Il mare è un infinito distributore di positività, di energia, di stimoli e di mille altre cose meravigliose. Si evince che adoro il mare vero? 😁
A parte il mio sviscerato amore per il mare, i benefici che esso ci regala a livello psicofisico sono indubbio. Mente e corpo beneficiano di una grande quantità di aspetti positivi.
Numerose ricerche hanno dimostrato che il mare rilascia sensazioni di rigeneramento su tutti i fronti. La cosiddetta aria di mare, sprigiona elementi preziosi come lo iodio e gli ioni negativi, utili a combattere i radicali liberi e a ripulirci dagli ioni positivi della tecnologia che noi usiamo e abusiamo quotidianamente.
A livello psicologico già Carl Gustav Jung approfondì il legame che intercorre tra l’uomo e il mare:
«La proiezione dell’imago materna sull’acqua conferisce a quest’ultima una serie di qualità numinose o magiche, peculiari della madre. Il simbolismo dell’acqua battesimale della Chiesa ne è un buon esempio. Nei sogni e nelle fantasie il mare, o una qualsiasi vasta distesa d’acqua, significa l’inconscio. L’aspetto materno dell’acqua coincide con la natura dell’inconscio, in quanto quest’ultimo (specialmente nell’uomo) può essere considerato madre o matrice della coscienza. In tal modo l’inconscio, quando interpretato in riferimento al soggetto, ha al pari dell’acqua significato materno».
Ecco alcuni benefici
Rilassa mente e corpo, infatti è una location adatta alla meditazione e ad ogni forma di rislassmento profondo, specialmente la mattina presto o nell’ora del tramonto. Mi è capitato la mattina prestissimo di immergermi in acqua, quando non c’era anima viva e di meditare in acqua, muovendomi dolcemente, un’esperienza che consiglio vivamente.
Migliora decisamente l’umore, grazie alle sue vibrazioni positive e all’effetto combinato anche della luce del sole, che infonde benessere, fissando la vitamina D.
Stimola il sistema immunitario, il metabolismo, la circolazione ed è un toccasana per la pelle (protetta adeguatamente).
Aiuta a rimanere in forma, contrastando il sovrappeso e mentendo il peso forma.
Aiuta ad avere un sonno migliore e più profondo.
Stimola la concentrazione e le attività cognitive, infatti aumenta il pensiero creativo e la capacità di problem solving.
Stimola e incentiva il desiderio sessuale.
Indicatissimo e super consigliato dai medici, soprattutto per:
disturbi dell’umore;
ansia;
allergie della pelle;
disturbi respiratori;
artrosi;
psoriasi;
anemia;
convalescenza dopo malattie delle vie respiratorie;
L’importanza dei dettagli nello studio di una psicologa
L’ ambulatorio psicologico è molto importante nella pratica terapeutica, è anch’esso uno strumento che va a far parte, insieme ad altre caratteristiche, di quello che poi viene definito setting terapeutico.
Ma cos’ è il setting? Il setting psicologico è un costrutto indispensabile nella pratica terapeutica, e come riassume bene Wikipediasi divide in:
comportamenti (componente sociale) messi in atto al suo interno;
un programma di setting, rappresentato dall’insieme delle sequenze prescritte e ordinate nel tempo, per le attività e gli scambi tra le persone e gli oggetti all’interno del setting stesso; questo programma attribuisce al setting stesso il carattere organizzato e l’interdipendenza delle componenti fisiche e sociali.
Queste sono le caratteristiche del setting, in cui rientra ovviamente l’ambulatorio lo studio dello psicologo.
L’ambulatorio infatti gioca un ruolo fondamentale sulla percezione del cliente/paziente che si forma dai primi momenti in cui si viene in contatto con tale ambiente. Quando entriamo in un ambiente subito ci rendiamo conto, anche a livello inconscio, del luogo in cui siamo, e immediatamente elaboriamo dei giudizi postivi e negativi. L’importanza della prima impressione. L’ ambulatorio riflette il terapeuta e condiziona ampiamente la visione che noi abbiamo di lui. Già dai primi attimi la nostra mente seleziona dei contenuti da catalogare qualitativamente, che andranno a influenzare la professionalità dello psicologo che abbiamo difronte.
Un’ opinionequindi, che si forma e si plasma fin dai primi minuti, nella quale ogni dettaglio riveste un ruolo importante e soprattutto è in grado di fare la differenza. In primis le caratteristiche personali dello psicologo, sono assolutamente fondamentali, gradevolezza estetica, cura personale, abbigliamento e accessori, oltre che ovviamente atteggiamenti, comportamenti e l’empatia dimostrata.
Il focus sul terapeuta è fondamentale e sacrosanto, perché nella relazione terapeutica, più che in ogni altro mestiere, lo strumento del trattamento è lo psicologo stesso, per questo ha una rilevanza importantissima. Sulle caratteristiche del terapeuta “ideale”, visto l’argomento molto vasto oltreché interessante, farò un articolo dedicato alla figura dello psicologo e alle caratteristiche che a mio avviso dovrebbe avere.
Subito dopo il focus sulle caratteristiche generali del terapeuta si passa all’osservazione dell’ambiente circostante, ovvero la stanza in questione. Il primo approccio percettivo è importante e prende in considerazione come sempre molti fattori, ad esempio se l’ambiente è grande o piccolo se luminoso o meno, se asettico o accogliente, se ha pareti colorate e quali e quanti sono gli oggetti presenti all’interno. Tutto prende significato.
L’arredamento dello studio
Sono molte le evidenze scientifiche che dimostrano come siano correlate tra loro l’arredamento e la qualità percepita dell’appuntamento terapeutico. Avere uno studio curato e calibrato in base a ciò che si vuol comunicare e soprattutto che rispecchi, senza controsensi ed eccessi, la personalità e lo stile del terapeuta è rilevante per una qualità migliore, nella relazione terapeutica e nella riuscita dell’intervento psicologico.
Gli aspetti che vengono apprezzati dai pazienti, sono sensibili alle loro caratteristiche soggettive, ma in generale, un ambiente luminoso, ben dosato di oggetti, pulito e confortevole, capace di infondere un senso di professionalità, serietà ma al tempo stesso accoglienzaè quello che ogni paziente desidera.
Quali dovrebbero essere i mobili dell’ambultorio psicologico? Ovviamente non c’è una risposta univoca, bensì una sorta di buon senso comune che possiamo tramandare ai neo-psicologi per districarsi in questa tematica. Parola d’ordine: buongusto, a cui deve seguire buonsenso e moderazione. Lo stile personale ci deve essere, non eccessivamente, ma con quel tocco che ci rappresenti. Tenere ovviamente la vita privata, lontana dal setting terapeutico, quindi niente foto di famiglia, niente che riporti o distragga la persona sulla vita familiare/relazionale del terapeuta. Un arredamento moderno o classico? Io preferisco il moderno, lo trovo più attuale e fresco, ma questa è la mia preferenza soggettiva, qui ovviamente dipende dalla personalità e dai gusti del terapeuta. Quello che mi sento di dire è che lo stile classico, forse può appartenere un po’ alla vecchia scuola, a colleghi di elevata esperienza e con un’età sicuramente superiore alla mia. Mentre lo stile moderno secondo me è preferibile per noi, nuova generazione di psicologi.
Uno spazio accogliente con divani e/o delle poltrone comode e esteticamente gradevoli, meglio se vicine senza interporre altri mobili nel mezzo, secondo me è l’ideale come base di partenza. La classica Chaise Longue, non è necessaria se non fa parte del vostro stile e del vostro approccio terapeutico. Io, ad esempio, ho deciso di non metterla nel mio studio. Vi consiglio di inserire una libreria, mobile che adoro particolarmente e magari ricca di libri inerenti la psicologia. Una scrivania, anche minimal, dove poter firmare il consenso informato o qualsiasi altro documento o ricevuta fiscale. Personalmente mi piacciono molto anche le mensole, sulle quali appoggiare o libri o piante o quadri, proprio come indica la tendenza attuale, in quanto ad arredo pareti.
