori possibili: sopravvalutare o sottovalutare (negare) il problema.

Decalogo anti-panico

1. Attenersi ai fatti, cioè al pericolo oggettivo. Il Coronavirus è un virus contagioso ma come ha sottolineato una fonte OMS su 100 persone che si ammalano 80 guariscono spontaneamente, 15 hanno problemi gestibili in ambiente sanitario, solo il 5 hanno problemi più gravi e tra questi i decessi sono circa la metà ed in genere in soggetti portatori di altre importanti patologie.

2. Non confondere una causa unica con un danno collaterale. Molti decessi non sono causati solo dall’azione del coronavirus, così come è successo e succede nelle forme influenzali che registrano decessi ben più numerosi.  Finora i decessi legati al coronavirus sono stimati nel mondo sono cento volte inferiori a quelli che si stima causi ogni anno la comune influenza. E tuttavia questo 1% si aggiunge ed è percepito in modo diverso dai “decessi normali”. Finora nessuno si preoccupava di una forte variabilità annuale perché tutti i decessi venivano attribuiti all’influenza “normale”: nell’ultima stagione influenzale sono scomparsi 34.200 statunitensi e, l’anno prima, 61.099.

3. Se il panico diventa collettivo molti individui provano ansia e desiderano agire e far qualcosa pur di far calare l’ansia, e questo può generare stress e comportamenti irrazionali e poco produttivi.

4. Farsi prendere dal contagio collettivo del panico ci porta a ignorare i dati oggettivi e la nostra capacità di giudizio può affievolirsi.

5. Pur di fare qualcosa, spesso si finisce per fare delle cose sbagliate e a ignorare azioni protettive semplici, apparentemente banali ma molto efficaci (cfr. elenco qui sotto).

6. In linea generale troppe emozioni impediscono il ragionamento corretto e frenano la capacità di vedere le cose in una prospettiva giusta e più ampia, allargando cioè lo spazio-tempo con cui esaminiamo i fenomeni.

7. E’ difficile controbattere le emozioni con i ragionamenti, però è bene cercare di basarsi sui dati oggettivi. La regola fondamentale è l’equilibrio tra il sentimento di paura e il rischio oggettivo.

8. Questa semplice figura permette di vedere la paura del coronavirus in prospettiva.La figura mostra nella parte superiore i pericoli di cui si ha più paura di quanta se ne dovrebbe avere. In questi casi l’indignazione pubblica può suscitare panico e, di conseguenza, ansie sproporzionate e dannose. Nella parte inferiore, al contrario, ci sono i pericoli a cui siamo abituati e che non provocano paure. La sproporzione tra le aree dei due cerchi mostra quanta differenza c’è tra paure soggettive e pericoli oggettivi. (Fonte: Paolo Legrenzi, A tu per tu con le nostre paure. Convivere con la vulnerabilità, Il Mulino, 2019).

9. La figura mostra il fenomeno delle paure nel loro complesso: l’indignazione pubblica sui media accentua alcune paure, come quelle per gli attacchi terroristici e i criminali armati, e induce a sottovalutare altri pericoli oggettivi a cui siamo abituati. Le caratteristiche del panico per coronavirus lo avvicinano ai fenomeni improvvisi e impressionanti che inducono panico perché sollevano l’indignazione pubblica.

10. Siamo preoccupati della vulnerabilità nostra e dei nostri cari e cerchiamo di renderli invulnerabili. Ma la ricerca ossessiva dell’invulnerabilità è contro-producente perché ci rende eccessivamente paurosi, incapaci di affrontare il futuro perché troppo rinchiusi in noi stessi.

 

Tre buone pratiche per affrontare il coronavirus

1. Evitare la ricerca compulsiva di informazioni.

Abbiamo visto che è normale e funzionale, in chiave preventiva, avere paura davanti ad un rischio nuovo, come l’epidemia da coronavirus: ansia per sé e i propri cari, ricerca di rassicurazioni, controllo continuo delle informazioni sono comportamenti comprensibili e frequenti in questi giorni. E tuttavia la paura si riduce se si riflette sul suo rapporto con i pericoli oggettivi e quindi si sa con chiarezza cosa succede e cosa fare.

