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elisa

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Eccomi di nuovo a scrivere dopo i consueti giorni di festa, caratterizzati da abbuffate, pranzi pesantissimi, cene infinite e continui stravizi.

Quest’anno, non contenta del dolce da fare che mi danno le mie bambine, mi sono messa all’anima di fare pure la pastiera napoletana, e non una, ma due! Perciò oltre alla colomba e ai chili di cioccolato delle numerose uova Pasquali, ad aumentare le calorie in questo passato week end, c’ha pensato anche il delizioso dolce partenopeo.
Adesso, come si suol dire, dobbiamo “tirare i remi in barca”, darsi qualche regola per rientrare in una sana routine quotidiana.

  1. Stop dolci
  2. Bere 2 litri di acqua al dì
  3. Fare movimento (per quanto possibile) camminare o almeno fare le scale!
  4. Evitare pietanze troppo articolate, condite, fritte o pasticciate
  5. Incrementare verdure ai pasti
  6. Occhio alle dosi, ridimensionatevi!

Oltre a questi soliti accorgimenti, ho deciso di spezzare la fame e fruire dei potenti succhi naturali, inesauribili risorse per il nostro benessere. Quando parlo di “succhi” intendo ovviamente quelli naturali e soprattutto autoprodotti.

Avevo a casa la centrifuga, regalo di mia sorella, ma ho deciso di archiviarla per passare all’estrattore, oggetto più sofisticato e di nuova generazione. L’ estrattore è un potente elettrodomestico capace di produrre una quantità infinita di elisir di salute. Perché sono passata dalla centrifuga all’estrattore?
Se è vero che entrambe sono capaci di estrarre il succo da verdura e frutta, tra le due ci sono sostanziali differenze.

Differenze tra centrifuga ed estrattore

La centrifuga è essenzialmente una grattugia che grazie ad un motore gira velocissima separando, con la forza centrifuga, il liquido dalla sostanza solida, tramite un un cestello in metallo microforato. Il succo ricavato perciò oltre ad essere privo di fibre, (anche idrosolubili), ha un contenuto ridotto di sostanze vitali ed enzimi. Alcune vitamine sono cosiddette termosensibili, ovvero superata una certa temperatura decadono, e come sappiamo bene la centrifuga con la sua velocità arriva ad una temperatura di 50 gradi. Inoltre l’alta velocità della centrifuga danneggia i preziosissimi antiossidanti presenti naturalmente nei vegetali.

L’estrattore lavora come una pressa che schiaccia e tritura lentamente (a freddo) verdura e frutta, mantenendo inalterati enzimi, sali minerali, complessi vitaminici e fibre idrosolubili . L’estrattore che ho io, che per altro vi consiglio, non ha lame, ma lavora come una pressa, capace di mantenere così le proprietà organolettiche dei vegetali. Con l’estrattore, a differenza della centrifuga, è possibile estrarre succhi anche da foglie, erbe aromatiche e semi oleosi.

LA SCELTA MIGLIORE 

La scelta migliore per quanto mi riguarda,
è l’estrattore, ovviamente sul mercato ce ne sono di diversi marchi e modelli, ma vista l’importanza dell’argomento in questione, sono andata a scegliere il top di gamma.
Un prodotto completamente made in Italy, garantito, certificato e brevettato, l’azienda è la Hurom. Ho preferito puntare su un prodotto di fascia alta, visto l’uso quotidiano che ne faccio, che fosse sicuro e super performante. Un piccolo elettrodomestico semplice da usare e facile da pulire.

Gli estratti sono succhi altamente concentrati di sostanze nutraceutiche, capaci di svolgere determinate funzioni nell’organismo: dissetare, reintegrare vitamine e proteine, persino quelle vegetali, disintossicare, ricaricare e rimineralizzare. Ottimi strumenti spezza-fame da consumare tra i pasti e favolosa merenda per i nostri bambini.

In questo caso, l’articolo riguarda la funzione disintossicante, perciò vi consiglio di comporre i vostri estratti con un mix, ben calibrato tra questa frutta e verdura ⬇, a seconda della loro stagionalità (sentendo anche il vostro medico curante, non vorrei foste allergici o intolleranti a qualcosa! ?).                    