Il colore delle pareti è importante, perché capace di trasmettere sensazioni e vibrazioni a seconda della scelta effettutata. Sapete bene, come sia importante il colore intorno a noi e come sia in grado di influenzarci sia positivamente sia negativamente. In linea di massima la funzionalità dovrebbe sposarsi con stile e accostamenti azzeccati, specie per quanto riguarda i colori.
Il colore, lo ribadisco, gioca un ruolo centrale su di noi, influenza le nostre percezioni e quindi le nostre considerazioni su una situazione, su una persona su una situazione. Io opterei per colori neutri, come il bianco, il grigio chiaro, ma anche un celeste chiarissimo o un verde pastello, insomma tonalità soft, che in ogni caso tendano al bianco, proprio per donare un senso di neutralità, pulizia e professionalità.
Ogni singolo dettaglio è utile che sia studiato nei minimi termini e con meticolosità. L ‘arredo alle pareti è di vitale importanza in questo caso, perché è lì che si focalizzerà lo sguardo e volte l’attenzione del paziente. Non è facile scegliere i quadri da appendere nel nostro ambulatorio. Non siamo a casa, siamo in un ambiente terapeutico, perciò vi consiglio di porre molta attenzione a quello che attaccate alle pareti.
Per arredare le pareti del mio studio, io mi sono affidata al sito Bimago, nel quale è possibile trovare una vasta gamma di arredo pareti, dalla carta da parati, ai quadri, ai poster ed altre forme decorative. Il mio consiglio è di cercare su questo sito, quale sia lo stile che più vi rappresenta e che pensate sia utile ai fini di un setting adeguato.
Io mi sono innamorata dei poster, forniti di cornice, ( con la scelta bianca o nera) con diverse scritte motivazionali. Le trovo illuminati e ottimi spunti riflessivi dai quali poter partire, per riflettere e approfondire importanti concetti.
Inoltre a me piacciono le composizioni, perciò invece che prendere un poster grande, ho optato per una composizione di 6 piccole stampeda affiancare l’una con l’altra.
La mia scelta dunque è ricaduta, inevitabilmente su qualcosa che mi rappresentasse e che al tempo stesso fosse adatto ad un ambulatorio psicologico. Dopo aver passato in rassegna tutto il sito, ho deciso di soffermarmi su grafiche e messaggi motivazionali. Devo dire che sul sito ce ne sono moltissime di grafiche ma io ho scelto queste sei stampe che rappresentano bene alcuni spunti importanti che racchiudono un senso molto positivo.
La mia scelta è caduta su poster dal colore iridescente, perché come sapete bene io adoro i colori e sono uno strumento che uso abitualmente nelle mie terapie psicologiche. Il contenuto dei poster è rilevante alla mia forma mentis e al mio approccio terapeutico.
Goditi il momento, qui ed ora! Le cose migliori nella vita sono gratis! Solleva l’ancora! Vivi i tuoi sogni e condividi le tue passioni! Razionalità! Emotività!
Wow, bella domanda, non basterebbe una giornata intera per rispondere! Ecco quello che ho pensato immediatamente dopo che il conduttore mi ha posto questa domanda in diretta tv, l’altro giorno.
Di getto, non pensandoci più di tanto ho risposto: “Naif, estrosa, colorata, audace e insofferente”
La nostraautopercezioneè importante perché veicolerà il nostro atteggiamento nei confronti del mondo esterno e di quello interno, dei nostri valori, atteggiamenti e pensieri. Avere una buona percezione di se stessi, è di vitale importanza per la nostra qualità di vita, poiché che ci piaccia o no, dovremmo conviverci per tutta la vita.
COSA E’ L’AUTOPERCEZIONE?
La percezione della nostra persona è un costrutto assai complesso, del quale non siamo neanche totalmente consapevoli. Spesso ci imponiamo delle convinzioni, che poi risultano fasulle. A volte abbiamo una percezione erronea di quella che invece è la nostra vera natura, spesso sono anche i desideri degli altri e le etichette che ci affibbiano ci depistano. Se però è vero che potremmo essere sviati dall’immagine che vorremmo avere di noi, dall’idea o meno di perfezione, o da quello che terzi ci vogliono far credere, in realtà le nostre azioni sono più tangibili e veritiere, e rispecchiano maggiormente la nostra vera essenza.
Infatti l’autopercezione è il risultato di quello che vorremmo essere e quello che in realtà siamo. E’ un costrutto in continua evoluzione, frutto di anni e anni di esperienze e di vita vissuta e soprattutto sempre in costante cambiamento.
La cosa che non mi piace e che mi spaventa un po’, è che nella percezione che abbiamo di noi stessi, c’è anche qualcosa di esterno, valutazioni, giudizi, sentimenti altrui, che il più delle volte ci influenzano, senza che davvero ci rappresentino. Infatti capita che l’immagine che gli altri hanno di noi, non sia corretta, né oggettiva, né spassionata, ma completamente distortada mille cose come pregiudizi, gelosie, sofferenze, bisogni, che rispecchiano inconsapevolmente nella percezione degli altri.
COME POSSIAMO INTERVENIRE?
Le cose passate, non si possono cambiare, ci devono servire da guida, per capire dove abbiamo fatto bene e dove invece ci sia bisogno di migliorare. Infatti se sul passato non possiamo agire, possiamo farlo per il nostro presente per cercare di migliorare il nostro futuro. Come fare? Sappiate che non è un percorso semplice, occorre molta pazienza e tanta conoscenza di sé. La prima cosa da fare è cercare di capire e approfondire quali siano le nostre convinzioni legate a noi stesse. In poche parole: CONSAPEVOLEZZA. Quello che in psicologia si chiama insight. Quali sono le nostre idee, le nostre convinzioni sulla nostra persona? Sembra semplice vero? Beh provateci… io ancora qualche dubbio ce l’ho!! Una volta approfondito questo step, provate a capire se intorno alla nostra persona ci sono sensazioni positive ma soprattutto negative in grado di condizionare la nostra percezione. Sicuramente qualcosa troverete. Tutti e dico tutti, abbiamo vari spauracchi che ci impediscono di vedere le cose nella loro chiarezza più totale. Affrontarli e riconoscerli è già un gran passo.
LE 5 AREE PER L’AUTOPERCEZIONE
FAMILIARE
SOCIALE
PROFESSIONALE/scolastico
ESTETICA/corporea
INTELLETTIVO/culturale
Ogni aspetto della nostra autopercezione è inserito in una di queste 5 aree. Il nostro temperamento è importante e può influenzare la visione che abbiamo di noi stessi, in queste diverse aree. Se siamo persone positive, tenderemo ad avere visioni altrettanto positive, se al contrario tendiamo ad essere pessimisti o negativi, vedremo tutto offuscato da tale atteggiamento. In questo caso, sarebbe il caso di intervenire in qualche modo al fine di correggere tale visione. L’importante è sempre e comunque in primis,la qualità di vita, e se l’autopercezione di noi stessi non è buona, è sintomo che qualcosa non va. L’obiettivo finale dovrebbe essere sempre quello di migliorare la nostra vita, perciò possiamo iniziare dal migliorare la visione che abbiamo di noi stessi.