2. Usare e diffondere fonti informative affidabili.

E’ bene attenersi a quanto conosciuto e documentabile. Quindi: basarsi SOLO su fonti informative ufficiali, aggiornate e accreditate.

Al Ministero della Salute, alla Protezione Civile, e al Sistema sanitario nazionale e regionale lavorano specialisti esperti che collaborano per affrontare con grande rigore, attenzione e con le risorse disponibili la situazione in corso e i suoi sviluppi.

3. Un fenomeno collettivo e non personale.

Il Coronavirus non è un fenomeno che ci riguarda individualmente. Come nel caso dei vaccini ci dobbiamo proteggere come collettività responsabile. I media producono una informazione che può produrre effetti distorsivi perché focalizzata su notizie in rapida e inquietante sequenza sui singoli casi piuttosto che sui dati complessivi e oggettivi del fenomeno. E’ importante tener conto di questo effetto.

 

Dopo i pensieri e le emozioni, i comportamenti

L’Istituto Superiore di Sanità indica semplici azioni di prevenzione individuale.

Eccole qui riassunte:

  • Evita il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute.
  • Il lavaggio e la disinfezione delle mani sono la chiave per prevenire l’infezione.
  • Bisogna lavarsi le mani spesso e accuratamente con acqua e sapone per almeno 20 secondi, fino ai polsi. Se acqua e sapone non sono a portata di mano, è possibile utilizzare anche un disinfettante per mani a base di alcol con almeno il 60% di alcol.
  • Il virus entra nel corpo attraverso gli occhi, il naso e la bocca, quindi evita di toccarli con le mani non lavate.
  • Copri bocca e naso se starnutisci o tossisci; usa fazzoletti monouso.
  • Usa la mascherina solo se sospetti di essere malato o assisti persone malate.
  • Non prendere farmaci antivirali né antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico.
  • Contatta il numero verde 1500 se sei tornato dalla Cina da meno di 14 giorni e hai febbre o tosse.
  • Se stai male e hai sintomi compatibili con il Coronavirus, contatta telefonicamente il tuo medico di base o il 118, senza recarti direttamente in ambulatorio o in Pronto Soccorso (per ridurre eventuali rischi di contagio a terzi o al personale sanitario).
  • Rispetta rigorosamente solo i provvedimenti e indicazioni ufficiali delle Autorità di Sanità Pubblica: sono una tutela preziosa per te e per tutti.

L’uso regolare di queste azioni elementari riduce significativamente i rischi di contagio per sé, chi ci è vicino e la collettività tutta.

 

A chi si deve badare nella marea delle notizie

E’ stata chiamata “infodemia” il contagio e la diffusione delle notizie: guardando la tv, aprendo i giornali o andando in rete si viene sommersi da una marea di informazioni di ogni tipo sul Coronavirus: veri esperti e finti esperti, specialisti improvvisati, persone che riportano il “sentito” dire o il “sentito” letto. In questo campo ragionare con il “buonsenso” porta a conclusioni spesso errate.

Va bloccato o ignorato uno stato di “allarme psicologico permanente” che si traduce in “indignazione pubblica”. Si tende così a aumentare la percezione dei rischi e siamo spinti a cercare ossessivamente informazioni più rassicuranti. I media però sono fatti per attirare l’attenzione e ci espongono per lo più a cronache allarmanti facendo cresce la sproporzione tra pericoli oggettivi e paure personali.

Conclusione: riduci la sovraesposizione alle informazioni dei media. Le semplici informazioni sopra riportate sono sufficienti. Una volta acquisite le informazioni di base su che cosa succede e che cosa fare, è sufficiente verificare gli aggiornamenti sulle fonti affidabili sopra indicate.