  • FINOCCHIO – proprietà digestive, contrasta la formazione di gas intestinali.
  • SEDANO – ottimo diuretico naturale.
  • LIMONE – l’acido citrico stimola gli enzimi a disintossicare il fegato.
  • CETRIOLO – un altro diuretico naturale.
  • ANANAS – contiene bromelina, che ha proprietà antinfiammatorie.
  • BARBABIETOLA – in combinazione con carota e cetriolo stimola depurazione dei reni.
  • PREZZEMOLO – diuretico e utile nei casi di anemie e spossatezza cronica.
  • MELA – toglie il medico di torno…scherzi a parte, frutto ricco di vitamine.
  • TARASSACO (erba amara) – alto contenuto di magnesio, utilissimo a noi donne.
  • ALOE – innumerevoli proprietà benefiche, ad esempio protettivo della mucosa gastrointestinale. Da coltivare in casa una piantina!

Questo elenco può essere uno spunto, dal quale partire per informarvi, e cercare di capire le potenzialità degli alimenti e le loro capacità nutraceutiche.

BuonaRemise en forme”  

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“Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi” così recita il famoso detto polare.
Infatti se è vero che a Natale è d’obbligo stare con la propria famiglia (anche se io preferirei andare a farmi un bel viaggio) a Pasqua possiamo dare libero sfogo alle nostre idee itineranti e girovaghe.

Personalmente per Pasqua, adoro andare al mare, pregustandomi l’aria marina prima dell’arrivo delle vacanze. Il mare in Toscana non è certamente quello della Sardegna, ma la nostra costa, offre così tante soluzioni, da un punto di vista turistico, che si può classificare come meta perfetta per il week end Pasquale.

Dai paesaggi naturali e incontaminati della Maremma, alle passeggiate tra i negozi e gli stabilimenti balneari della Versilia. La scelta ovviamente dipende dai vostri gusti, dalle vostre inclinazioni e dalle vostre tasche.

Indipendentemente dalle mete marine, in Toscana c’è tantissimo da vedere, modestia (che non ho ?) a parte, la mia regione è una perla all’interno della quale è possibile trovare di tutto, così tante di quelle meraviglie sia naturali-paesaggistiche, sia storico-artistiche, che difficilmente può essere uguagliata. Perciò venite in Toscana a fare una gita e sicuramente rimarrete soddisfatti in termini di luoghi da esplorare. Quanto ad ospitalità, noi toscani, vi avviso che non siamo propriamente famosi per quanto riguarda cortesia e gentilezza, questo per dovere di cronaca va detto.

TOP 5 cose da fare a Pasqua

  1. Gita al mare
  2. Gita in montagna
  3. Gita in campagna
  4. Gita per le Città d’Arte
  5. Rimanere in città e organizzarsi

1. Gita al mare

Questa è la classica meta (la mia preferita), per tutti coloro che vogliono godersi un po’ di sole e mare pre-ferie, tempo permettendo. Qui in Toscana i posti di mare sono diversi, c’è solo l’imbarazzo della scelta, come ho già precedentemente scritto, si va dai luoghi più naturali, selvaggi e incontaminati ai luoghi più attrezzati, organizzati, e “fighetti”. Dalla Maremma alla Versilia, c’è l’imbarazzo della scelta. E voi, quale località marina, in Toscana, preferite?

2. Gita in montagna

Per tutti gli amanti del trekking, delle passeggiate e dei pranzi pesanti da rifugio, la meta per voi è senz’altro quella montana. Alpi Apuane e Appennino Toscano, regalano posti veramente belli, spettacoli ad alta quota da visitare, sentieri da percorrere e piccoli scorci da scoprire.

3. Gita in campagna

Le dolci colline toscane, sono posti meravigliosi nei quali potrete organizzare scampagnate, non tanto lontane dalle città. Organizzare un bel pic nic e visitare le numerose fattorie didattiche che sono presenti nel nostro territorio, ad esempio nel Mugello ce ne sono molte e ben organizzate. Le fattorie didattiche rappresentano un’idea molto accattivante per i bambini, poiché oltre ad offrire ottimi pranzi, bimbi friendly, ci sono gli animali della fattoria da visitare, scelta sicuramente preferibile da scegliere al posto degli zoo. Ho fatto un articolo su questo argomento, sul perché preferire la fattoria didattica allo zoo, leggi qui.