LA PROFEZIA CHE SI AUTOAVVERA
L’idea che ci siamo fatti di noi stessi, è molto importante perché condiziona tutto il nostro comportamento. In psicologia, questa specie di formula magica (e vi assicuro che lo è!) è chiamata:Profezia che si autoavvera.Quando una persona affronta le cose in maniera propositiva, abbracciando una filosofia di vita il più serena possibile, è molto proababile che il suo percorso sia pieno di positività. Viceversa è anche vero il contrario, ovvero, quando si affrontano le cose in maniera pessimistica, spesso non si scappa da tale circolo vizioso negativo. La paura del fallimento, con una rimuginazione continua, non porterà ad altro che al fallimento stesso. In pratica i nostri atteggiamenti confermano l’idea che abbiamo di noi stessi e delle cose che ci approcciamo a fare. Il mio temperamento solare e positivo è dovuto all’autopercezione che ho di me stessa e a una sorta di scaramantica profezia che si autoadempie, capace di far avverare tutte (o quasi) le cose che desidero fortemente.
COME FARE?
Ovviamente tutti noi abbiamo lati oscuri, insicurezze e aspetti negativi. La chiave di volta a mio avviso è cercare di non badarci troppo, provando a non soffermarsi su questi aspetti che sono nocivi e basta.Li abbiamo sì, li riconosciamo e li accettiamo, ma la cosa migliore sarebbe non attribuirgli troppa importanza. Anche perché ci saranno sempre persone che ingigantiranno i nostri lati negativi, per mille ragioni, però lasciamo che questo rimanga un loro problema e non nostro.
Un’altra strategia secondo me è quella di non farsi scoraggiare dai nostrimomenti di down, ovvero tutte quelle situazioni in cui ci sentiamo giù per vari motivi, e tendiamo spesso a interpretare tutto negativamente adagiandosi in un alone di pessimismo. Il bello e il cattivo tempo, non dura tutto il tempo, come diceva un saggio di cui non ricordo il nome.
Focalizzarsi solo su aspetti negativi, spesso ci fa trascurare altri aspetti assai più importanti e positivi di noi stessi. Inoltre fossilizzarsi su eventi non positivi, mettendoli al centro dell’attenzione, ci pone a ingigantire situazioni passeggere che spesso si risolvono prima del previsto.
INFINE RICORDIAMOCI
Non esiste per fortuna solo il bianco e il nero, ma ci sono tantissimesfumature di colori, dai più accesi ai più tenui…è solo una questione di punti di vista.
La visione che noi abbiamo del mondo, costruisce la nostra realtà, influenzando tutto ciò che ci circonda, specie emozioni, rapporti, azioni e perciò anche gli altri.L’indolenon si cambia è vero, c’è chi nasce ottimista e chi pessimista di natura, quello che si può fare è cercare di vivere al meglio, curando il più possibile la qualità della nostra vita e delle nostre relazioni. Questo passa anche dalla percezione che abbiamo di noi stessi. Perciò lavorare su questo aspetto a mio avviso è fondamentale. Curare autostima e autoefficacia è la chiave dei nostri successi nelle diverse aree della nostra vita.
E voi avete qualche startegia che mettete in pratica per migliorare la vostra qualità di vita?
E’ tornato come sempre a gennaio, l’appuntamento fiorentino più glamour dell’anno, Pitti Immagine Uomo, giunto alla sua 97° edizione. Dal 7 al 10 gennaio alla Fortezza da Basso di Firenze.
Questa kermesse regala alla mia città, una settimana dedicata alle tendenze, al business e al colore legato al mondo del fashion e del beauty.
Appuntamento immancabile per tutti i fashion addicted e per tutti i mondani che vogliono sfoggiare se stessi e le loro creazioni. Adoro questa manifestazione che da sempre mi regala, divertimento, spunti e adesso tanti contenuti per i miei canali web. Quando ero più piccola, il Pitti rappresentava una ghiotta occasione lavorativa, nella quale potevo mettermi in tasca qualche soldino, grazie al lavoro di modella. I giorni della fiera erano contraddistinti anche da serate divertenti con le amiche in giro per le feste. Quanti ricordi divertenti!!! Erano gli anni dell’università, in cui puntualmente i giorni del Pitti, coincidevano sempre, o quasi, con le sessioni estive e invernali degli esami finali. La cosiddetta “Legge di Murphy”. In quelle caotiche settimane, non volendo rinunciare a niente, spesso facevo salti mortali, cercando di far coincidere tutto, il più delle volte, riuscendoci fortunatamente.
Quest’anno se devo essere sincera, ho notato un clima più sommesso, leggermente ridimensionato, rispetto agli anni scorsi, quasi ci sia una voglia di “normalità”, (parola che non sopporto) o “sobrietà”, insomma un mood lievemente sottotono per gli standard del Pitti. Forse un ritorno ad un concetto di eleganza senza troppe forzature, né stranezze, né eccentricità estreme. Anche tra i più assidui frequentatori della manifestazione, ho riscontrato più sobrietà, anche se la caccia al fotografo è ovviamente sempre in voga.
In effetti tutto ciò non mi stupisce, basta guardarsi intorno, leggere i giornali, vedere un TG o anche leggere le news dell’iPhone, per capire che il clima nazionale (e mondiale) non è sereno. Crisi socio-politico-economico, disastri ambientali, situazioni catastrofiche a livello politico, insomma un grande caos…nel quale ogni settore vacilla, moda compresa.
Il primo giorno, non ho visto molta affluenza, anche se il boom di visite si registra solitamente nella seconda giornata. Mi è sembrato un Pitti dall’inizio un po’ rallentato, che faceva fatica a prendere il via. Girellando tra gli stand, non ho potuto fare a meno di notare che l’affluenza rispetto agli anni scorsi, era assai ridotta. Qualche ingenuo ha ipotizzato a causa del pungente freddo che ha abbracciato Firenze in questi giorni, ma i più informati sanno che la mancanza di alcuni buyer russi, è da attribuirsi alla concomitanza del Natale celebrato dagli ortodossi. In effetti non mi spiego il perché è stata scelta tale data, anticipando il tutto. Se non ricordo male ogni“winter” Pittisi svolgeva intorno alla metà di gennaio, dal 13 in poi.
Mostra la tua bandiera, Show Your Flag, questo è il tema dell’edizione 97. Argomenti importanti quelli che vogliono veicolare l’art director Angelo Figus e il set design di Alessandro Moradei. La volontà è quella di celebrare il tessuto, che si libra nell’aria, con un movimento che ricorda appunto quello delle bandiere. Esse infatti rappresentano appartenenza e il valore intrinseco del legame. Messaggi positivi legati alla consapevolezza che ognuno possa essere bandiera di se stesso e dei valori in cui crede. In tutto questo scenario si colloca il tema della sostenibilità ambientale, tematica sempre più urgente e impellente, alla quale non possiamo non pensare. Sono molti i brand che quest’anno presentano una stagione green legata all’ambiente e al riciclo. Per la prima volta al salone è nata una nuova area dedicata a questo aspetto, Think Green, focalizzata proprio su aspetti legati all’eco-design e all’eco-retail. Inoltre per la prima volta il Pitti ospita Reflections, spazio dedicato alla condivisione di idee e al confronto tra persone, stilisti, protagonisti della moda e non solo, che debutta con il concept Land Flag: From Waste to New Materials, ovvero una vera e propria riflessione sui consumi, sul riciclo e sulla seconda vita di ogni materiale, plastica compresa.
Per leggere l'articolo della precedente edizione del Pitti Uomo, leggi qui.
Per vedere il video della scorsa stagione, clicca qui.
Come sempre Pitti è sinonimo di Eventi, sia durante la giornata, sia in serata. Ecco i principali appuntamenti di questa 97° edizione.