Si hanno così tutte le informazioni necessarie per proteggersi, senza farsi sommergere da un flusso ininterrotto di “allarmi ansiogeni”. E’ bene proteggere anche i bambini. Se ci interrogano, daremo sempre la nostra disponibilità a parlare serenamente di quello che possono aver sentito e li spaventa correggendo un quadro statisticamente infondato.

E’ meglio non esporli alle informazioni allarmistiche di cui sopra.

 

Agisci collettivamente per un fenomeno collettivo

Anche se tu ti sei fatto un’idea corretta del fenomeno e non provi alcuna paura infondata, è bene cercare di aiutare gli altri raccontando in parole semplici il nostro decalogo e le raccomandazioni qui elencate.

Devi supplire cioè all’indignazione e panico pubblici suscitati da molti canali media e social fornendo le semplici informazioni sopra indicate e ragionando con calma e pazienza invece di ignorare o, peggio, disprezzare chi non sa e si rifiuta di pensare.

Bisogna ricordarsi delle parole di Alessandro Manzoni in relazione alla peste di Milano del Seicento: “Il buon senso se ne stava nascosto per paura del senso comune”.

Andiamo a scalzare il senso comune ma non con il buon senso di Manzoni ma con la scienza e la razionalità. La psicologia permette di capire in modo razionale anche quel che non si presenta come tale ma che va capito e rispettato.

Agire tutti in modo informato e responsabile e aiutarsi reciprocamente a farlo, aumenta la capacità di protezione della collettività e di ciascuno di noi.

 

Non ti vergognare di chiedere aiuto

Se pensi che la tua paura ed ansia siano eccessive e ti creano disagio non avere timore di parlarne e di chiedere aiuto ad un professionista.  Gli Psicologi conoscono questi problemi e possono aiutarti in modo competente.

Tutti possiamo avere necessità, in certi momenti o situazioni, di un confronto, una consulenza, un sostegno, anche solo per avere le idee più chiare su ciò che proviamo e gestire meglio le nostre emozioni, e questo non ci deve far sentire “deboli”.

Non è debole chi chiede aiuto per aumentare le proprie risorse e quelle dei suoi cari.

David Lazzari – Presidente CNOP – 26 febbraio 2020

Estrapolato dal sito del Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi
www.psy.it

➡     Prendersi cura di sé
➡     Ricominciare da noi
➡    Regalarsi una coccola 
➡    Terapie olistiche
➡    Trattamenti e Promo

PRENDERSI CURA DI SE’

Elisa SergiIn un immaginario comune, che è figlio di vecchie credenze popolari, prendersi cura di sé, può venire confuso con egoismo, e questo è totalmente sbagliato.  Infatti dedicare tempo a noi stessi, significa non solo aver cura della qualità della nostra vita ma migliorare anche molti aspetti della vita che riguardano gli altri, e quindi approcciarsi in una maniera più positiva verso le relazioni socio-affettive. La cosa centrale a mio avviso è cambiare mentalità. La priorità è mettersi al primo posto, il concetto di egoismo, va rivisto e approfondito, perché ampiamente confuso. Non mettersi al centro, e dedicarsi solo ed esclusiavemte agli altri, figli, partner, lavoro e amici, non solo non è sano per noi ma è deleterio anche per gli altri.
Il concetto di autopercezione è importante e riflette la visione che abbiamo di noi stessi. (leggi qui)

Quante volte arrivate al week end stremate? Quante volte riguardando indietro nelle vostre settimane, notate che non avete minimamente avuto un po’ di tempo per voi? Scommetto che molte di voi, si ritrovano in queste righe. Il passo dopo è provare sentimenti di inadeguatezza, di insoddisfazione, talvolta anche con la sensazione che vi state spegnendo.