4. Gita per le città d’arte

La Toscana, così come tutta Italia è piena di città d’arte, meravigliosi esempi di architettura e storia, musei a cielo aperto, da visitare e scoprire. Dalla Val D’Aosta alla Sicilia, dal Trentino alla Puglia, passando per il centro Italia, la nostra Penisola racchiude una sorta di scrigno meraviglioso, con perle diverse e particolari. Rimanendo in Toscana, in primis (scusate il campanilismo) Firenze, la mia città, la culla del rinascimento, è un piccolo gioiellino da girare facilmente in un week end. Oltre al capoluogo toscano, da visitare sicuramente ci sono  Siena, Arezzo, Pisa, Livorno, ma anche tutti quei paesini più piccoli e caratteristici che la Toscana racchiude. C’è l’imbarazzo della scelta.

5. Rimanere in città

Per tutti coloro che non hanno organizzato niente, e che si riducono all’ultimo momento, con genitori e suoceri che pressano per passare Pasqua insieme, c’è il consueto pranzo domenicale, buono ma alquanto barboso. Quest’anno mi tocca! L’anno scorso andammo a Venezia, Burano e Murano, una gita molto bella, posti meravigliosi, ma alquanto scomodi con bambini piccoli e passeggini, perché con la quantità di ponti, vi lascio immaginare lo sbattimento di mio marito… io ero incinta, perciò niente pesi  ?. Per tutti coloro che si sono salvati dal pranzo con tutto il parentado (beati voi!!) se è una bella giornata, potete organizzare un bel pic nic in un giardino cittadino, ad esempio a Firenze ci sono le Cascine, un parco molto bello, nel quale sbizzarrirsi nello scegliere un posto per stare all’aperto e giocare con i bambini,  organizzando una splendida caccia al tesoro con le uova pasquali.  Oppure visitare qualche museo, a Firenze ci sono gli Uffizi, che sicuramente meritano la fila per l’ingresso.

Se siete a Firenze per Pasqua, vi consiglio di assistere allo "Scoppio del Carro" 
davanti al Duomo, la tradizionale cerimonia laico-religiosa, di origine medievale, 
nella quale un particolare carro, trainato da buoi bianchi, una volta terminato il loro
percorso nel centro storico, si fermano per lo scoppio, con petardi e piccoli fuochi 
artificiali. Sicuramente da vedere!

 ?  BUONA PASQUA ?

Video intervista all’editore di Calciomercato.com, ed ex procuratore calcistico, Carlo Pallavicino. Si parla del grande momento di caos dell’ultima settimana appena trascorsa.

Dalla nota della società Viola, alle dimissioni del tecnico Stefano Pioli, all’arrivo dell’Ex…Montella, passando da un tifo diviso.

L’intervista andrà in onda stasera alle ore 21:20 su Tele Iride all’interno della mia trasmissione “Viola Express”

 

La scelta del luogo dove partorire è fondamentale, rispecchia quelle che sono le nostre inclinazioni e priorità.
Al primo posto deve essere la sicurezza per il nostro bambino e la nostra tranquillità.

Oltre agli ospedali e ai punti nascita, che vi elencherò tra poco, non dimentichiamoci che c’è un sempre più nutrito gruppo di donne che scelgono di partorire in casa, con l’aiuto di ostetriche private che si recano a domicilio. E’ senz’altro una visione molto romantica, ma credo che non sia priva di rischi, perché in caso di complicanze, anche se pur minime, non c’è l’ausilio di strutture mediche o presidi idonei, e in certi casi la velocità con la quale si interviene fa la differenza.

Una via di mezzo, tra ospedale e casa propria, è optare per la scelta di un punto nascita all’interno di strutture attrezzate, come ad esempio “La Margherita” all’interno dell’ospedale di Careggi a Firenze. Un posto ideale per il parto naturale, non medicalizzato e al tempo stesso all’interno di un ospedale e a pochi metri dal reparto, questo per gestire le complicanze nel minor tempo possibile.