75 anni diBrioni, firma di lusso della moda maschile che proprio a Firenze nel 1952 è stata protagonista della prima sfilata di moda maschile della storia, ospitata nella Sala Bianca di Palazzo Pitti. La nuova collezione della griffe viene presentata nel giorno di inaugurazione della manifestazione, il 7 gennaio, con un’installazione curata da Olivier Saillard a Palazzo Gerini (dalle ore 17.00 in poi, su invito).
Lo spazio della Dogana, in via Valfonda, è la location della mostra fotografica Human Landscapes, un viaggio on the road compiuto negli Stati Uniti dal fotografo britannico James Mollison per Blauer. L’evento e espositivo, curato da a Felice Limosani, viene inaugurato martedì 7 gennaio alle ore 16 su invito e poi è aperto al pubblico da mercoledì 8 gennaio fino a venerdì 10 gennaio, dalle ore 10 alle ore 18. Sempre alla Dogana di Firenze, Woolrich celebra i suoi 190 anni l’8 e 9 gennaio con “The Ultimate Woolrich Experience”, installazione su 3 ambienti nella quale viene anche presentata la Woolrich Arctic Capsule, tributo all’evoluzione dell’Arctic Parka.
Dentro la Fortezza da Basso, nei 4 giorni di Pitti Uomo il Lyceum, diventa un luogo di confronto con il pubblico per gli incontri di Land Flag: From Waste to New Materials, una serie di conversazioni curate da Angela Rui. Questi gli ospiti: l’esploratore e performance coach Alex Bellini, la direttrice del MAAT di Lisbona Beatrice Leanza, il fisico e astronomo Fabio Peri, la direttrice di Wallet Magazine Elise By Olsen, la direttrice del Center for Micro-BioRobotics Barbara Mazzolai, il pianista e compositore Vittorio Cosma.
Durante la kermesse sono previsti eventi speciali organizzati da famosi brand per presentare le loro ultime collezioni con veri e propri defilé. Si va da Jil Sander, con il fashion show nel complesso di Santa Maria Novella, allo sportswear di Sergio Tacchini protagonista nella serra del Roster, dal debutto sulle passerelle di K-Way,(Palazzo della Borsa Valori) al designer Stefano Pilati alla Stazione Leopolda.
Il 7 gennaio Brunello Cucinelli organizza una cena nel Teatro della Pergola. Il British Institute ospita il cocktail organizzato per The Campaign for Wool con tanto di messaggio del principe Carlo.
Al cinema Odeon, c’è la festa di Supe Design, mentre Antony Morato ha scelto l’Audiorium di Santo Stefano al Ponte per il suo party.
L’8 gennaio Roy Rogers inaugura il nuovo store in via della Vigna Nuova. Sempre giovedì Esquire Italia organizza un cocktail party al Ralais Santa Croce; i Bowland e dj Tommy Vee sono protagonisti all’Auditorium di Santo Stefano al Ponte per il party di BePositive; all’hotel Lungarno 4 aziende interpretano il tessuto H.O.P.E. di Vitale Barberis Canonico realizzando prodotti sostenibili, il tutto accompagnato da cocktail party e dj set.
Il 9 gennaio 2020: Canalipresenta la sua collezione al Cinema Odeon.
Al Four Seasons si tiene uno showcase sull’eccellenza sartoriale con i brand selezionati da Alex Dordevic di DeGorsi.”
Questo virgolettato, riguardante gli eventi del Pitti Uomo, è stato estrapolato da: Ilreporter.it
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Per vedere il video della scorsa stagione, clicca qui.
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Il Natale è la festività più celebrata nel mondo. Una data, che da sempre genera attesa e gioia in tutti, grandi e piccini. A volte però la realtà è ben diversa da quelli che sono desideri e aspettative. Ci sono persone che in tale ricorrenza, non hanno di che gioire, o semplicemente non hanno voglia di festeggiare per svariati motivi, tra cui salute, indigenza economica, solitudine o altre serie ragioni. Basta guardarsi in giro e scendere dal nostro piedistallo di falsità e indifferenza, per vedere la tanta sofferenza che ci circonda, ma che per comodità, facciamo finta di non notare.
Mi chiedete cosa desidero? quali siano i miei desideri… Ecco, i miei unici desideri sono la salute e la felicità, per le mie bambine, queste due cose, vengono sopra di tutto! Da quando sono diventata mamma, sono molto più sensibile a certe tematiche, specialmente quelle che riguardano i bambini. Tutto ciò che riguarda loro, in generale, mi tocca particolarmente. Addirittura, non posso vedere più alcuni film, né certe pubblicità nelle quali i contenuti riguardano la sofferenza infantile, per qualsiasi causa. Se penso a quanti bambini soffrono nel mondo, per varie ragioni, malattia, indigenza, solitudine, violenze… mi sento male.
L’unico regalo, che vorrei da Babbo Natale, che mi rendo conto essere un sogno utopistico, sarebbe quello di sconfiggere o almeno ridurre più possibile la sofferenza dei bambini. Credo, senza ombra di dubbio, che questo sia il sogno di ogni mamma, perché quando una mamma vede un bambino soffrire, anche quando non è suo, è la cosa più straziante del mondo.
Perciò, quando c’è la salute e la serenità per i nostri Mimmi, (e i nostri cari) abbiamo già tutto! Questo è il regalo più bello che possiamo avere. Spesso ci lamentiamo e ci facciamo venire il malumore per stupidaggini, futilità, e questa è la cosa più negativa che possiamo fare. Ho visto persone che hanno molto meno della media, essere più sereni di gente che ha tutto, e che dovrebbe, sulla carta, ringraziare Dio, ogni minuto che passa. Cerchiamo di godere delle belle cose che si hanno, e di cercare la serenità nelle piccole cose di tutti i giorni, quelle che ci rendono felici.
Buon Natale a tutti e che i Vostri desideri più importanti si avverino.
Tra una settimana è Natale, i più precisi e puntuali sicuramente avranno già provveduto ad acquistare tutto, ma per quelli come me, un po’ ritardatari e sommersi da mille impegni, lascio di seguito la lista con le mie idee regalo. Una sorta di lista, last minute, con una serie di oggetti utili e diversi a seconda di gusti e budget.
Se proprio non trovate niente nella mia TOP 10, potete sempre buttarvi sulla classica biancheria rossa, semplice, tradizionale e benaugurale.
La prima delle idee regalo che ho scelto per quest’anno è il materasso. Perché proprio il materasso vi chiederete? Semplice, perché passiamo sdraiati molte ore della nostra vita, e la qualità di questo tempo, che trascorriamo orizzontali, è senza ombra di dubbio molto importante.
Per il nostro benessere generale, è giusto adottare tutte quelle buone pratiche salutari, tra cui, dormire bene. E’ ormai risaputo che il sonno, è considerato la nostra ricarica naturale, infatti un buon riposo, è in grado di rigenerare mente e corpo. Capite bene che trascorrendo molte ore sullo stesso posto, è fondamentale che questo “luogo” sia il più confortevole possibile.
Da tempo mio marito sentiva di non dormire bene la notte, lamentando (come sempre fa lui) dolori a causa di un materasso a suo avviso troppo duro. Io che risaputamente dormo anche sui sassi, (all’occorrenza anche sui chiodi, tipo fachiro ?), non ho dato importanza alle sue richieste, morale della favola, si è acutizzato il suo dolore alla schiena. Così mi sono decisa a cambiare il nostro materasso. Sotto l’albero di Natale ci sarà un bel pacchetto che sicuramente non passerà inosservato.