RICOMINCIAMO DA NOI 

Sembra banale, ma per alcune persone non lo è affatto. Cercare di cambiare propspettiva, se una persona è completamente dedita agli altri non è una cosa così semplice. A volte ci si butta anima e corpo sugli altri, sul lavoro, su qualcosa di esterno a noi, per non approfondire quelle che sono le nostre dinamiche interne, quelli che sono i nostri bisogni, desideri, aspettative e volontà.

Può succedere che dopo un lungo periodo di tempo nel quale ci siamo dimenticati di noi stessi, delle nostre passioni, dei nostri bisogni, della cura della persona e del nostro corpo in generale, ci troviamo spaesati, e non sappiamo da dove iniziare per ritrovarsi.

Questa volta io suggerisco di partire dall’esterno, dalla cura del corpo e dal nostro aspetto fisico.
Chi pensa che il nostro aspetto fisico non sia importante, sbaglia di grosso.

REGALATEVI UNA COCCOLA

Ippocrate aveva ragione quando disse:
Il corpo è il mio tempio  perciò avere cura del nostro aspetto fisico è parte integrante del nostro benessere psichico.
Chi non vuole avere un aspetto ordinato, pulito, gradevole per non dire bello?
L’aspetto fisico e la gradevolezza percepita, è molto importante, direi quasi essenziale ed è così per ogni individuo, indipendentemente dalla vita e dal lavoro che svolge.

La cosa fondamentale è avere cura del proprio corpo per piacere prima di tutto a se stessi. Amare il nostro corpo vuol dire rispettarlo e capire quali sono i nostri punti forti, quelli che ci piacciono di più e che vogliamo mettere in mostra. Avere un bell’aspetto, un look curato è un biglietto da visita per tutti coloro che ci circondano, perché noi comunichiamo anche con l’immagine del nostro corpo.

Curarsi esteticamente aumenta l’equilibrio psichico e migliorail nostro umore, conseguentemente  anche l’autostima. Insomma un circolo virtuoso di emozioni positive attivate da semplici mosse.

Perciò siate indulgenti con voi stessi, regalatevi una coccola, concedendovi del tempo solo per voi, curando il vostro aspetto fisico.

TERAPIE OLISTICHE

Elisa Sergi
La stagione aiuta, perché dal 20 marzo, giorno del mio compleanno, inizia la primavera, e entriamo in questa stagione meravigliosa, (la mia preferita) capace di far sbocciare fiori e far rinascere la nostra voglia di scoprirci e mostrarci. In primis per piacere a noi stessi e poi anche per piacere agli altri.

Perché allora non concedersi un momento di relax tutto nostro, un po’ di tempo solo per noi, per fare qualcosa di positivo per il corpo e per la mente?

Iniziate da un bel massaggio rilassante ad esempio, uno degli strumenti più usati nelle terapie olistiche. Come risaputo il massaggio è in grado, di abbassare i livelli di cortisolo, riducendo stress e tensioni anche muscolari, quindi è ideale per rilassarsi e concedersi un momento solo nostro.

Le cure olistiche hanno l’obiettivo di favorire un ripristino dell’ equilibrio psicofisico, orientando l’individuo verso un percorso di consapevolezza. L’approccio olistico è molto efficace verso quelle persone che sono attente al loro stato di benessere non solo al loro aspetto fisico.

Le discipline olistiche sono molte, tra le quali:

  • Biodinamica craniosacracrale
  • Fiori di bach
  • Riflessologia plantare
  • Shaitsu
  • Naturopatia
  • Ayurveda
  • Meditazione
  • E molto altro ancora…

Mi sento di consigliarvi di non affidarvi a chi vi capita, poiché sono convinta che anche per fare un minimo gesto, come una carezza, sia importante affidarsi a professionisti e specialisti nel settore. Anche per il settore estetica è così. Affidarsi a professioniste qualificate, in grado di capire le vostre esigenze e che abbiano a cuore non solo la vostra soddisfazione ma il vostro benessere è fondamentale. Qualcuno che vi sappia consigliare spassionatamente anche a costo di non seguire il proprio interesse. Questo per me è il valore aggiunto che fa la differenza.