Per sapere di più sui TRIMESTRI della gravidanza ho fatto 3 video, ciascuno per trimestre. Clicca qui e guardali.

 

TOP 10 per la scelta dell’ospedale:

1) NEONATOLOGIA

E’ la prima cosa da tener presente quando si pensa alla scelta della struttura nella quale andremo a partorire.
La scelta si effettua in base alla consapevolezza che ogni ospedale ha un proprio livello di neonatologia, e ne esistono 3:

I Livello

  • cure neonatali a bimbi sani;
  • trattare neonati tra 35° e la 37° settimana, fisiologicamente stabili;
  • organizzare il trasferimento presso un’altra struttura che fornisca un adeguato livello  di cure;
  • tecniche base di rianimazione;

II Livello

  • assistenza per neonati sopra i 1500 grammi, nati oltre le 32 settimana;
  • cura di neonati convalescenti mandati dai centri di terzo livello;
  • rianimazione di bambini pretermine o malati con conseguente trasferimento verso  una terapia intensiva neonatale in un ospedale di 3° livello.

III Livello

  • Terzo livello A:
    – assistenza neonati nati dopo la 28° settimana che pesano più di 1000 gr;
    – ventilazione meccanica;
    – interventi di chirurgia di base.
  • Terzo livello B:
    – assistenza per ogni bambino indipendentemente età gestazionale e peso;
    – supporto respiratorio avanzato come ad esempio “inalazione di ossido nitrico” e “high frequency ventilation”;
    – accesso a vari specialisti pediatrici;
    – diagnostica per immagini, ecografie, RM e TC.
  • Terzo livello C: (incluse tutte le voci precedenti)
    – servizio di supporto tramite circolazione extracorporea;
    – riparazione chirurgica malformazioni congenite cardiache.

2) NIDO o ROOMING IN

La seconda cosa da valutare è la sistemazione del bambino una volta nato. Sarà in stanza con noi, in una cullina accanto al nostro letto 24h su 24, oppure in un apposito nido, insieme ad altri neonati?  La sistemazione nel nido è un’usanza a mio avviso in disuso, poiché la madre deve avere il diritto di stare con il proprio figlio, allattandolo a richiesta ogni qualvolta esso voglia.

3) ANALGESIA (epidurale)

L’anestesia può rappresentare una salvezza, da un punto di vista psicologico per molte donne. Dovrete assicurarvi, qualora la richiediate, di scegliere una struttura che la pratica 24h su 24. Vi ricordo che per avere l’epidurale durante il parto, dovrete fare una visita con l’anestesista non oltre la 35° settimana. Io la sconsiglio caldamente! 

Per sapere tutte le FASI del parto, leggi qui il mio articolo e guarda il VIDEO dell’esperta.

4) METODI  STRUTTURALI

Nella scelta dell’ospedale, sono da tenere in considerazione le procedure adottate per il parto e per la degenza. I servizi e le cure che offrono, i metodi che usano durante il travaglio, e gli ausili messi a disposizione per prepararsi al momento cruciale. L’aiuto dell’acqua calda ad esempio è molto efficace, io per la mia prima bambina, sono stata più di mezz’ora sotto l’acqua calda, trovandone tanto beneficio. Inoltre, la partoriente DEVE avere la possibilità, di partorire come più le torna comodo, dovrebbe avere carta bianca in tal senso.
Partorire sul lettino, è una procedura standard, che per altro non favorisce in maniera ottimale la fuoriuscita del neonato, perché prima di tutto non sfrutta la gravità, limitando la possibilità di eseguire movimenti naturali che portano all’espulsione del bambino.
Il movimento può non solo lenire il dolore, ma aiutare la fuoriuscita del neonato.
Le posizioni a mio avviso migliori, sono quelle verticali: in piedi,  in ginocchio, sedute (sullo sgabello olandese) avendo i piedi puntati per terra, o come vi viene meglio in quel momento, la spinta deve essere efficace e attiva, non passiva.
Insomma, assicuratevi che l’ospedale che scegliete sia in grado di lasciare spazio e iniziativa d’azione alle gestanti.