ChiardiLuna by Bacciflex, azienda Toscana, presente sul mercato dagli anni ’60. Una lunga tradizione ed esperienza nella produzione di materassi in memory, a molle e in altri innovativi materiali, prodotti sicuri e di alta qualità, certificati ed ecologici. Mi sono innamorata dal materasso LUX, modello di punta della sezione classici, contessuto in raso di viscosa 100% doppio ritorto che dona un “effetto Seta”, ha imbottitura in morbidissima ovatta naturale di cachemire e seta e, iltopper incluso, migliora il comfort donando una sensazione di maggior accoglimento e aiuta a mantenere più igienico il materasso. Un materasso in memory con molle insacchettate e un morbido topper capitonné, in grado di abbracciarci durante la notte. Mio marito non si lamenterà più!
La nostra salute non passa soltanto dal sonno, ma anche da quello che introduciamo nel nostro organismo con l’alimentazione. Ormai abbiamo appurato che siamo quello che mangiamo, e più ci dedichiamo a mangiare bene e più abbiamo la possibilità di rimanere in forma. Un presidio molto utile per integrare vitamine e principi nutritivi essenziali e importanti contenuti in ortaggi di stagione è l’estrattore. Non la centrifuga, ma l’estrattore. Se vuoi sapere la differenza tre centrifuga ed estrattore, clicca qui. Gli estratti sono succhi altamente concentrati di sostanze nutraceutiche, capaci di svolgere determinate funzioni nell’organismo: dissetare, reintegrare vitamine e proteine, persino quelle vegetali, disintossicare, ricaricare e rimineralizzare. Ottimi strumenti spezza-fame da consumare tra i pasti e favolosa merenda per i nostri bambini.
L’ Estrattorelavora come una pressa che schiaccia e tritura lentamente (a freddo) verdura e frutta, mantenendo inalterati enzimi, sali minerali, complessi vitaminici e fibre idrosolubili . L’ Estrattore che vi consiglio, non ha lame, ma una grande coclea che gira, schiacciando e spremendo gli ortaggi. A differenza della centrifuga, è possibile estrarre succhi anche da foglie, erbe aromatiche e semi oleosi. Ho scritto un articolo intero su: “Succhi Detox post stravizi“, puoi leggerlo qui. Un prodotto completamente made in Italy questo che vi consiglio, garantito, certificato e brevettato, l’azienda è la Hurom.
Con la stessa filosofia, un altro elettrodomestico della Hurom che vi consiglio è lo Spremiagrumi elettrico. Lo spremiagrumi elettrico è comodo e super consigliato, se come me, consumate quotidianamente spremute d’arancia. Io d’inverno adoro questo succo naturale, lo bevo quasi tutti i giorni. Vi consiglio vivamente una bella spremuta di arance biologiche, magari siciliane, a merenda nel pomeriggio. Con lo spremiagrumi elettrico Hurom, avete la garanzia che sia un prodotto sicuro, testato e che non rilasci microparticelle di plastica. E’ compatto, facile da pulire, poco ingombrante e soprattutto molto funzionale. Per vedere il prodotto e il relativo UNBOXING (clicca qui)
Idee regalo: BIJOUX hand made
Diciamo la verità, a noi donne, fa sempre piacere ricevere gioielli. Indipendente dal gusto o da cosa si riceve. E’ vero che non è molto facile indovinare alla prima i nostri gusti, anche perché sono molto variabili e suscettibili a seconda del momento. Ad esempio, per quanto mi riguarda, i miei gusti cambiano spesso, a volte alla velocità della luce e quel che mi piaceva ieri, solitamente non mi piacerà domani. Perciò se avete voglia di sfoggiare qualche nuovo bijoux e non spendere un capitale, potete optare per la bigiotteria, specie quella hand made. Guardate che carine queste collane maxi, che si possono rigirare per due volte intorno al collo. Sono completamente realizzate a mano da mia sorella e assolutamente personalizzabili. Il costo è assolutamente abbordabile e le collane sono personalizzabili. Per ordini, dettagli e più info, contattatami in privato nel form di contatto oppure via Instagram in Direct e sarò felice di spedirvele.
Se non avete idea di cosa poter regalare, e siete degli inguaribili giramondo o magari avete voglio di evadere un po’, allora il regalo giusto per voi da fare (ma anche da ricevere ?) è un bel week end fuori porta. All’estero o in Italia, al mare o in montagna, a seconda dei gusti, vi potete sbizzarrire in mille idee regalo con le meteche più vi stuzzicano. Questa è una tra le idee regalo che preferisco, sicuramente è un ever green che non passa mai di moda. In questo periodo sarebbe interessante prenotare un bel week end in montagna! Seguitemi su Instagrame presto scoprirete la meta che ho scelto per passare capodanno sulla neve con la mia famiglia e amici.
Ottima idea regalo per tutti coloro che lavorano con la propria immagine e vogliono sviluppare in maniera ottimale la propria strategia di Personal Branding. Un mazzo da 36 carte interattive, divise in 6 step volte a migliorare e mostrare il più possibile i propri talenti e potenzialità. Il mazzo è suddiviso in 6 gruppi, ognuno contenente 5 carte: sia i gruppi che le singole carte seguono un percorso preciso. Queste carte rappresentano un cammino di consapevolezza alla scoperta delle strategie più mirate, per realizzare il vostro brand vincente. Metodo innovativo ideato da Sheila Salvato, creative director e fondatrice di Hoopygang, specializzata in comunicazione digitale, social media marketing e influencer marketing: «L’esigenza è sempre più insistente: anche gli influencer, micro e macro, vengono misurati in base ai risultati online e a quanta competenza sono in grado di trasmettere».
Gli auricolari senza filo, con tecnologia wireless adesso sono diventati più che mai indispensabili, vista la vita di tutti i giorni, sempre più frenetica e caotica. Io ho tutta tecnologia Apple, dal telefono al computer, perciò questo Natale mi sono decisa ad acquistare gli AirPod Apple. Sono davanti a me, sotto l’albero, che aspettano solo di essere provati una volta scartati il 25. Gli AirPod Apple capiscono autonomamente quando vengono indossati e si attivano automaticamente, andando in pausa quando vengono tolti. Anche gli auricolari rispondono al comando vocale di Siri.
Un’ idea particolare e divertente da regalare e regalarsi per questo Natale, è sicuramente un bel servizio fotografico per tutta la famiglia.
Impazzisco per le foto di famiglia, sarò antica e con una visione anacronistica, ma trovo sia molto bello avere in casa le cornici nelle quali mettere le foto più significative della nostra vita. Ormai fare foto, grazie agli smartphone, specie questi di nuova generazione, è diventata una routine quotidiana, tutti possiamo improvvisarci fotografi.Se però vogliamo qualcosa di diverso, di più bello e professionale, dobbiamo per forza affidarci a professionisti del settore, fotografiche lo fanno di mestiere. Infatti per una buona resa, la foto ha sicuramente bisogno di alcuni accorgimenti, come ad esempio le luci giuste.
Insomma se vogliamo qualcosa di professionale per le nostre cornici, dobbiamo andare da un fotografo o in uno studio fotografico. Nel video il servizio fotografico è stato relaizzato da FotoFantasy Firenze.
Idee regalo: DONAZIONI ad Onlus e regali solidali
I regali più belli sono quelli solidali, quelli con i quali si aiutano le persone in difficoltà. La mia scelta quest’anno ricade sulla Fondazione Meyer. Cliccando qui, la pagina con i gadget natalizi da acquistare per un dono benefico. Grazie a tale Fondazionee alla sua mirata attività di fundraising, possono essere sostenuti progetti scientifici e di aggiornamento tecnologico di importanza strategica per la continua crescita scientifica ed assistenziale dell’ospedale. Molti progetti di accoglienza, rivolti ai bambini e alle famiglie, costituiscono un valore aggiunto che si integra nel percorso di cura. Tutto ciò permette ai piccoli pazienti di giocare in un ambiente confortevole, ricco di colori e curiosità, di sperimentare le molteplici attività dei laboratori didattici in ludoteca, di ascoltare la musica insieme ai genitori, di condividere la giocosità dei clown e l’esperienza della “pet therapy”. LaFondazionepersegue i suoi obbiettivi secondo principi di equità, efficienza e trasparenza e fa dell’attività di rendicontazione pubblica un momento irrinunciabile di “accountability” e di identità valoriale si cui basa la sua attività.