Il centro olistico, Il Tocco di Catia, per me è tutto questo, e mi sento di consigliarvelo spassionatamente. Ho conosciuto Catia, quattro anni fa nella mia trasmissione sulla salute a Italia7 e da subito ho avuto un’ ottima impressione a pelle. Mi colpì piacevolmente perché la sua offerta non riguardava solo l’estetica ma includeva magistralmente molti servizi olistici, portati avanti tutt’ora,  con passione e personale qualificato. Ho avuto il piacere di toccare con mano i diversi trattamenti e servizi che Catia mette sapientemente a disposizione della sua clientela, e ne sono rimasta molto soddisfatta. Ho apprezzato molto la riflessologia plantare che mi ha apportato benefici su tutto il corpo, magari su questo potremmo approfondire l’argomento insieme a lei, dedicandogli un intero articolo. I servizi che Catia nel suo centro offre, non sono solo olistici, ma includono anche trattamenti puramente estetici, come depilazione, pulizia viso, manicure, pedicure, make-up e tutto ciò che un centro estetico può mettere a disposizione per la sua clientela. Anche le semplici manicure e pedicure da Catia, hanno un sapore diverso, speciale, sono trattamenti completi di scrub e massaggio, nei quali è possibile stendersi comodamente sul lettino e godersi il famoso “Tocco di Catia”, il rilassamento è assicurato, provare per credere!

TRATTAMENTI e PROMO

Elisa SergiAppurato che nel centro olistico, c’è la possibilità di sbizzarrirci con i servizi che ho elencato precedentemente, in questo articolo e per questo mese di marzo vorrei suggerirvi oltre alle promozioni interessanti che vi segnalo, un trattamento SPA, veramente magnetico.
Il Piacere dei sensi” è così che si chiama questo trattamento con oli essenziali e sale rosa   in grado di regalare relax immediato e duraturo, riequilibrando diversi aspetti. In questo trattamento infatti sono ben miscelati i benefici di questi due importanti presidi olistici che sono il sale e gli oli essenziali.

BENEFICI DEL SALE ROSA

  • Controllo dei livelli d’acqua nell’organismo
  • Promozione dell’equilibrio del PH a livello cellulare
  • Lotta ai segni dell’invecchiamento
  • Riduzione crampi muscolari
  • Miglioramento della circolazione
  • Miglioramento dell’assorbimento di elementi nutritivi presenti nel cibo

BENEFICI OLI ESSENZIALI

  • Aumento dei livelli di energia
  • Riduzione stress
  • Miglioramento della pelle
  • Riduzione dei dolori
  • Miglioramento della digestione
  • Stimolazione del sistema immunitario

Elisa Sergi

Oltre a questo trattamento particolare, vi segnalo alcune interessanti promozioni, presenti per tutto il mese di marzo nel centro olistico “Il Tocco di Catia”.

  1. Due trattamenti di smalto semipermanente a scelta tra mani e piedi= 25 euro
  2. Trattamento SPA di pedicure + due trattamenti smalto semipermanente =25 euro
  3. Trattamento “Pedicure SPA” non la semplice pedicure ma un vero trattamento, completo di scrub e massaggio rilassante nella zona del piede e sulla gamba + manicure SPA  =38 euro
  4. Due depilazioni complete (gambe, inguine, ascelle, viso) =39 euro
  5. Trattamento viso disintossicante + pulizia viso =50 euro

Per ogni trattamento che effettuerete nel centro, Catia e il suo staff vi coccoleranno con un tisana rilassante, per farvi godere ancora di più del vostro momento di relax.

Non hai tempo per te stessa? TROVALO!
Ne va della tua salute.

IL TOCCO DI CATIA
Via Lungo l’Affrico 82
Firenze
tel. 392 5821881