Ho scritto un articolo sull’importanza dell’attività fisica per il parto e sui MOVIMENTI da eseguire. Clicca qui per leggerlo.

5) COMPAGNIA  IN  SALA  PARTO

Accertatevi che ci sia la possibilità, anche se, giustamente è diventata prassi oggigiorno, di essere accompagnate da una persona di vostra fiducia in sala parto.
Compagno, marito,  madre, amica, ostetrica, o chi vi pare,  sopratutto qualcuno che non vi trasmetta ANSIA.
Meglio avere al proprio fianco una persona tranquilla e sorridente, piuttosto che qualcuno che vi infonda insicurezza e paura. Il parto è una cosa naturale e bellissima, se vissuta come si deve vivere. Io ho partorito 2 volte e quei momenti sono in assoluto i momenti più belli e più emozionanti della mia vita. Partorirei ancora 10 volte! Il dolore è sopportabile e passeggero.
Ricordatevi, è una questione di preparazione, sia fisica che psicologica.

6) ROUTINE  POST PARTO

Tutti si concentrano sul momento del parto…ma dobbiamo pensare anche al dopo.
Cosa avviene?
E’ importante sapere quali sono le procedure che effettueranno nel momento in cui il nostro  bambino è nato. Quali esami gli faranno, cosa faranno a noi, il secondamento, ovvero l’espulsione della placenta e via dicendo.
La routine migliore, in assenza di particolari condizioni e se tutto va nella maniera più fisiologica possibile, è quella di lasciare per almeno 2 ore il bambino a stretto contatto  con la madre, il cosiddetto “pelle a pelle” per favorire l’attaccamento e stimolare nella maniera più naturale possibile l’allattamento al seno.
Assolutamente no, (sempre non ci siano indicazione mediche in tal senso), a biberon di latte artificiale.

Sul PUERPERIO ho scritto un articolo e fatto un video con un’ostetrica.
Clicca qui per leggere e guardare il video.

7) DONAZIONE  CORDONE OMBELICALE

E’ possibile conservare e/o donare il proprio cordone ombelicale, le cui cellule sono molto preziose per diverse indicazioni terapeutiche. Chi volesse raccoglierlo o donarlo, si deve informare presso la struttura ospedaliera scelta.

8) CORSO PRE PARTO

Informarsi se nella struttura organizzano un corso pre-parto e frequentarlo, (io ne ho frequentati 2, uno dell’ospedale in cui andavo a partorire, e l’altro alla ASL).
E’ una formazione utile e sinceramente non capisco chi per scelta non lo faccia.
Sono appuntamenti importanti sia per apprendere tante nozioni utili, sia per conoscere le ostetriche, capire il loro “modus operandi” e poi anche per visionare la struttura e  farla diventare più familiare possibile.

9) IL PIANO DEL PARTO

E’ una sorta di contratto scritto, nel quale si scrive quello che sono i nostri desideri-voleri. Ho scritto un articolo sull’argomento. Leggi qui per sapere di cosa si tratta, e cosa è il PIANO DEL PARTO.

10) LA DISTANZA DA CASA

In ultimo, da non sottovalutare la distanza della struttura da casa nostra. Voi non potete sapere, a meno che non sia un parto programmato, o un cesareo, quando il vostro bambino deciderà di nascere, (falsi allarmi compresi) perciò è sempre bene optare per l’ospedale più vicino o comunque facilmente raggiungibile.

NON  VI  FATE  TERRORIZZARE  DA  RACCONTI  MACABRI  E  TERRORIZZANTI, OGNI  PARTO  HA  UNA  STORIA  A  SE'.  
NOI  DONNE  ABBIAMO  TUTTI  GLI  STRUMENTI  PER  FAR  Sì, CHE  SIA 
IL  GIORNO  PIU'  BELLO  DELLA  NOSTRA    VITA.

La mia video-intervista al comico Toscano, Alessandro Paci.

L’intervista completa andrà in onda stasera ore 21:15 all’interno della mia trasmissione “Viola Express” in onda su Tele Iride.