Idee regalo: buono AMAZON
Personalmente adoro i buoni Amazon, perché sicuramente o prima o poi, qualcosa da acquistare su Amazon si torva sempre.
Ci siamo, tutti pronti a preparare gli addobbi natalizi, ma soprattutto lui, l’oggetto cult di ogni Natale che si rispetti, l’albero di Natale. Si, perché con l’arrivo di dicembre, in certi paesi anche prima, siamo in piena aria natalizia, con tutto quello che comporta.
La prima cosa è capire se vogliamo optare per l’albero di Natale vero o finto. Io mi sono imposta con mio marito e così finalmente abbiamo l’albero di Natale, finto. Se è vero che l’albero di Natale reale, emana un buonissimo profumo di abete, l’idea che dopo il nostro utilizzo possa morire, mi rattrista un po’. Perciò ho deciso di spendere un po’ di più per un albero di Natale artificiale in grado di durare nel tempo. Una scelta che possa essere anche ecologica con uno sguardo all’ambiente. Certo, la scelta migliore sarebbe stata quella di scegliere un albero di serra, coltivato da un agricoltore di fiducia, magari vicino casa, così anche a Km 0, che successivamente avremmo avuto cura di piantare e coltivare. Se però non abitiamo in campagna, o in un luogo con un ampio giardino, questo risulta un po’ difficile. Inoltre dobbiamo tenere in considerazione, che non tutti gli habitat vanno bene per il nostro povero alberello. Una buona idea che ho visto non ricordo dove, è quella di creare nella città, un punto di raccolta alberi natalizi, nel quale coltivatori esperti se ne prendono cura, piantandoli e magari riutilizzandoli per gli anni successivi.
IKEA ormai già da qualche anno, aiuta l'ambiente con questa speciale iniziativa (leggi qui).
Se non volete rinunciare ad avere l'albero vero, sicuramente il mio consiglio è quello di prenderlo IKEA.
Per maggiori info, ecco il rimando al sito IKEA
LE DIMENSIONI CONTANO
Eh si amici miei, le dimensioni contano, eccome se contano! Ma cosa avete capito?? Sto parlando ancora dell’albero di Natale. ?
Le dimensioni sono ovviamente a vostra discrezione, anche perché oltre ai vostri gusti, che possono essere gradevolmente estrosi, dovrete fare i conti con gli spazi della vostra casa. Se la vostra abitazione non è grandissima, è chiaro che non sarà possibile o almeno auspicabile optare per un albero di Natale enorme. In quel caso bisogna ridimensionare le prospettive al fine di non strafare. Se invece avete una casa stile “piazza d’armi”, cioè mediamente grande, potrete sbizzarrirvi con tutte le dimensioni che vorrete…per i più audaci, potreste anche farne più di uno, in quel caso… imbocca al lupo!
?- TOP 10 -?
ADDOBBI ALBERO DI NATALE
La prima cosa da fare è acquistare le lucine! Senza lucine, non è Natale. Meglio scegliere le fantastiche lucine a LED, perché sicure, economiche e certamente più luminose delle lampadine a incandescenza, ormai attempate e old style. Per quanto riguarda la quantità, dipende dai vostri gusti, Ma quante ne servono? Al di là dei gusti personali, più luci ci sono, più l’albero risulterà bello. Fate un po’ i vostri calcoli, e non abbiate paura di osare, in fin dei conti è Natale una volta all’anno. Ecco mentre scrivo ciò, sto pensando che al mio albero di Natale, non starebbero male altre lucine, perciò comprerò su Amazon queste qui
Una volta acquistata una valanga di lucine, adesso non rimane altro che posizionarle sul nostro alberello. Principalmente esistono due metodi che ci consentono di metterle a modino. Un metodo consiste nell’impiego di due serie di lucine, una posizionata verso l’interno dell’albero e una montata sui rami esterni. Il secondo metodo è quello, per chi avesse solo un filo di lucine, che consiste nel farlo girare lungo i rami specie vicino alle palle, o alle decorazioni più belle, per impreziosirle ancora di più. Un ultimo trucco può essere quello di nascondere il filo verde all’interno, così da avere l’effetto solo del luccichio delle lampadine.
Una cosa che sicuramente tutti tralasciano, o almeno a cui danno poca importanza, (io compresa), è la base dell’albero. Che abbiate un albero vero o finto, dovete tener conto che sarebbe opportuno addobbare, ricoprire, abbellire o rendere presentabile, la parte inferiore del vostro albero. I metodi a cui possiamo ricorrere sono diversi, a seconda della vostra base. Stoffe, pacchetti e pacchettini (anche finti), vasi decorati, insomma date libero sfogo alla vostra fantasia e alla vostra creatività.
Gli addobbi da appendere, che siano palle, cuori, stelle, angeli, o altre decorazioni, l’effetto finale è quello che conta. Il “Bon Ton” recita che le palle più grandi vadano posizionate sotto nei rami più grandi e le piccole in alto, io penso che sia del tutto irrilevante, perché l’effetto finale è quello che conta.
Un trucco importante come ho già detto, per far risaltare al meglio le decorazioni natalizie è quello di mettere le lucine vicine alle palle di natale.
Siamo arrivati all’argomento “puntale” ovvero alla cima dell’albero. Il classico puntale dell’albero di Natale è quello che finisce a punta, a me non piace più, lo trovo alquanto datato e obsoleto. E pensare che mi piaceva tanto da piccola, quella specie di freccia a puntava in alto, adesso non lo posso proprio vedere! Il puntale a questo punto, può essere quello che desiderate, una stella, un angelo, una foto attaccata con una molletta, qualsiasi cosa. Spazio alla fantasia.
Se, come me, avete optato per un albero di Natale artificiale, per varie ragioni, tra cui quella ecologica, ecco allora abbiatene cura, affinché duri a lungo. La maggior parte del tempo infatti, il nostro alberello finto, riposerà in cantina, per questo dategli un’ubicazione distesa, il più possibile lontana da umidità e polvere. Abbiate cura di chiuderlo con un sacchetto o meglio ancora nel suo originale imballaggio in cartone.
Se il nostro magico alberello artificiale, è un po’ rovinato, non al massimo della forma, ma non vi sentite di buttarlo, sottostando al consumismo acquistandone un altro, allora datevi da fare, e rimettetelo in sesto! In commercio ci sono molte decorazioni verdi, finto fogliame o addobbi che sicuramente potrebbero fare al caso vostro. Sbizzaritevicome più vi piace.
Se non avete abbastanza spazio per un albero di Natale vero o finto che sia, beh non abbattetevi, perché in commercio ci sono altrettante soluzioni carine, tipo alberelli stilizzati di ogni dimensione e stile. Ce ne sono davvero molti, di ogni materiale e misura. Se amate il fai da te o siete esperti di bricolage, sono sicura che riuscirete da soli a realizzare un bellissimo e unico alberello, secondo i vostri gusti e le vostre necessità.
Spazio alla creatività e non abbiate paura di esagerare…la sobrietà non è la strada giusta.
Esegliaddobbisonotutti diversi?
Sappiate che non c’è limite alla fantasia! Sul nostro albero di Natale può andare d i tutto! A maggior ragione se sono palline o decori con un particolare legame affettivo, magari tramandati di famiglia in famiglia, o comprati in momenti speciali e significativi della vostra vita. In questo caso si raccomanda solo l’unica accortezza di inserire una decorazione che rimanga abbastanza neutra, da distribuire omogeneamente nell’albero, in mezzo agli altri addobbi, in modo da creare una specie di continuità.
Eccoci siete pronti? Sta arrivando il tanto atteso Black Friday.
Ormai conosciamo tutti o quasi, le strategie commerciali che stanno dietro al Black Friday, io stessa conosco molto bene la psicologia del marketing, con tutti i suoi strumenti altamente persuasivi.
La domanda a questo punto, mi sorge spontanea. Siamo sicuri che una volta conosciute tutte le strategie dietro a tale fenomeno, poi rimarremmo davvero immuni, non cadendo in acquisti compulsivi? Possiamo forse fare a meno di caderci dentro, “con tutte le scarpe”?
La mia risposta è: NO, certo che no. ! Io ne sono la prova. Consapevole e conscia di tutti questi meccanismi psicologici inerenti al marketing, mi faccio dolcemente tentare e sicueramente abbindolare da tale fenomeno, della serie…praticare bene e razzolare male.
Eh si, anche i più scaltri, i più furbi, coloro che non temono di finire nella rete delle strategie commerciali, cadono inevitabilmente come pere cotte, anzi più sono sicuri e più diventano preda dei raggiri commerciali legati a questo week end folle di spese e corse all’ultimo saldo.
Un fenomeno che da qualche anno a questa parte ci ha costretti ad acquistare molto più del dovuto, più del necessario, strizzando l’occhio al superfluo grazie a meccanismi psicologici subdoli e super persuasivi.
Ma cosa c’è dietro al Black Friday?
STRATEGIE PSICOLGICHE
Fenomeno inizialmente nato in America, presto si è allargato a tutti gli stati, quando i grandi esperti di mercato, fiutando l’ingente potenziale di enorme portata, decisero di internazionalizzare tale ricorrenza. In tal modo, il Black Friday, negli anni è diventato sempre più popolare prendendo sempre più campo. Un vero e proprio trend in super crescita, grazie a strategie commerciali ad hoc, in grado di far sborsare soldi anche gli acquirenti più indecisi.
Così anno dopo anno, è diventata una delle più grandi mosse commerciali post saldi, degli ultimi anni. Dai negozi più piccoli, alle grandi catene multinazionali, tutti ma dico proprio tutti, aderiscono, o fanno finta, di aderire a tale ricorrenza. La strategia persuasiva dietro al Black Friday e adesso anche al Cyber Monday, altro trend in crescita di cui parlo più avanti, è di grande portata. Si attuano dei meccanismi psicologici molto convincenti, in gradi di trascinare le masse. Ad esempio la riprova sociale è molto importante, il sol fatto che tutti, o la gran parte delle persone, fa spese durante il Black Friday, ci convince che sia buona norma farle, per il concetto di somiglianza. Un altro esempio è la teoria della scarsità, ovvero con il Black Friday, sicuramente i prodotti diminuiranno a causa dell’ingente richiesta, visti i prezzi più bassi e ciò rende appetibile il bene, facendolo diventare molto prezioso ai nostri occhi. Tante altre sono le nozioni di psicologia dietro a tale fenomeno, non basterebbe studiare un manuale interno di marketing, per cercare di non farsi abbindolare e non cadere in facili tentazioni… ma come ho già scritto, conoscere non vuol dire evitarle, anzi…
E voi? Siete come me o riuscite a scampare a questa succulente occasione chiamata Black Friday?
Il primo Black Friday è stato fatto risalire al 1924 ad opera di una grande catena statunitense che organizzò una bella manifestazione esattamente il giorno dopo il Ringraziamento, per fini ovviamente commerciali. Gli anni seguenti venne estesa ad attività limitrofe, fino ad abbracciare tutta la città di New York.
Sulle origini del nome Black Friday, ci sono tante leggende metropolitane, quelle più accreditate e riconosciute sono ormai due:
Black, perché nei libri contabili delle attività commerciali, il nero rappresentava il bilancio in attivo, in aumento, in crescita, in contrapposizione con il rosso, con cui venivano appuntanti i dati inerenti perdite e cali di vendita.
Questa seconda ipotesi è la più accreditata. Negli anni ’60 la polizia di Filadelfia, era solita indicare il giorno dopo il Ringraziamento, Black Friday, questo perché, in città veniva svolta la famosa manifestazione, ovvero la tradizionale partita di football “Army vs Navy”, (Esercito contro Marina). Questo evento di grande portata, congestionava il traffico, diventando impossibile l’attraversamento della città.
Pesavate di esservela cavata con il Black Friday, e invece ecco il Cyber Monday!
Un’altra diavoleria e trovata commerciale, post BlackFriday, iniziata nel 2005, per accalappiare i superstiti al venerdì nero, o far svuotare ancor più le tasche degli incauti acquirenti, shopping addicted, me compresa. Aiuto, si salvi chi può!
Un trend assolutamente in crescita quello del Cyber Monday, che ha preso sempre più campo in Europa, fino ad arrivare da noi in Italia. Un tempo il Cyber Monday era dedicato ai soli acquisti sul web, dedicati al mondo della tecnologia, adesso si è ovviamente steso a tutti gli esercizi commerciali e a tutti i prodotti. Così con il passare degli anni, anche qui in Italia, l’ultima settimana di novembre, invece di avere il “venerdì nero” e il “lunedì cibernetico”, abbiamo un lungo week end dedicato ai saldi e alle corse per i regali natalizi.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]
Oggi é il “Giorno del Ringraziamento”
In Italia, si ringrazia che c’è il Black Friday!!!
Il Ringraziamento è una tipica ricorrenza USA, possiamo dire la più amata, che viene festeggiata ogni anno il quarto giovedì del mese. Questa festività ha origini Cristiane, e simboleggia la gratitudine verso il Signore, per i successi collezionati durante l’anno, in antichità si ringraziava per i frutti che la terra aveva donato nel corso dell’anno. Per approfondire le origini, ecco il mio articolo (leggi qui).
Questa celebrazione apre automaticamente le porte al periodo natalizio e al suo meraviglioso tran tran. Gli Americani festeggiano, in questa giornata l’arrivo dei padri pellegrini nella terra dei nativi americani. Purtroppo la storia spesso è raccontata da una parte sola però, e in questo caso narrata dai padri pellegrini, a discapito dei nativi americani. Per approfondire leggi su Wikipedia
In USA la tradizione è quella di mangiare rigorosamente a casa con il classico menu tradizionale che comprende tacchino, zucca e salsa di mirtilli. Prima del pasto sono soliti ringraziare per le cose positive accadute durante l’anno, tutti in trepidante attesa di dedicarsi allo shopping complusivo il giorno dopo, per il Black Friday.
Oggi 25 novembre è la Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne. Purtroppo i numeri sono sempre più preoccupanti, solo in Italia ogni 72 ore viene uccisa una donna e nel 2018 le vittime di femminicidio sono state 142, di cui solo una, sarebbe stata troppa! Questi tremendi numeri (fonte: Istat ), sono addirittura in crescita rispetto all’anno scorso, all’inizio del 2019, 94 sono stati i femminicidi. Questi numeri non hanno bisogno di commenti.
Oggi più che mai, in questa Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne, è importante informare, educare e promuovere tutte le iniziative per sensibilizzare su questa tematica, al fine di provare a stoppare questo aberrante fenomeno. Questo trend tragicamente in aumento è figlio di questa società, sempre più violenta, aggressiva ed esposta a contenuti sempre più forti.