La vacanza perfetta… non esiste! La meta ideale è una questione individuale.
Eh si, hai capito bene, non esiste una vacanza perfetta, perché siamo così diversi e i gusti a volte sono diametralmente opposti all’interno della stessa famiglia, che è quasi impossibile mettere d’accordo tutti, a meno che, non si opti pazientemente, per andare incontro all’altro. Questa è la scelta più giusta, ovviamente se fatta vicendevolmente e non a senso unico. Non è mai una scelta saggia soccombere all’altro per il quieto vivere.

Personalmente il mio concetto di vacanza è quello di viaggiare, prendere voli e solcare gli oceani, questa per me rappresenta la vacanza ideale. forse sarò limitata, ma non capisco, chi avendo la possibilità (economiche e non solo), non lo fa e opta per andare sempre nel medesimo posto… Oh mio Dio! ?

So benissimo che non è cosa semplice, né economica, né spesso alla portata di bimbo, ma l’idea di spendere diversi soldini, per andare in posti limitrofi, carini, ma visti e rivisti, solo perché ci sono i bimbi, non mi piace per niente. Il mondo è tanto grande, e ci sono così tante cose da vedere, da scoprire, da ammirare, che vale la pena, organizzarsi e per certi aspetti anche sacrificarsi per esplorarlo, e se si hanno bambini al seguito, basta qualche accorgimento e il gioco è fatto. Io la penso così, e nessuno mi farà mai cambiare idea su questo aspetto! Per me viaggiare e vedere cose nuove, è la cosa che mi rilassa più di tutto, scoprire nuove civiltà, nuovi usi e costumi, diversi dai miei, è uno stimolo e una opportunità  che arricchisce il nostro bagaglio culturale e intellettivo.

Ma non tutti siamo uguali, e il mondo è bello perché è vario, e nelle stesse famiglie a volte i gusti sono diametralmente opposti, perciò vicendevolmente ci si dovrebbe adeguare all’altro.

Non nascondo che mi sarebbe piaciuto molto avere una nutrita sezione di viaggi nel mio blog, ma non viaggiando più come un tempo, ho preferito scrivere di quella che è la mia quotidianità e ahimè per adesso i viaggi (quelli che intendo io, oltreoceano) non rientrano propriamente nella mia routine di tutti i giorni. I motivi? Diversi tra cui, un marito un po’ ansioso, due bimbe piccole (ma quello non sarebbe un problema) e non ultimo anche l’aspetto economico. Ma sono un’ottimista di natura, perciò inizio già a progettare uno dei miei prossimi viaggi: Giappone o Cuba.

E a te piace viaggiare?

Quale è la tua vacanza ideale?

Si parla di Fiorentina Women’s, la squadra femminile di Firenze.
Sandro Mencucci oltre ad essere l’Amministratore Delegato dell’ACF Fiorentina, è anche il Presidente della squadra femminile, ecco la mia intervista.

L’intervista completa, andrà in onda nella puntata di stasera di “Viola Express” in onda su Tele Iride ore 21:15.

? Vi aspetto! ?

Un neonato dopo i sei mesi di vita, ha bisogno oltre al latte materno (o artificiale) di introdurre nella sua dieta il cibo della nostra dieta mediterranea.

Ci sono principalmente 2  scuole di pensiero:  lo svezzamento classico o l’autosvezzamento. Il divezzamento chiamato anche svezzamento è la graduale introduzione di cibi dai semiliquidi ai semisolidi a partire dal classico brodino vegetale, passando gradualmente dai cerali alle proteine animali e vegetali per poi finire con la pastina di grano duro.

I principi dello SVEZZAMENTO:

  • A 4 mesi iniziare somministrando frutta grattugiata, mela e pera.
  • A 6 mesi si inizia con il primo brodino vegetale nel quale far sciogliere la cremina di riso (o di mais e tapioca).
  • in 1 Litro di acqua, inserire una patata, una carota, una zucchina e qualche foglia di bieta. Far bollire fino a quando il volume non sarà la metà. Scolare le verdure ed utilizzare il solo brodo  per la preparazione della pappa (180 ml circa). Il quantitativo di crema da sciogliere è circa 20 grammi che equivalgono a 2 cucchiai da minestra. A questa mistura si aggiunge un cucchiaino di olio e uno di parmigiano. Questa sarà la pappa della sera, introdotta una sola volta al giorno per una settimana.
  • Dopo la seconda settimana si aggiunge un passato di verdure precedentemente cotte nel brodo.
  • Dopo una decina di giorni si aggiunge mezzo vasetto di omogeneizzato o l’equivalente in grammi di carne fresca di pollo, consiglio agnello o tacchino o i legumi.
  • Dal 7 mese inoltrato si aggiunge anche un formaggio ipolipidoco (stracchino o ricotta) al posto della carne. A questo punto si può introdurre la pastina di grano tenero.
  • A 9 mesi si introduce il tuorlo d’uovo e le altre verdure di stagione. Da qui fino a 1 anno si introdurrà gradualmente tutto, eccezion fatta per il sale e lo zucchero.
  • Cibi vietati: cioccolato, funghi, frutti di mare, pesce crudo, cibi piccanti, fritti, alcool, caffè e frutta secca.

I principi dell’ AUTOSVEZZAMENTO:

  • Nel momento in cui un neonato riesce a mettersi seduto, o in braccio o sul seggiolone è pronto per iniziare la sua avventura con il cibo.
  • Continuare con l’allattamento fino e anche oltre il 6° mese, come raccomanda anche l’OMS.
  • Capire dall’atteggiamento del bambino, quando è l’ora di iniziare ad offrirgli cibo. Questo succede quando guarda osserva e si protende verso quello che mangiamo.
  • Cercare di fargli assaggiare tutto quello che il genitore reputa opportuno, nei limiti del concesso. Attenzione al sale e allo zucchero.
  • Capire i segnali del bambino, quando gradisce o meno e nel caso accontentarlo.
  • Cercare di mantenere i ritmi della famiglia, durante i pasti, il bambino si adeguerà di conseguenza.

Inoltre c’è da sottolineare che l’introduzione di cibi solidi, non vuol dire smettere di prendere il latte (materno o artificiale). La parola “svezzamento”  significa “abbandonare il vizio”, e in assoluto il latte non è un vizio, perciò sarebbe meglio parlare di “alimentazione complementare a richiesta”. 

Dai 12 mesi è possibile iniziare a somministrare il latte intero di mucca. E’ stato studiato che il “latte crescita”, quello arricchito, sia del tutto inutile. Il latte materno è sempre da preferire, e se non è possibile, prediligere l’apposito latte in polvere.

Per quanto riguarda la mia esperienza di mamma,  con le mie due bambine ho seguito, per la prima lo svezzamento classico e quindi i primi brodini, rigorosamente calibrati e pesati al grammo, per la seconda invece, sono stata meno rigida e ho agito secondo il mio buon senso. Per la precisione ho fatto un mix tra svezzamento e autosvezzamento. La mia seconda bambina, dopo le solite classiche pappine, iniziava a dare segni di impazienza, come se si fosse stancata della solita minestrina, allora pian piano ho iniziato ad offrigli le cose che mangiavamo noi, avendo però cura di non salarle né condirle troppo, prediligendo sempre un tipo di dieta sana con olio extravergine di oliva a crudo, cotture a vapore ma anche al forno e in padella. Adesso le mie bambine hanno, quasi 3 anni, la grande, e 9 mesi la più piccola, e ad oggi mangiano con gusto e non hanno difficoltà a provare cibi nuovi.

Ovviamente in tutte le cose ci sono i pro e i contro, tutt’oggi ci sono molte discussioni tra quale sia il metodo migliore. A mio modesto avviso, credo che ogni bambino è diverso e abbia la propria individualità, per questo non ci può essere una formula standard, uguale per tutti. Noi mamme dobbiamo capire i segnali che il nostro bambino ci manda, ad esempio, un altro indizio è la comparsa dei dentini. La natura, se la sappiamo ascoltare, è un’ottima maestra.

Perciò mamme, un consiglio: fidatevi di più di voi stesse, del vostro bambino e soprattutto del vostro innato buon senso, sicuramente saprete qual è la cosa migliore per il vostro bambino, al di là di mode e ultime tendenze.

Tra svezzamento e autosvezzamento… vince il buon senso!

NO SALE
NO MIELE
NO ZUCCHERO