La violenza è una parola che racchiude al suo interno una sequela innumerevole di significati, in quanto come sappiamo, non c’è solo quella fisica o verbale, ma anche quella più subdola e taciuta, ovvero quella psicologica.
Le forme più invasive di violenza racchiudono entrambe. Se in Italia i dati sono allarmantiin altri paesi la cosa non va meglio, anzi…in certi luoghi le bambine vengono vendute o date in spose (e questo mi fa rabbrividire, da madre!), in alcuni luoghi le donne vengono private degli organi interni, nello specifico, l’utero, per evitare il ciclo mestruale, in altre parti del mondo vengono ridotte in schiave, trucidate e uccise con regolarità, quasi fosse un diritto dell’uomo.
Il Passato
Voltandosi indietro pensiamo alla caccia alle streghe, all’epoca dell’Inquisizione, uno dei più grandi femmnicidi di massa ad opera della chiesa. Mamma mia, quanto orrore, vedo.
Un’umanità disumana, il passato non ha insegnato niente, se questo è il presente.
La violenza è ovunque, specialmente tra le mura domestiche. E’ una forma di violenza più sofisticata, più subdola, in grado di abbattere la dignità e l’autostima della donna, anche senza che questa venga sfiorata fisicamente. Talvolta la donna non ha la consapevolezza immediata della violenza subita.
Nella Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne, dobbiamo analizzare il paradigma della violenza, che è molto complesso, cercando di capire le sue mille sfaccettature. Infatti siamo soliti pensare, ingiustamente, che questa venga perpetrata solo in contesti socio economici svantaggiati, invece la violenza non ha confini né razza né età.
Perché proprio il 25 novembre?
Il 25 novembre del 1960, nella Repubblica Dominicana di Trujillo, vennero assassinate brutalmente, con torture e strangolamento, le tre sorelle Mirabal, rivoluzionarie. Una volta massacrate, furono gettate
in un dirupo, simulando un incidente.
Le varie forme di violenza
Il femminicidio è solo l’aberrante culmine di questo straziante fenomeno. Ma come ho scritto già, le forme di violenza, sono moltissime, alcune anche celate e nascoste, perciò subdole, tremende e spesso perpetrate tra le mura domestiche. Alcuni esempi:
Essere controllate sistematicamente, in maniera ossessiva dal compagno.
Essere costrette a rapporti sessuali, non consenzienti, anche da parte del compagno o marito.
Essere denigrate, svalutate, insultate e derise sia in privato che in pubblico dal partner.
Impedire l’accesso alle risorse economiche, da parte del marito o compagno, in caso di famiglia.
Essere estromesse dalle decisioni inerenti i propri figli.
Questi sono solo alcuni esempi di quello che significa fare violenza su una donna. Ripeto: la violenza non è solo fisica, non si rivela solo con botte e le percosse, ma c’è un sottobosco di violenza che non si vede, ma ugualmente dolorosa e lesiva.
L’obiettivo di questa giornata
E’ giusto informare ed educare correttamente la popolazione quando si parla di questi temi così importanti. Spesso sento dire che il femminicidio è solo un raptus momentaneo. Io ritengo che alla base di questo tremendo gesto ci sia un percorso di avvicendamento a tale atto. L’odio maturato, cresciuto e reso tangibile. Perciò è di fondamentale importanza riconoscere tutte quelle emozioni negative, tutti gli atteggiamenti sentinella, per poter intervenire prima possibile, senza che la situazione degeneri. L’obiettivo è cercare di abbandonare la cultura della violenza, promuovendo fin dalla tenera età, con interventi nelle scuole, una sana e proficua educazione affettiva.
L’origine della violenza
Ma cosa c’è all’origine del gesto violento? Una carenza di controllo, chiamato anche discontrollo degli impulsi, in psicologia. Il non riuscire a gestire le emozioni in un’altra maniera, facendole veicolare in una modalità lesiva verso l’altra persona. Viene interrotta la consapevolezza dei gesti compiuti. In questo contesto, quando non si ha una buona e sana educazione emotiva che supporta la personalità, è facile vedere scivolare la parola nel gesto violento, che appare l’unica risposta in grado di manifestarsi.
La vita di ogni giorno, la nostra routine quotidiana, della perfetta efficenza, del mostrare un’ impeccabile immagine di noi, spesso ci porta ad indossare maschere verso l’esterno, quelle stesse maschere che poi fanno scaturire reazioni esagerate. Reazioni di sfogo inappropriate e fuori controllo spesso manifestate all’interno del contesto familiare, perché questa estrema cura per la nostra immagine e per la produttività che dobbiamo avere, ci rende schiavi. In questo contesto frenetico, nel quale se non si produce, scatta un meccanismo di ansia, se non siamo ben supportati psicologicamente, il rischio è quello di perdere di vista la realtà e e trascendere. Ogni maschera da portare è un grande peso, e questo purtroppo ha un caro prezzo.
Lo sport è da sempre fondamentale nella vita di ognuno di noi, grandi e piccini. Praticare sport, vuol dire volersi bene, in primis perché rappresenta il modo migliore per tenersi in forma e poi perché ha un impatto benefico sull’umore, sviluppando le famose endorfine, capaci di regalarci un naturale buon umore. Enormi benefici quindi anche e soprattutto per i nostri Mimmi.
Noi genitori abbiamo il compito di far innamorare i nostri Piccini verso uno o più sport. Una giusta strada può essere quella di fargli vivere lo sport come un gioco, come qualcosa di puramente divertente e unico. Per iniziare, la giusta età è quella che va dai tre ai quattro anni, esattamente l’età della mia bimba più grande. Prima di iscrivere la vostra creatura ad uno specifico sport, vi consiglio di usufruire delle varie lezioni di prova che i centri sportivi oggigiorno per fortuna offrono. Così sarà più semplice capire se al bambino piace quella determinata disciplina o meno. Infatti l’obiettivo ultimo è che si diverta e sviluppi una passione in grado di durare nel tempo.
TOP 10 – AVVICINARE i BIMBI allo SPORT
Ascoltare e capire i desideri del bambino.
Iniziare presto, se non proprio con uno sport specifico, con attività propedeutiche alla disciplina scelta.
Lo sport migliore per iniziare? Nuoto ovviamente. E’ lo sport per eccellenza, io sono una fan accanita di questa disciplina.
Se tu genitore hai una passione sportiva, cerca di condividerla con il bambino.Ciò può rappresentare una buona strada per condividere e far prendere amore verso lo sport.
Fino ai 7/8 anni del bambino, meglio optare per attività sportive generiche, come ginnastica, danza o nuoto per esempio. Successivamente sarà possibile approfondire lo sport prescelto.
Sport di squadra o sport individuale? Dipende sempre dalle preferenze e dall’indole del bambino.
Praticare sport almeno una volta a settimana, la frequenza poi cambierà in base all’età e alle sue condizioni fisiche.
Assicurarsi di lasciare il bambino in buone mani. Capire se il personale che insegna sport è preparato o meno.
Cercare una soluzione vicino a casa, la lontananza spesso è motivo di scoraggiamento.
Non demordete se all’inizio i bambini non vi seguono, è molto frequente, in questo caso è utile cercare un escamotage per raggiungere l’obiettivo.
I benefici dello sport, sono molteplici per ogni fascia d’età. L’anziano invecchia meglio ed è più felice se pratica regolare attività fisica. Perciò è molto importante iniziare fin da subito a prendere amore ad una (o più) disciplina sportiva. L’importanza dello sport si misura anche in base al mantenimento della forma fisica, scongiurando sovrappeso e obesità (purtroppo fattore in crescita nei bambini di oggi!). Lo sport inoltre migliora l’approccio comportamentale, avendo regole precise, inoltre allontana i bambini dalla tv e dall’uso dei tablet e co.